11Novembre a Roma: l’alternativa c’è e scende in piazza

di Ufficio Stampa

Sabato scorso c’è stato da meravigliarsi nel vedere quanta gente si radunava man mano a piazza Vittorio. L’appuntamento era alle 14, ma già a mezzogiorno  quasi non si riusciva a circolare. I primi ad arrivare sono stati i migranti. Lavoratori della terra, metalmeccanici della logistica, precari.

E poi i nostri, Compagne e Compagni, quelli del Pci, tante e tanti, da tutte le regioni d’Italia. Una manifestazione meticcia che ha messo insieme italiani e migranti, il nord, il sud e il centro, una manifestazione che ha unito il paese, i lavoratori di questo paese.

Sono arrivati anche i giornalisti. Taccuino o microfono in mano, hanno fatto interviste, riprese, fotografie. Dove siano finite è un mistero. Sulle principali testate del giorno dopo c’è stato solo silenzio, cancellazione, censura.

Quella dell’11 novembre è stata una grande manifestazione.

E forse qualcosa di più.

Lo spezzone del Pci era importante e numeroso. Tante ragazze e ragazzi della Fgci e tante compagne e compagni venuti da ogni parte d’Italia, ognuno ha scelto di partecipare, pagando il viaggio di tasca propria.

Gente perbene, lavoratori, pensionati. Gente sfruttata sul lavoro, privata di diritti elementari, anziani con pensioni da fame.

Ma definirla semplicemente “manifestazione” è riduttivo. Sabato 11 novembre, in piazza, s’è visto di più. C’era un importante blocco sociale e politico, unito sulle ragioni di chi lavora, di chi ha lavorato e di coloro che un lavoro non riescono a trovarlo o l’hanno perso e non lo trovano più, il blocco sociale che rappresenta l’unica alternativa allo stato delle cose, alla politica ridotta a teatrino, alla logica di coalizione, che mette assieme tutto e il contrario di tutto.

Quel fiume di gente di ogni età e colore ha manifestato perché vuole cambiare un sistema economico che dà alle banche e toglie ai salari, perché vuole smascherare e cacciare quel monumento al capitalismo finanziario che è l’Unione Europea, burattino i cui fili sono saldamente in mano a USA e NATO, perché vuole sanità e scuola pubbliche e gratuite, un lavoro dignitoso e giustamente retribuito.

No, non è stata solo una manifestazione. E’ stata l’Italia per bene, l’Italia delle persone ‘normali’ ed è scesa in piazza per affermare che c’è e che vuole cambiare il paese, ed è essa stessa che dà corpo all’alternativa.

 

 

 

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