Venerdì scorso, 12 luglio, Giovanni Coviello, direttore del giornale on-line vicenzapiu.com, è stato condannato a “8 mesi di reclusione più danni liquidabili in 2.500 euro per ogni querelante oltre alle spese legali”.
Questa sentenza è il risultato del processo (che si è svolto con rito abbreviato) “intentatogli da Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto per due suoi articoli del 2017 in cui si riportavano, virgolettate, le risultanze dei primi esami della Guardia di Finanza di Vicenza, che, nell’ambito dell’inchiesta sul crac della Banca Popolare di Vicenza, ipotizzavano che i due querelanti avessero fatti propri in maniera dubbia beni di valore della Fondazione Roi”.
Vogliamo ricordare che gli articoli di Giovanni Coviello e i suoi libri sulla questione delle banche venete e la fondazione Roi di Vicenza, hanno squarciato quel velo ipocrita e omertoso che nascondeva quanto stava capitando nelle province venete.
Vogliamo anche ricordare come VicenzaPiù sia stato uno dei rari di informazione a seguire puntualmente quanto avvenuto alla Marlane-Marzotto di Praia a Mare (CS) dove oltre 100 tra lavoratrici e lavoratori hanno perso la vita a causa di varie forme di tumore.
Di fronte alla sentenza di venerdì scorso riteniamo che sia doveroso, per chiunque abbia a cuore la libertà di stampa e di pensiero, rimarcare il fatto di come nel nostro paese sia diventata una spregevole prassi da parte dei potenti quella di utilizzare le armi della querela e della denuncia verso chi dissente. Prassi che servono a zittire le voci libere come quella di VicenzaPiù che vanno a fondo dei problemi, fanno inchieste (cosa ormai rara nello scenario dell’informazione nazionale) e forniscono dati e informazioni non false o inventate ma reali, su quanto succede di “poco chiaro” negli ambienti “che contano”. In questo caso, quelli finanziari regionali e nazionali.
Nel caso di VicenzaPiù e della pesante e, a nostro avviso, ingiusta condanna che ha subito Giovanni Coviello, siamo di fronte a un palese accanimento che ha, appunto, lo scopo di cancellare quella che è una voce scomoda e fuori dal coro.
A Giovanni Coviello e a VicenzaPiù va tutta la solidarietà del Partito Comunista Italiano e la determinazione di continuare, assieme a lui e a tutte le voci che ancora si sentono e sono libere da condizionamenti di qualsiasi tipo, la lotta contro l’imbarbarimento della società del nostro paese. Imbarbarimento che si evidenzia con questi tentativi di zittire quell’informazione democratica che si oppone, senza alcuna sudditanza, a chi detiene potere e ricchezza.
La segreteria nazionale del PCI