Dal Congresso del Partito della Sinistra Sloveno

di Stojan Spetic, Comitato Centrale PCI

Iniziato al canto dell’Internazionale e concluso con l’inno di Unidad popular cileno “El pueblo unido” si è svolto a Lubiana, capitale della vicina Slovenia, il primo congresso del partito della sinistra nato dalla fusione tra i giovani marxisti dell’Iniziativa per la democrazia socialista ed il gruppo “ecosocialista” TRS. Il loro obbiettivo è il socialismo democratico ed ecologista ispirato in parte anche all’esperienza jugoslava. Il simbolo rimane una stella rossa.

Formatosi cinque anni fa come Sinistra unita, comprendente quattro diverse componenti, ha superato sin dal proprio debutto la soglia di sbarramento del 4% entrando nel parlamento sloveno con 6 deputati (su 88).

Nell’ introduzione della presidente Violeta Tomić e nella relazione del segretario Luka Mesec (insieme in foto)sono state rivendicate le lotte condotte dalla Sinistra unita in parlamento col sostegno attivo dei movimenti della società civile. I risultati più rilevanti sono il pasto gratuito per tutti i bambini a scuola dai 3 ai 16 anni, il ritiro di un decreto governativo che condonava più di un milione di euro evasi da una multinazionale, l’aumento dei sussidi sociali. Battaglie condotte dai banchi dell’opposizione. Ora la Sinistra lavora per formare una coalizione di governo che reintroduca tutele sociali, programmi per il lavoro e la salute, interventi pubblici in economia, una politica di pace. Se ciò non fosse possibile, essa rimarrà all’opposizione.

Il programma della Sinistra che si appresta ad affrontare una nuova campagna elettorale il 27 maggio è ben più ambizioso. Approvato quasi all’unanimità dai 300 delegati esso prevede l’aumento del salario minimo a 700 euro in un paese la cui crescita è superiore al 5%, aumento dei contributi sociali dovuti dalle aziende, aumento delle pensioni con una copertura finanziaria speciale: un referendum per abolire gli aumenti delle spese militari pretese dalla NATO dalla quale conviene uscire quanto prima.

La Sinistra esige anche una revisione dei processi ventennali di privatizzazioni imposte dall’UE di cui ha beneficiato molto anche la Chiesa cattolica, cui governi di destra hanno restituito antiche proprietà feudali, boschi, castelli e persino la romantica isola del lago di Bled. Si propone che lo Stato torni proprietario dei settori strategici dell’economia restaurando le forme dei autogestione operaia che fu la caratteristica fondamentale del socialismo jugoslavo.

La Sinistra ha ribadito anche l’intenzione di rimuovere il filo spinato posto ai confini per impedire l’ingresso agli immigrati e profughi. Iniziative in tal senso sono state già compiute assieme agli attivisti croati.

Per quel che riguarda l’UE la Sinistra slovena si trova di fronte ad una serie di suggestioni e proposte: da quella di Varoufakis per una “costituente europea” ai generici appelli della Sinistra europea rappresentata al congresso da Gregor Gisy per non dire delle sirene di Siryza che però ha fortemente deluso i giovani dirigenti del partito. E’ molto probabile che alla fine decidano di correre da soli alle prossime elezioni europee guardando anche ai processi di rivitalizzazione della sinistra negli altri paesi balcanici.

Il congresso ha confermato i candidati per le elezioni parlamentari, in gran parte giovani ragazzi e ragazze, ma anche molti esponenti del mondo della cultura, delle arti e dello spettacolo, dei movimenti antifascisti ed antirazzisti.

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