Riprendiamo da marx21.it un pezzo di Luis Carapinha da “Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese, nella traduzione di Marx21.it
La Cina e la Russia sono la “sfida centrale” del Pentagono, secondo la sintesi che è stata diffusa della Nuova Strategia di Difesa Nazionale degli Stati Uniti, il primo suo aggiornamento dal 2008. La “concorrenza strategica tra stati e non il terrorismo è ora la principale preoccupazione” e la competizione “a lungo termine con Cina e Russia” rappresenta la “principale priorità”, si afferma. Pechino è accusata di “cercare a medio termine l’egemonia regionale nell’Indo-Pacifico per raggiungere la preminenza globale nel futuro, mentre Mosca “persegue il diritto di veto sulle nazioni della sua periferia”, si oppone alla NATO e pretende “di modificare la struttura economica e della sicurezza” in Europa e nel Medio Oriente.
L’intero contenuto del documento rimane un segreto, ma gli elementi divulgati non solo confermano il tradizionale cinismo di questo tipo di documenti, ma anche la scelta militarista degli USA, attraverso l’imposizione di una nuova corsa agli armamenti mondiale, per contrastare ciò che è riconosciuta essere l’ “erosione” della loro supremazia militare. “Ovviamente, non viviamo più nel 1999”, ha riconosciuto uno dei responsabili del Pentagono, ricordando l’anno dell’attacco alla Jugoslavia (contro il parere del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e in violazione della sua Carta – guerra nel corso della quale fu intenzionalmente bombardata l’ambasciata cinese a Belgrado). Realtà che ha al suo centro i dilemmi della stagnazione strutturale e gli insopportabili squilibri economici che affliggono il motore capitalista mondiale.
La nuova strategia di Difesa degli Stati Uniti, che conferma il contenuto di un altro documento diffuso a dicembre – la nuova Strategia di Sicurezza Nazionale – continua a trattare la Cina e la Russia come “potenze revisioniste” che minacciano “l’ordine internazionale libero e aperto” creato dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Le assurdità e la faccia tosta delirante, soprattutto quando l’amministrazione Trump intende affermare la posizione unilateralista e protezionista che tanta inquietudine suscita in molti alleati, nonostante la nuova dottrina riaffermi il ruolo della NATO e dell’articolo 5, non rendono certo meno pericolosi i propositi bellicisti che animano la classe dirigente degli USA.
Trump vuole spendere un miliardo di dollari nella produzione di nuove armi nucleari, più piccole e versatili. La Revisione del Comportamento Nucleare (Nuclear Posture Review), che sarà presentata a breve, pretende di abbassare la soglia di utilizzo delle armi nucleari da parte degli USA, prevedendo l’uso di armi nucleari contro paesi che non possiedono queste armi e in risposta ad attacchi non nucleari. Tutto ciò va di pari passo con la alla strategica per la pace mondiale che si apre con la denuncia unilaterale del Trattato ABM firmato con l’URSS e l’attuazione del progetto di scudo globale antimissilistico degli USA. Il rifiuto di firmare il Trattato che si propone di impedire la militarizzazione del cosmo rappresenta un aggiornamento strategico che conferma ancora il trattamento di teatro di guerra riservato dagli USA allo spazio cosmico (e al cyberspazio).
Di fronte a questa manifestazione di arroganza imperialista, il ministero della Difesa della Cina ha esortato gli USA “ad abbandonare la mentalità della guerra fredda”. Dalla Russia, Lavrov ha lamentato l’insistenza degli Stati Uniti a proseguire sulla linea del “confronto” e della “russofobia” che batte qualsiasi record. Più esplicito, l’addetto militare della Cina in Russia ha sottolineato la necessità che i due paesi “reagiscano insieme alle minacce globali e alle sfide da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati”.