21 Febbraio Piazza Montecitorio: considerazioni sul debito e l’amministrazione di Napoli

di Redazione. Pubblichiamo questo comunicato sottoscritto dai compagni di Napoli di:

Napoli Direzione Opposta #ndo
Piattaforma Sociale Eurostop #eurostop.info
Partito della Rifondazione Comunista #prc
Partito Comunista Italiano #PCI
Massa Critica #massacritica

La questione del #debito è centrale nella comprensione degli attuali meccanismi di pressione da parte dei governi nazionali nei confronti degli Enti Locali.
Gli esempi di come i tagli ai trasferimenti verso i Comuni e le Regioni da parte dello Stato abbiano ridotto alla miseria le casse di suddetti Enti, ormai sono più che abbondanti. Non è più una notizia degna di nota la privatizzazione dei servizi pubblici di trasporto o dei servizi idrici, nonostante il #referendum del 2011, oppure la completa svendita dei patrimoni immobiliari dei Comuni italiani verso capitali privati. Le imposte locali al massimo livello possibile e i tagli al già vituperato welfare vengono percepiti dal senso comune come “normali”, “fisiologici”, anzi la piccola e media borghesia italiana adduce a questi fenomeni di macelleria sociale anche una declinazione positiva mettendo in campo questioni come la necessità di avere “i conti in ordine”, oppure la maggiore funzionalità nei servizi del “settore privato”. Insomma i dispositivi di compressione sociale adottati dal paradigma neoliberale nelle città sono oggi percepiti come “naturali” e senza possibilità di cambiamento per il futuro.
#Napoli, ma più in generale le città del #Sud Italia, hanno vissuto in maniera particolarmente amplificata i costi sociali di questo meccanismo. Il debito maturato da queste città dagli anni ’80, associato alle politiche europee di#austerità, ha reso da un lato impossibile ogni capacità di spesa negli ultimi 5 anni, dall’altro impraticabile qualsiasi via d’uscita nel futuro prossimo.
Nella fattispecie dal Governo #Monti (con i tagli ai trasferimenti) fino al Governo#Gentiloni (con lo spalma debiti) la situazione delle casse comunali e del debito degli Enti Locali è diventata insostenibile fino al blocco totale della spesa corrente in alcuni casi, come appunto vale per la Città di Napoli.
Circa un anno fa i movimenti e le realtà politiche di base della Città di Napoli hanno lanciato la loro battaglia frontale alla questione del debito, indicando punto per punto le urgenze da affrontare nell’immediato e i percorsi da intraprendere nel medio periodo per uscire dalla morsa: 1) Mettere sotto inchiesta il debito per determinare la sua parte di illegittimità 2) Rivedere gli assetti delle partecipate comunali affinchè si possa evitare la svendita sul mercato e la privatizzazione 3) Iniziare un percorso di bilancio partecipato 4) Rivedere i contratti derivati e le condizioni di accesso al credito con Cassa Depositi e Prestiti.
Tutte queste rivendicazioni portate avanti nell’ultimo anno hanno condotto alla proposta di una Commissione Pubblica di #audit sul debito che possa portare la Città di Napoli gradualmente fuori dalla morsa del debito e riprendere la spesa per servizi pubblici, #welfare, edilizia scolastica, infrastrutture, ecc.. L’amministrazione ha mostrato tuttavia segnali altalenanti nei confronti di questo tema politicamente cruciale: se è vero che ha sposato in pieno la necessità di rivendicare politicamente la battaglia contro il debito ed ha aperto alla proposta di costituzione di una commissione di auditoria, non ha seguito con atti concreti di attacco. In realtà, le direttive amministrative sono andate spesso in segno opposto, come ad accettare ed applicare le ricette delle politiche neoliberiste provenienti dal governo centrale: alcuni esempi sono la messa sul mercato del 40% di #ANM nella città di Napoli dove sono presenti situazioni debitorie gravi, ma anche la volontà di aprire al settore privato per#CTP nella Città Metropolitana dove invece il problema del debito non esiste; ancora possiamo citare la vendita di parte del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli; la vendita delle quote #Gesac verso F2I (fondo di investimento di CDP) e la vendita della rete GAS.
Insomma, il carattere oscillatorio della politica economica e la scarsa chiarezza dell’amministrazione su questi temi non solo non hanno aiutato la comprensibilità sociale della situazione, ma indicano che sino ad oggi a Palazzo San Giacomo non si sia ritenuto che ci fossero le condizioni politiche per una vera battaglia sul debito e i vincoli di bilancio. A ben vedere, infatti, proprio sul #Cr8 il comune ha già pagato la sua parte (al netto del contenzioso sulla sua precisa entità) cosi come sembrerebbe che l’amministrazione sia già pronta comunque a inserire gli altri 60 milioni del cr8 e i 60 del commissariamento ai rifiuti nei debiti fuori bilancio del piano di riequilibrio finanziario e ad inserire per il ripianamento del debito i 35 milioni provenienti dalle quote GESAC.
Ovviamente ci sembra di significativa importanza la scelta di riaprire un contenzioso pubblico con il governo invece di seguire nella faticosa e dolorosa strategia di ripianare il debito locale dentro ad un recinto chiuso di “sopravvivenza”, però al momento il cuore centrale della manifestazione del 21 indetta dal Sindaco sembra essere la più che legittima pretesa nei confronti del governo di restituire la sua parte del Cr8.
Anche se dovesse andare a buon fine la manifestazione del 21 febbraio a Roma, alla quale noi crediamo sia necessario aderire per la difesa sociale della città nella guerra perpetrata dal governo nazionale, ci sembra che alle condizioni attuali Napoli sia ugualmente destinata a non molto più che una “sopravvivenza”. Per questo sentiamo la necessità di evidenziare con chiarezza che questa misura rappresenta esclusivamente una urgenza nel più complesso scenario del debito degli Enti Locali e che un pieno protagonismo delle realtà di base che lottano per il presente e il futuro del nostro territorio può esprimersi solo dinnanzi alla chiara volontà di aprire una battaglia generale sul debito che non lasci dietro di se macerie e ingenti costi sociali.
Per i motivi qui presentati chiediamo al Sindaco de Magistris che dopo il 21 febbraio si apra pubblicamente un confronto serio e leale tra l’amministrazione e la Città su questi temi e sulle soluzioni per venirne a capo.

 

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