Perugia, solidarietà ai compagni aggrediti e che sia l’ultima volta!

  1. di Lucia Mango, Segreteria nazionale PCI

Il grave episodio di violenza di Perugia, l’aggressione di due militanti di Potere al popolo e l’accoltellamento di uno dei due, è soltanto l’ultimo, odioso, atto, frutto della legittimazione e della riabilitazione dei movimenti e partiti che, esplicitamente e senza vergogna, si richiamano al fascismo.

Conosciamo chi sono i neofascisti e non ci stupiamo che siano violenti e vigliacchi, che colpiscano in gruppo, armati e di notte. E’, questo, il metodo che costoro usano da sempre.

Quello che riteniamo intollerabile e che, inascoltati, denunciamo da tempo è che nei confronti di costoro lo Stato non usi la necessaria fermezza.

L’apologia di fascismo è ancora reato in questo paese e la ricostituzione del partito fascista, anche sotto celate spoglie, è vietata dalla carta fondamentale del paese.

Nell’esprimere, dunque, la più completa solidarietà e vicinanza ai compagni feriti e la condanna verso la feccia fascista che ha compiuto l’ennesimo vile atto, riteniamo di dover denunciare anche chi è responsabile di quanto sta succedendo in questo paese.

Agguati a sfondo politico in Italia si susseguono da anni, da Davide Cesare assassinato a Milano nel 2003 per arrivare, sempre con maggiore e preoccupante frequenza e ferocia, alla strage di Macerata di pochi giorni fa e all’aggressione di ieri.

Sono anni che i comunisti denunciano il pericolo della ricostituzione di movimenti reazionari e fascisti, che si nutrono del tessuto del paese ormai disgregato, precarizzato, impoverito economicamente e culturalmente, fomentando prima, praticando poi, l’odio nei confronti degli stranieri, dei poveracci, delle ‘zecche rosse’. La responsabilità politica di chi ha volutamente sottovalutato la recrudescenza di fenomeni e comportamenti fascisti e razzisti, che rischiano di permeare l’intera società, il senso comune, come se fosse una ‘cosa normale’, è del tutto evidente.

 Lo Stato, coprendo i fascisti e lasciandoli impuniti, come è già accaduto negli anni 70,  è moralmente e politicamente responsabile di quanto accaduto e di quanto probabilmente accadrà.

I comunisti non si faranno intimidire, non abdicheranno alla militanza antifascista e non smetteranno di chiedere che chi si dichiara fascista occupi il posto che gli compete nelle patrie galere.

Né cadremo nel trabocchetto di chi intende nascondere le proprie inettitudine e incapacità politica, la propria scelta di campo in favore del capitale, dietro un fantomatico scontro tra ‘opposti estremismi’.

No, non ci stiamo. I comunisti non sono estremisti, tutt’altro. Lavoriamo semplicemente per un sistema che garantisca dignità a chi lavora e tutela a chi è in difficoltà.

Chiediamo, dunque, che lo Stato, il ministro dell’interno e le forze dell’ordine, smettano di minimizzare e facciano con decisione la loro parte nell’applicare la legge di questo paese e nel garantire a tutti i cittadini, onesti e civili, l’agibilità politica e democratica in campagna elettorale e non solo e che si adoperino, anziché nel vietare le manifestazioni pacifiche e antifasciste, nel consentire di poter esprimere liberamente le proprie idee a chi nell’alveo democratico si pone, perché la democrazia ha contribuito a costruirla, regalando a questo paese la libertà dal fascismo, che oggi è tornato a mietere vittime.

 

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