IL PCI A FIANCO DEL GOVERNO DEL NICARAGUA E DEL COMPAGNO PRESIDENTE DANIEL ORTEGA. Incontro con Sidhartha Marin, Ministro degli Esteri del Nicaragua

A cura del Dipartimento Esteri del PCI

 

Una delegazione del Partito Comunista Italiano, costituita dal compagno Edoardo Castellucci, della Segreteria Nazionale del PCI e dal compagno Juri Carlucci, del Dipartimento Esteri, ha incontrato, presso l’Ambasciata della Repubblica del Nicaragua a Roma, il Ministro degli Esteri del Nicaragua, compagno Sidhartha Marin, emissario del governo presieduto dal Comandante Presidente Daniel Ortega, ed Esther Margarita Caballo, Ambasciatrice presso la Santa Sede.

Quella che segue è la cronaca dell’incontro, sintetizzata da E.Castellucci e J.Carlucci.

Il Ministro, giovane e cordiale, ci attende al tavolo di lavoro. Parla spagnolo e intende molto bene la lingua italiana (è comunque presente una addetta alle traduzioni simultanee). Si presenta e stabilisce immediatamente quale rapporto intende tenere con il nostro Partito: “Compagni, questa è casa vostra”, esordisce. L’incontro è molto importante e cade in un momento turbolento per Managua e il Paese centroamericano.

Il Ministro ci chiede di introdurre la discussione. Si dimostra molto sereno e prende tanti appunti. Iniziamo portando i ringraziamenti alla signora Ambasciatrice del Nicaragua presso lo Stato italiano, Monica Robelo Raffone, che il nostro Partito ha già avuto il piacere di incontrare recentemente. Presentiamo i saluti di tutta la nostra Organizzazione politica, in particolare del nostro Segretario Generale, il compagno Mauro Alboresi e del Responsabile per le Relazioni internazionali e gli Esteri, il compagno Fosco Giannini. Esprimiamo subito la nostra vicinanza al popolo nicaraguense vittima, per l’ennesima volta, di una gravissima intrusione nella vita sociale e politica, di forze esterne ed estere, ribadendo il nostro incondizionato e fraterno appoggio al Presidente Daniel Ortega e al suo governo, che abbiamo l’immenso piacere e orgoglio di incontrare. Ci teniamo, nella nostra introduzione, ad evidenziare il percorso politico che sta tenendo il nostro Partito sia, dopo la ricostituzione avvenuta due anni fa, verso la ricostruzione del Partito Comunista Italiano che a luglio celebrerà il suo I° Congresso, sia nel campo internazionale, con una intensa attività di incontri, viaggi , partecipazione ad eventi e campagne nazionali di tipo internazionalista, di lotta contro le guerre imperialiste, per l’uscita dell’Italia dalla NATO e contro l’Euro e l’Unione europea.

Proseguendo il nostro intervento esponiamo alcuni punti di vista. Il Ministro ci ascolta attentamente mentre affermiamo : “L’attacco imperialista verso il Nicaragua e il suo popolo è una decisione presa all’interno della Casa Bianca”. Il vicepresidente USA Pence non ha usato mezzi termini, pochi giorni fa, intervenendo all’insediamento del nuovo ambasciatore statunitense presso l’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), Carlos Trujillo. Pence cita Cuba: “La tirannia segue anche dopo Castro”, cita il Venezuela: “Il Venezuela sotto la guida di Maduro si è trasformata da florida democrazia in dittatura”, e cita il Nicaragua: “ll Governo del Nicaragua ha represso brutalmente nelle ultime settimane il suo popolo che alzava la voce protestando pacificamente”. Questi – continuiamo noi – sono messaggi diretti a sostenere un’azione destabilizzante, contro il Nicaragua ”. Il Ministro non vuole ascoltare la traduzione. Ha compreso tutto perfettamente. Con un cenno ci chiede di proseguire. Sottolineiamo dunque ancora tre aspetti. La protesta. Chi è in piazza oggi in Nicaragua e cerca lo scontro (e i morti), sono i settori eversivi collegati alle destre borghesi, fanatici, professionisti del saccheggio e della devastazione, la manovalanza dei ricchi proprietari che proprio grazie alla rinascita del Nicaragua si sono arricchiti e che non hanno nulla a che fare con la riforma del sistema pensionistico, una riforma, per ora, ritirata dal governo, anche per togliere alibi alle proteste infiltrate da assassini. La Chiesa Cattolica. La Conferenza Episcopale del Nicaragua (CNE), sta avendo un ruolo, che noi giudichiamo politico e non missionario, intervenendo attivamente, con giudizi e comunicati, sulle decisioni governative e sulle discussioni parlamentari. Chiamata ad un ruolo di mediazione dallo stesso governo, per far tornare la pace nelle strade e nel Paese, la CNE ha interpretato il suo ruolo in senso estensivo e quasi spregiudicato, chiamando il popolo nicaraguense credente a vaste adunate di piazza per mettere sotto pressione l’esecutivo Ortega. Gli alti scranni ecclesiastici della CEN tendono a somigliare, purtroppo, alle porpore della Conferenza Episcopale Venezuelana, apertamente e pubblicamente schierate contro il governo del compagno Maduro. L’economia. Continuiamo soffermandoci sui dati, forniti dagli analisti sul Nicaragua, e ormai consolidati, che tracciano, su grafico, la fisionomia di un Paese che sta risalendo negli standard rispetto ad educazione scolastica, diritti sociali, sviluppo dell’ economia e del turismo e delle energie rinnovabili, con una bilancia commerciale che migliora di anno in anno. Bassissima criminalità sociale e alta propensione al traffico commerciale, tra Pacifico e Atlantico, danno al Nicaragua i numeri giusti per qualificarsi come un Paese progressista, indipendente e maturo. Prima di lasciare la parola al Ministro Sidhartha Marin, ci teniamo a rimarcare il nostro impegno a proseguire nella costruzione di relazioni forti tra il PCI, l’Ambasciata del Nicaragua in Italia e il Frente Sandinista, individuando, già dalle prossime settimane, diverse occasioni di incontro e di dibattito pubblico, anche ospitando iniziative tematiche nelle imminenti feste, organizzate nel periodo estivo, dal PCI in tutte le regioni d’Italia.

La parola passa al Ministro Sidhartha Marin. Apre il suo intervento con i ringraziamenti verso il nostro Partito per aver accettato prontamente l’invito a sostenere questo incontro e per aver dimostrato sentimenti di fraternità verso il suo Paese e il suo popolo. Il Cancelliere sottolinea di essere in missione con mandato del Presidente Daniel Ortega. Affrontando la recente crisi che ha colpito il Nicaragua ci espone alcune tesi. “ Il Nicaragua non vive – afferma – una crisi sociale, non si tratta di questo. I dati dell’economia che abbiamo sono certi. Le prime proteste si sono sviluppate dopo la presentazione, da parte del governo, di una riforma del sistema pensionistico, ormai irrinunciabile. Ci sono stati degli scontri e delle persone sono rimaste uccise. Vi è una commissione parlamentare di indagine che sta valutando caso per caso ogni decesso. Non possiamo ancora stabilire ad oggi quanti siano i morti. Le cifre che vengono divulgate non garantiscono nessuna veridicità. Mentre la riforma è stata ritirata, sono continuate le proteste, alcune violente. La riforma era, ed è, assolutamente necessaria perché vi è un forte squilibrio nella società tra la durata del percorso lavorativo e l’età del pensionamento, perché durante le decadi passate molti governi hanno arrecato un danno allo Stato con uno spregiudicato clientelismo che ha appesantito il sistema previdenziale (sistema delle assunzioni di favore), e perché, oggi, non riusciamo più a garantire questi ingenti pagamenti anche per mancanza di moneta. La riforma è stata ritirata per non creare maggiori frizioni tra il governo e chi protesta, tra cui i settori impresari e alcune università con tendenze di destra. Se le proteste continuano è perché vi è una strategia, già richiamata, di golpe blando, che vede schierati anche forze molto diverse fra loro. Impresari, studenti, le destre, i media a livello internazionale (per esempio Le Monde, El Pais, etc), fino alla Chiesa cattolica nicaraguense. Il Nicaragua è sotto attacco! Voglio affrontare la questione della Chiesa cattolica a parte, ovvero la Conferenza Episcopale del Nicaragua. Ebbene non v’è nessun dubbio che stia, a volte, travalicando il suo ministero, dando giudizi radicali ed emettendo comunicati dal sapore politico. Il governo presieduto da Daniel Ortega sta cercando una mediazione, questo è certo. Abbiamo chiesto alla CEN di provare ad aprire spazi di dialogo per rasserenare gli animi in tumulto. E’ una scelta importante, in un Paese quasi totalmente credente. Nelle grandi adunate di piazza appoggiate dalla CEN degli scorsi giorni molte adesioni sono arrivate dai giovani e dagli studenti. Cercheremo il dialogo, sempre. Ciò che il Presidente Ortega vuole è la pace, ve lo posso assicurare, e per questo a voi, compagni e compagne del Partito Comunista Italiano, io chiedo di aiutarci, anche con comunicati che vadano in questa direzione”.

Il ministro Marin sta per volgere alla conclusione del suo intervento. Ha un fascicolo da consegnarci. Man mano che lo sfoglia, ce lo illustra.

“Il nostro governo – afferma – vuole la pace e per questo la trasparenza e la pubblicità dei nostri atti, e degli atti parlamentari, può aiutare anche voi e tutta la vostra Organizzazione a comprendere cosa sta accadendo in Nicaragua in questo momento e come stiamo affrontando la crisi. Vi ho preparato queste copie anastatiche, che vi porgo, affinché possiate avere un quadro fedele alla realtà”.

Nel documento consegnatoci dal compagno Ministro sono chiariti i seguenti ed importanti punti:

  1. a) Gazzetta Ufficiale Lunedì 23 aprile 2018 Edizione Speciale – Reca il Decreto Presidenziale di ritiro della Riforma del Sistema pensionistico del Nicaragua;
  2. b) Comunicato della Conferenza Episcopale del Nicaragua con data 24 aprile 2018 in Managua recante la accettazione della CEN quale mediatore e testimone del dialogo convocato dal Presidente Daniel Ortega il 22 aprile 2018;
  3. c) Lettera del Governo del Nicaragua a firma Daniel Ortega Saavedra Presidente della Repubblica del Nicaragua, con data 24 aprile 2018 in Managua, in risposta alla accettazione della CEN (vedi punto b);
  4. d) Dichiarazione n.1 – 2018 della Assemblea Nazionale del Nicaragua con data 24 aprile 2018 in Managua, a firma del Presidente della Assemblea Gustavo Edoardo Porras Cortés recante dichiarazione: “No alla violenza, SI’ al dialogo, SI’ alla pace”, in relazione alla richiesta di vari settori della politica e del lavoro e della Chiesa Cattolica di tornare al dialogo contro la violenza;
  5. e) Comunicato n.3 – 2018 del Ministero Pubblico del Nicaragua con data 26 aprile 2018 in Managua, che informa sull’inizio di indagini formali per appurare gli accadimenti di tutte le violenze durante gli scontri e l’identità delle persone decedute;
  6. f) Comunicato della Procura per la Difesa dei Diritti Umani del Nicaragua con data 27 aprile 2018 in Managua, che informa la Comunità della istituzione di un Comitato delle Vittime;
  7. g) Comunicato della Giunta Direttiva della Assemblea Nazionale del Nicaragua con data 27 aprile 2018 in Managua che informa della istituzione di una Commissione della Verità;
  8. h) Comunicato dell’Istitituto nicaraguense di sicurezza sociale con data 10 maggio 2017 in Managua, rispetto all’età di pensionamento (a titolo comparativo con la presente riforma del 2018, poi ritirata).

Al termine dell’incontro, durato un’ora, abbiamo trovato un momento conviviale con il Ministro Marin e l’Ambasciatrice Carballo. Accanto alla bandiera del Frente Sandinista de Liberacion Nacional vengono scattate alcune istantanee. Garantiamo di mantener fede all’impegno di costruire iniziative politiche in Italia sul Nicaragua, di seguire l’evolversi della crisi odierna e di lavorare per la pace fra i popoli.

(Roma 4 maggio 2018).

 

 

 

 

 

 

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