Dall’uno al tre Novembre, a l’Avana-Cuba, si è svolto l’incontro antimperialista di solidarietà, per la democrazia e contro il neoliberismo.
Un’importante occasione di confronto che ha coinvolto oltre 1500 delegati in rappresentanza di partiti politici e movimenti, ascrivibili alla sinistra internazionale, provenienti da 93 paesi.
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Per l’Italia erano presenti il Partito Comunista Italiano, nelle persone del suo segretario Mauro Alboresi e del tesoriere Ugo Moro, ed una delegazione dell’Associazione Italia-Cuba.
L’ampio confronto che ne è scaturito, sviluppatosi come da programma in sede plenaria ed in commissioni tematiche, ha evidenziato una piena comunanza di analisi circa il contesto internazionale, assai complesso e problematico, entro il quale si è chiamati ad operare, ciò che lo caratterizza.
Particolare rilievo è stato posto alla recrudescenza della politica imperialista ed all’unilateralismo degli Stati Uniti d’America, all’attacco portato, attraverso una destra reazionaria, fascista, ai legittimi governi del centro e del sud America.
Unanime è stata la denuncia circa il generale restringimento degli spazi di democrazia, l’arretramento delle condizioni di lavoro e di vita delle masse popolari dei diversi paesi, i conflitti presenti in tanta parte del mondo ed i rischi crescenti per la pace, quale portato del liberismo, di un sistema capitalista che si misura oggi con la propria crisi strutturale.
Generale è stata la manifestazione di solidarietà nei confronti di Cuba, da sessantanni sottoposta ad un criminale blocco finanziario, economico, commerciale e degli altri paesi aggrediti, Venezuela in primis.
I molti interventi succedutisi hanno altresì sottolineato l’esigenza di un maggiore e sempre più adeguato coordinamento tra le diverse realtà interessate, al fine di una azione congiunta, a livello nazionale e sovranazionale, a sostegno di un mondo improntato alla collaborazione, alla solidarietà, all’amicizia, alla pace.
In tale contesto il Partito Comunista Italiano ha svolto l’intervento che si allega, ed ha avuto incontri di carattere bilaterale, con alcuni dei partiti politici presenti, a partire da quello con il Partito Comunista Cubano, consolidando relazioni già in essere, promuovendone altre, in coerenza con la propria convinzione circa la necessità di percorrere la strada della massima unità possibile.
Intervento
Desidero innanzitutto ringraziare a nome del Partito Comunista Italiano gli organizzatori di questo incontro antimperialista, di solidarietà, per la democrazia e contro il liberismo per l’impegno profuso al fine della sua evidente riuscita.
Un incontro davvero importante, che si colloca in una fase oltremodo complessa, problematica, aperta a molteplici sbocchi su scala planetaria.
Dopo a caduta dell’URSS, le cui ragioni ci sono note, il capitalismo si era presentato trionfante, fino a dichiarare la fine della storia, promettendo all’umanità intera pace, democrazia, sviluppo.
Oggi, a distanza di 30 anni, la realtà dimostra che tutto ciò si è risolto nel suo contrario.
Mai come in questa fase, infatti, si sono moltiplicati i conflitti, si sono acuite le politiche imperialiste, neo colonialiste, e la pace è a rischio su scala globale.
Mai come ora sono stati messi in discussione e piegati ad interessi di parte il ruolo e la funzione degli organismi internazionali, si è ridotta l’autonomia degli stati nazionali, ristretti gli spazi di democrazia e di partecipazione dei popoli.
Mai come prima era accaduto nella storia dell’umanità, assistiamo all’accrescere delle diseguaglianze, alla concentrazione della ricchezza in poche mani, un processo che ha investito anche il ceto medio, scuotendone le antiche certezze.
Tutto ciò non è casuale, è il frutto della globalizzazione affermatasi all’insegna della concentrazione del capitale finanziario, della cultura liberista, per la quale tutto deve essere assoggettato alla centralità del mercato.
Il lascito di un capitalismo che ha potuto muoversi senza ostacoli è sotto gli occhi di tutti: più povertà, più insicurezza, più solitudine.
Una situazione, quella attuale, che evidenzia la crisi strutturale nella quale si dibatte il capitalismo, i cui “classici” margini di manovra si restringono sempre più.
Una realtà che vede l’imperialismo USA porsi in termini sempre più aggressivi e violenti sulla scena mondiale, ergersi a gendarmi del mondo, manifestare un unilateralismo, che con l’elezione di Trump ha subito un’ulteriore accelerazione, sempre più sprezzante nei confronti del diritto internazionale, del diritto dei popoli all’autodeterminazione ( ed il ruolo crescente della NATO, braccio armato di una dimensione euro atlantica a guida statunitense, con il suo espandersi ad est e nell’area del Pacifico, evidenzia una tendenza al confronto militare, alla guerra sempre più marcata).
Continuano a fare le spese di questa situazione, dell’imperialismo USA, innanzitutto il governo ed il popolo cubano, sottoposti da decenni ad un criminale blocco finanziario, economico, commerciale, che con gli accordi a suo tempo definiti sotto la presidenza Obama si sperava in via di allentamento, se non addirittura di superamento, e che con Trump, invece, non solo si è riproposto in tutta la sua portata, ma è addirittura esposto ad un’ulteriore recrudescenza.
Noi denunciamo tutto ciò, come denunciamo l’aggressione nei confronti del popolo venezuelano, che per quella stessa via si vorrebbe impossibilitato a scegliere il proprio destino, così come le cospirazioni nei confronti del Nicaragua e della Bolivia, quanto accaduto in Brasile, con l’esautorazione di Dilma Rousseff e l’incarceramento di Luiz Inàcio Lula da Silva, che ha portato all’elezione del fascista Bolsonaro, e l’elenco potrebbe continuare.
Ciò che si evidenzia è l’incompatibilità del capitalismo, del quale il liberismo rappresenta l’estremizzazione, con le aspirazioni di vita dei popoli, ai quali non è consentito dire la propria, e contro i quali si scatena la repressione, come dimostrano l’esperienza dell’Equador, di Haiti, ed in questi giorni ha dimostrato, come non accadeva dal 1973, ossia dall’uccisione del presidente Allende e dalla affermazione della giunta militare di Pinochet, l’esperienza del Cile, con il suo carico di distruzione e di morte.
Questo è ciò che abbiamo di fronte, contro il quale dobbiamo indignarci, mobilitarci, e le lotte che in questi paesi si sono manifestate, si manifestano, dicono che ciò è possibile, oltre che necessario, così come tanto continua a dirci l’eroica resistenza del governo e del popolo cubano, al quale non può non andare il nostro ringraziamento, la loro lotta, infatti, è per noi un grande insegnamento. Quello che continua a proporci il capitale è un mondo inaccettabile, fatto a misura degli interessi di pochi a discapito dei più, ove si declina l’io a discapito del noi, nel quale i suoi interessi non si fermano davanti a nulla.
Un mondo dove i muri si costruiscono anziché abbatterli, muri nei confronti di questo o quel paese, di questo o quel popolo, riportando indietro le lancette della storia, ridando fiato alla xenofobia, al razzismo, a pulsioni che si pensavano consegnate per sempre alle pagine più buie della stessa.
Falsificazioni ed omissioni storiche imperano, in Europa, ad esempio, attraverso un pronunciamento del Parlamento Europeo, si è giunti ad equiparare il nazismo al comunismo, a spingere per la messa al bando dei simboli comunisti, a marginalizzare, ad impedire la manifestazione d un’idea. Siamo di fronte ad un progetto revisionista di lungo periodo, volto all’affermazione del pensiero unico, che dobbiamo cogliere in tutta la sua portata e reagire.
Siamo di fronte ad un ulteriore attacco delle classi dominanti nei confronti di un movimento che è in ripresa in tanta parte del mondo, che ha messo e mette in discussione il potere della borghesia, che porta con sé l’idea di un’alternativa di sistema.
La speranza di una società diversa, socialista, non è tramontata, essa è viva, necessaria, motivata da quanto accade, dalle ragioni che ne sono ala base, e la ricerca di ciò, anche in forme inedite, che si misurano con il contesto di riferimento, con la realtà data in molteplici paesi, lo dimostra.
Queste tre giornate, questo incontro, non rappresentano un punto di arrivo; dallo scambio tra i movimenti sociali a vario titolo impegnati e le forze della sinistra internazionale, l’amicizia e la solidarietà ne usciranno rafforzate, e con esse la comune lotta.
Come la storia insegna, il processo di liberazione, di emancipazione dei popoli non è semplice, né lineare, tutt’altro.
Ciò che serve, come sottolineato da tanti degli interventi succedutisi, è una forte unità tra tutti coloro che si riconoscono negli obiettivi perseguiti, un’unità d’azione che deve e può articolarsi a livello nazionale e sovranazionale.
La questione nel no al blocco nei confronti di Cuba, non è certamente esaustiva di tutto ciò, ma è assai importante, e per quanto ci riguarda intendiamo promuovere al riguardo ulteriori importanti iniziative.
C’è bisogno di fare conoscere la situazione, ciò che ne è alla base, squarciando il velo di omertà che strumentalmente il sistema massmediatico, largamente asservito ai poteri forti vi frappone.
Oggi più che mai occorre fare controinformazione, marciare uniti.
Il futuro può essere nostro!