Oltre le merendine…il nuovo governo e la scuola

“Le prime interviste del nuovo ministro dell’istruzione Fioramonti (senz’altro più colto e fantasioso del grigio predecessore leghista) parlano di merendine (da tassare) e buone intenzioni.

Le cose sono assai più complicate” – ha dichiarato Luca Cangemi, responsabile nazionale scuola del PCI

“il governo precedente consegna una drammatica emergenza sugli organici-che annuncia un faticoso avvio di anno scolastico ed una nuova onda di lavoro precario-e due questioni politicamente aperte: l’eredità renziana (legge 107 ma non solo) e l’autonomia differenziata.

La questione degli organici è allo stesso semplice ed enorme: la scuola italiana, anche semplicemente facendo riferimento al quadro attuale, ha bisogno di circa 200mila docenti ed ATA. Se, come sarebbe necessario e giusto, si volesse estendere il tempo pieno (quasi assente al Sud), combattere la dispersione scolastica e porre fine alla vergogna delle classi pollaio i numeri salirebbero di molto ancora. Sarebbe necessario una scelta politica che rispondesse a questo problema con una grande operazione di eliminazione del precariato (che rischia invece di moltiplicarsi) e di nuova occupazione. Occupazione stabile, qualificata, utile al paese. Per fare questo bisogna, però, rovesciare i paradigmi imperanti sulla gestione delle risorse e sul ruolo del lavoro pubblico. Certo questo rovesciamento non potrà essere fatto con l’approvazione di Ursula von der Leyen e Christine Legarde.

L’abolizione della “buona scuola” renziana promessa e disattesa dalla vecchia maggioranza gialloverde, adesso ha ancora meno possibilità di realizzarsi. Il PD, nonostante qualche ipocrita autocritica, mantiene ben saldo il paradigma della 107. Non c’è dubbio che anche su questo punto si può aprire una contraddizione grande dentro il nuovo esecutivo (e, soprattutto, tra l’esecutivo e il mondo della scuola)

Così come sull’Autonomia differenziata. È adesso probabile che al modello lombardo-veneto di marca leghista si sostituisca il modello emiliano e un’enfasi sull’autonomia degli istituti. Di fronte a noi sta l’esigenza di riarticolare un discorso critico su proposte che, pur essendo meno invasive, restano destrutturanti del sistema nazionale dell’istruzione. In parte connessa all’autonomia differenziata è possibile una offensiva rinnovata (su cui spingono alcuni patrocinatori della nuova fase politica come CL) sui finanziamenti alle scuole private, rafforzate anche dall’impegno diretto di Confindustria che aprirà il primo liceo di sua proprietà.

La scuola sarà quindi, ancora una volta, un terreno di aspro conflitto.

In questa situazione i comunisti lavorano per costruire una mobilitazione autonoma, politicamente e culturalmente, che difenda i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici dell’istruzione, che contrasti la subordinazione della scuola al sistema delle imprese,

che affermi l’idea di una scuola pubblica, qualificata, di massa. “ha concluso Luca Cangemi

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