di Fosco Giannini, Segreteria nazionale PCI, responsabile dipartimento esteri.
Il governo Gentiloni e il PD “renziano”, che non hanno, cinicamente, voluto mettere ai voti lo “Ius soli” per non perdere voti di destra e conservatori alle prossime elezioni del 4 marzo, hanno chiuso i lavori della XVII Legislatura mettendo ai voti, e facendo passare alla Camera – mercoledì 17 gennaio – la prosecuzione delle missioni militari italiane già in atto sui fronti internazionali e l’avvio di nuove missioni in Niger e in Tunisia. Provvedimenti, quelli vecchi e questi nuovi, di chiarissima natura imperialista e neocolonialista.
Quali forze politiche hanno votato per le missioni militari? Il PD, naturalmente, e con esso Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre la Lega si è astenuta (anche se Matteo Salvini ha dichiarato dopo il voto: “Sono favorevole a quelle missioni che servono a limitare l’arrivo di altri immigrati”). Il PD, dunque, con tutta la destra, ha confermato la propria linea militare interventista e ha fatto passare il rafforzamento della presenza del colonialismo italiano anche nel nord d’Africa. Il M5S (che tuttavia, in questa fase pre-elettorale ha platealmente rassicurato Trump della propria fedeltà Atlantica) e Liberi e Uguali (ove milita tuttavia il guerrafondaio D’Alema) hanno votato contro.
Che cosa si è votato alla Camera? Il prolungamento delle missioni militari “Mare Sicuro” ( 605 militari); l’Eunavformed ( navi militari italiane nel Mediterraneo, con 507 militari); nel Kosovo ( 538 militari) ; in Lettonia (166 militari ); in Libia ( 400 militari); in Somalia (118 militari); nel Gibuti (90 militari); in Egitto ( 80 militari); in Medio Oriente (120 militari): in Libano (1.000 militari); in Afghanistan (700 militari); in Iraq-Kuwait (700 militari). Oltre i prolungamenti sono state votate le nuove missioni militari italiane nel Niger (470 militari) e in Tunisia (60 militari).
Qual è il costo di queste missioni? La spesa che coprirà le 35, complessive, missioni militari italiane all’estero sarà, per il 2018, ben superiore al miliardo e mezzo di euro, una spesa in aumento rispetto al miliardo e 427 milioni di euro del 2017. I militari complessivamente mobilitati saranno, nel 2018, circa 14 mila.
La natura imperialista e subordinata alle strategie egemoniche mondiali degli USA, della NATO e dell’Unione europea che segna l’intero dipanarsi delle missioni militari italiane sul fronte internazionale (dall’Afghanistan alla Libia, dall’Iraq al Kosovo, dalla Lettonia alla Somalia, dal Libano a Gibuti) si evidenzia già dalla collocazione geografica e geopolitica degli stessi Paesi in cui l’Italia “milita” a nome degli interessi imperialisti, dei propri interessi colonialisti e degli interessi dei propri gruppi capitalisti. Tale natura codina è la stessa per la quale l’Italia fu chiamata dagli USA e dalla NATO a svolgere – tramite il governo D’Alema- il ruolo di carnefice militare contro la vicinissima Jugoslavia.
Quali sono, invece, i motivi delle nuove missioni militari del governo Renzi – Gentiloni nel Niger e in Tunisia?
La risposta ufficiale del governo Gentiloni è che l’esercito italiano andrebbe in Niger e in Tunisia “per portare la pace e lottare contro il traffico di esseri umani”.
Una risposta dolciastra e surreale per un governo, quello Gentiloni-Minniti-Renzi che, indossando la più truce delle maschere imperialiste, ha messo in campo un’impietosa e reazionaria politica dei respingimenti in mare degli immigrati favorendo la costruzione, in Libia, di disumani e orrorifici lager ove si sono commesse e tuttora si perpetrano torture, violenze, stupri, schiavizzazioni di poveri esseri umani in fuga dalle guerre e dalla miseria disseminate a piene mani, da secoli sino ad oggi, dall’imperialismo occidentale in Africa. Compreso l’imperialismo italiano, prefascista, fascista e postfascista.
Nel Niger saranno inviati 470 militari italiani, 130 veicoli militari e due aerei, nell’ambito di una missione militare targata Unione europea e guidata di fatto dall’ipercolonialismo del Presidente francese Macron, che ha già esteso la propria missione militare dal Niger sino alla Mauritania, passando per la Nigeria e il Benin.
Che cosa ci va a fare l’Italia nel Niger, al seguito del capo banda imperialista Macron? La Francia, nel Niger, saccheggia le riserve di uranio (il Niger ne è il terzo produttore al mondo) e per poter procedere impunita verso questa spoliazione selvaggia ha bisogno di sostenere il corrottissimo governo del Niger guidato da Issofou, un governo sotto il mirino di una ormai vasta contestazione popolare e sociale che ha bisogno, per essere repressa, di aiuti militari esterni. Quelli francesi prima, e quelli italiani ora, hanno anche il compito, che semanticamente sembrerebbe non feroce, di “addestrare le truppe governative”. Va notato come l’Italia, all’interno del nuovo e costituendo ordine imperialista dell’Ue, sia chiamata a fare da spalla militare al primo soggetto spoliatore: la Francia.
Certo, sia la Francia che l’Italia di Minniti proseguono anche la loro politica di respingimento brutale degli immigrati e ciò risulta chiaro da uno degli obiettivi “dicibili” della missione italiana votata ora alla Camera: bloccare, in Niger, lo snodo di Agadez dove transitano i migranti provenienti dall’Africa Occidentale. Altri lager, altri orrori, altri schiavi da quelle lontane parti? Un’altra Apocalypse Now pagata col miliardo e mezzo e più di euro pagati dai lavoratori e dalle lavoratrici d’Italia?
E certo non solo la Francia, ma anche l’Italia ha i propri interessi economici in Niger. Basta leggere “la Repubblica”, il giornale di uno tra gli esponenti più importanti della borghesia italiana, Carlo De Benedetti. Scrive “la Repubblica” di giovedì 18 gennaio, come se non potesse fare a meno di dare voce ai progetti del capitalismo italiano, dell’imperialismo USA e dell’Ue: “Sul terreno, il contingente italiano dovrà coordinarsi con i francesi, con gli americani – che lì hanno appena ottenuto il permesso di usare droni dotati di missili – e nel futuro con altre truppe europee. La crescente presenza straniera comincia ad essere accolta con diffidenza, un malcontento cavalcato dall’opposizione, anche quella di matrice islamica. A fine ottobre la capitale Niamey è stata scossa dalle proteste contro le misure economiche del governo, accusato di pensare solo ai ricchi, senza che gli aiuti internazionali raggiungano la popolazione. La vera sfida è questa. Non solo limitare le carovane di migranti, che nell’ultimo anno si sono già drasticamente ridotte, e combattere il terrorismo: l’obiettivo principale presentato dal premier è quello di creare le condizioni per lo sviluppo della regione, con un grande piano di investimenti…”.
Come fossero pagine del Corriere della Sera dell’800 e del primo ‘900, funzionali agli interessi imperialisti italiani in Africa, quelle de “la Repubblica” svelano l’odierna verità: l’esercito italiano va in Niger sia per chiudere le vie di fuga ai dannati della Terra, che per partecipare agli investimenti e ai profitti futuri. Costituendo con la Francia, e poi con altri Paesi ed eserciti europei, l’avanguardia imperialista dell’Ue in Niger.
In Tunisia l’Italia invierà 60 militari per aiutare il contingente NATO già dislocato in quel Paese per sostenere il governo tunisino scosso dalle lotte popolari.
La faccia cortese di Gentiloni è spesa da Renzi e dal grande capitale italiano per proseguire al meglio le più sanguinose politiche di spoliazione dei popoli, al servizio del neocolonialismo italiano, del neo imperialismo dell’Ue, degli USA e della NATO.
E il PCI, di fronte a questa ottocentesca, vecchissima, polverosa politica imperialista e colonialista condotta da Gentiloni, dovrebbe sentirsi “arcaico” – come affermano gli esponenti del PD – quando ribadisce con tutte le sue forze che l’Italia deve uscire dalla NATO e riconquistare una propria indipendenza statuale, politica ed economica?