traduzione di Marica Guazzora da Portal Vermelho
di Haroldo Lima – Membro della Commissione politica nazionale del Comitato centrale del Partito comunista del Brasile (PCdoB)
È stato uno spettacolo portentoso quello che ieri è stato visto nelle piazze e nelle strade del Brasile. Centinaia di migliaia di studenti, insegnanti, educatori e popolo in generale hanno sfilato la loro indignazione, le loro denunce e la loro creatività in tutti i 26 stati della Federazione e del Distretto Federale.
Enormi e numerosi movimenti, dal nord al sud del paese, sono partiti in difesa dell’istruzione minacciata. Non abbiamo visto il “casino” che il ministro dell’educazione Abraham Weintraub ha visto nelle università effervescenti brasiliane. Abbiamo visto la protesta contro la debacle e la repulsione verso l’oscurantismo che riduce il governo federale a un organismo in necrosi che è guidato da un falso e schifoso servo degli Stati Uniti. Il movimento studentesco, guidato dall’Unione Nazionale degli Studenti e dall’Unione Brasiliana degli Studenti Secondari, prende il suo posto nella colonna di combattimento, sul percorso delle grandi lotte.
Questa è un percorso sicuro che ha già segnato punture indelebili in tutto il mondo, specialmente in America Latina e in Brasile.
In Argentina, nel 1918, furono gli studenti che iniziarono a Córdoba il movimento che sollevò in quel paese la bandiera della Riforma universitaria, in senso democratico, che in seguito si estese a tutta l’America Latina.
Si possono ricordare le grandi giornate che hanno reso l’anno 1968 “l’anno che non è finito”, come ha scritto il brasiliano Zuenir Ventura. Ma furono gli studenti dell’Università di Parigi a Nanterre e gli studenti della Sorbona di Parigi a scatenare il movimento che paralizzò Francia e Germania in quell’anno memorabile.
In Brasile, il 1968 non passò in bianche nuvole. E furono anche gli studenti a prendere il comando delle grandi proteste allora tenute, come la Passeata dos Cem Mil, a Rio de Janeiro. Affrontando la destra e la repressione in diverse occasioni, in tutto il Brasile, come nel caso della cosiddetta battaglia di Maria Antonia a San Paolo. Successivamente, con la dittatura più dura, che utilizzava strumenti draconiani, l’Atto istituzionale 5 (IA-5), la lotta si radicalizzò ed espresse leader studenteschi presenti in tutti i movimenti emersi allora, come ALN , l’MR-8, il Var-Palmares, il Hill e in quello che era il più significativo di tutti, l’Araguaia, diretto da PCdoB.
Nelle campagne per l’Amnistia e l’Assemblea Costituente, il ruolo della gioventù e degli studenti è stato messo in evidenza, ponendo fine a tutto ciò che impediva i loro diritti e a sostegno del Collegio elettorale per sconfiggere la dittatura all’interno dei suoi stessi progetti. Ora, durante questo governo fascista di Jair Bolsonaro, alcuni dissero che gli studenti avevano in qualche modo riposto le loro armi. Negli episodi del 27 marzo 2019, nella stessa famosa via Maria Antonia a San Paolo, gli studenti della Mackenzie Presbyterian University impedirono al presidente Bolsonaro di entrare nel campus universitario in una visita per la quale il presidente era già a San Paolo. Lo slogan che univa allora il corpo studentesco era che Bolsonaro “non avrà pace in nessuna università in Brasile”. Si è percepito cosi che la loro era una apatia apparente perché di fronte alle sfide per la difesa della libertà e dell’indipendenza nazionale, gli studenti hanno reagito in un attimo. I giovani si svegliano rapidamente. Ora, siamo arrivati a un test decisivo.
Il governo retrogrado di Bolsonaro, con la voce dell’ignoranza incorporata nel Ministero dell’Educazione, come ministro, fece un orribile piano. Tre università dovevano essere punite con un taglio del 30% dei loro finanziamenti, l’Università di Brasilia, l’Università di Bahia e il Fluminense federale. La ragione è che il ministro ha visto “casino” in queste unità educative. Il ministro, nella sua ottusità, confuse vita, libertà, creazione, vitalità, con “casino”. Non solo sono arrivate le proteste, ma è stato dimostrato al ministro che quelle tre università sono tra le migliori del Brasile.
Il ministro, preso dall’asineria commessa, decise di sistemare la questione : il taglio non sarebbe stato per le tre università, ma per tutte quelle Federali. L’emendamento era peggiore della precedente proposta: si ritirò, facendo un passo avanti nel campo della stupidità. Si finse ammalato.
Il mondo dell’istruzione si è ribellato velocemente, ha organizzato e fatto la dimostrazione di ieri, la più grande del Brasile. Niente disordini e niente confusione. Il Bolsonaro, flagellato a Dallas, non ottenendo di entrare a New York, ha gridato: “Sono utili idioti”. Peccato che ci sono alcune centinaia di migliaia di ‘utili idioti’, che hanno guadagnato la coscienza e l’esperienza della lotta di strada, facendo queste manifestazioni. Le dimostrazioni del 15 maggio sono state un successo. Ora occorre imparare la lezione di ciò che funziona: l’ampiezza, chiamando sempre più persone, anche i “pentiti” devono essere accolti, per approfondire l’originalità in atti di propaganda per la preparazione, e non accettare egemonie artificiali, ma non discriminare le correnti politiche opposte, attirare altri settori sociali, agitare più bandiere.
E così prepareremo lo sciopero, organizzato dai Centri operai, per il giorno 14 giugno. Questo è stato il lancio di altre grandi lotte.