L’ITALIA MANDA TRUPPE IN NIGER. Il regalo di Gentiloni per Natale

di Giusi Greta Di Cristina, C.C. e Dipartimento Esteri PCI

Si dice che a Natale siamo tutti più buoni. E così, animato dalla classica bontà dettata dall’esportazione della democrazia, tanto in voga di questi tempi, Gentiloni ha annunciato, durante la vigilia di Natale, che il governo italiano porterà la bellezza di 470 militari e 150 mezzi in Niger, spostandoli dall’Iraq.

La decisione è una di quelle che, per noi comunisti, non può non lasciare spazio all’indignazione e alla rabbia: rappresenta l’ennesima violazione dei principi di pace costituzionali, l’ennesima riprova della natura imperialista di questo centro-sinistra salottiero e, ultimo non per importanza, una spesa esorbitante – quasi uno scorno – per un Paese in cui la soglia della povertà aumenta ogni giorno che passa.

L’ennesimo tentativo di voler spadroneggiare in Africa, a danno dei governi e delle popolazioni locali, mascherato di spirito da grandi liberatori, di filantropi insoddisfatti delle reggenze, sempre in questi casi non allineate.

Il governo del Niger è guidato dal 2011 dal presidente socialista Mahamadou Issoufou, che ha avviato un programma di riforme e, soprattutto, il tentativo di allontanamento dal monopolio economico imperialista francese, aprendo il Paese a collaborazioni economiche con la Cina. Tipico delle collaborazioni cinesi, si tratta di cooperazione economica che non prevede supremazia da parte del Paese più ricco, ma interventi che portino sviluppo nel Paese che riceve gli aiuti: quindi infrastrutture e trasporti soprattutto.

È probabilmente questo – e non il sostegno alle forze locali contro Al Qaeda e i commercianti di esseri umani – il motivo vero e profondo di questa scelta del governo italiano, che arriva come un orrido pacco di Natale sotto l’albero degli italiani, che probabilmente hanno dato poco rilievo alla notizia dato il giorno scelto per comunicarla.

L’Italia, d’altronde, non si è mai tirata indietro quando vi è stato di offrire sostegno ai francesi per i loro affari in Africa: non lo fece il governo Berlusconi come non lo ha fatto nessuno dei governi di centro-sinistra che si sono susseguiti dal dopo Berlusconi ai giorni nostri. Non lo ha fatto Renzi, non lo sto facendo Gentiloni, che punta al duplice risultato di dimostrare fedeltà a Macron e di poter posizionare qualche carro armato per poter, magari, chiedere una fetta del bottino.

Non dimentichiamo che l’Africa presenta ancora quelle caratteristiche geofisiche per le quali i Paesi imperialisti l’hanno scelta come principale Paese da sfruttare fin dalla seconda metà del Settecento. Non dimentichiamo neppure che le multinazionali del petrolio (tra le quali figura anche l’italiana ENI) e dell’energia utilizzano ogni mezzo per poter sfruttare quel territorio.

Un pericolosissimo Risiko, giocato col beneplacito della NATO che, siamo certi, sarà come un avvoltoio ad attendere di poter generare altri conflitti, uccidere altri leader scomodi, aumentare la sua presenza attraverso l’insediamento di altre basi.

Perché la Guerra Fredda è finita, ma solo per chi ci ha creduto

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