Una piattaforma di lotta per i diritti delle persone con disabilità.

di Luca Cangemi – Segreteria nazionale PCI

Il 3 dicembre è la Giornata Internazionale delle persone con Disabilità. È l’occasione, rifiutando convegnistica e celebrazioni, di proporre una piattaforma di lotta. Una piattaforma che apra un confronto con le organizzazioni sindacali e l’associazionismo di settore e animi vertenze territoriali e nazionali.

Non bisogna spendere molte parole per dire che lo smantellamento dello stato sociale, i tagli selvaggi alla spesa pubblica, le privatizzazioni e, ancor più il trionfo dello spirito privatistico hanno avuto un impatto drammatico sulla condizione delle persone con disabilità. L’intera società italiana ha registrato su questa questione un arretramento che è non solo materiale ma anche civile e culturale.

Anche in settori, come quello della scuola, in cui più forte era stato il lavoro innovativo, fino a configurare un modello d’integrazione apprezzato a livello internazionale, l’involuzione appare drammatica.

Senza parlare di lavoro e assistenza, dove a vecchi ritardi si sommano nuove discriminazioni.

Il peso dell’assistenza ricade quasi interamente sulla famiglia mentre il settore pubblico si è quasi completamente ritirato, lasciando prestazioni essenziali nelle mani di un “terzo settore” caratterizzato dalla precarietà dei lavoratori e delle lavoratrici, da gravi fenomeni di speculazione, da servizi completamente inadeguati.

Per cambiare rotta c’è, dunque, una premessa necessarie: la ripresa forte di protagonismo dello stato, delle regioni e degli enti locali nella programmazione e nella gestione diretta degli interventi. E connesso a ciò un forte incremento delle risorse disponibili. Anche qui “Più stato e meno mercato”. Anzi lavoriamo a sottrarre i bisogni e i diritti delle persone con disabilità ai meccanismi discriminatori del mercato. In questo obiettivo intravediamo anche la possibilità di connessione con parti grandi del mondo del lavoro, in particolare giovanile e femminile. Il settore socio-assistenziale è tra quelli a più alta intensità di lavoro, la lotta per assicurarne lo sviluppo e sottrarlo a logiche speculative è parte essenziale di una battaglia più generale nel mondo del lavoro.

Questo impianto generale va poi articolato iniziative per settori e problemi:

– un grande impegno per la mobilità sul territorio, per l’agibilità degli uffici pubblici e dei luoghi di socialità. Questo significa forti e diffuse iniziative di riqualificazione per abbattere le barriere architettoniche, per dotare le strade di adeguata segnaletica, per favorire la fruibilità dei trasporti intervenendo su percorsi, mezzi e tariffe (anche per gli accompagnatori). Questi interventi possono essere occasioni di ripensare complessivamente la vivibilità sociale delle città.

-una rinnovata azione per aprire il mondo del lavoro alle persone con disabilità. Rivedere le norme sul collocamento obbligatorio (legge 68/99), garantendo controlli adeguati, non solo sul quanto ma sul come i lavoratori con disabilità vengono impiegati nelle aziende. Garantire fondi per le necessità strutturali che implica il lavoro per i disabili

-una forte iniziativa per rilanciare l’integrazione delle persone con disabilità nell’istruzione (anche quella per gli adulti, oggi trascurata) e nella formazione professionale. L’emergenza più immediata è quella della specializzazione di un adeguato numero d’insegnanti di sostegno (oggi decine di migliaia di posti di sostegno sono coperti da personale non specializzato o, addirittura, non coperti affatto). È necessario quindi rafforzare le strutture pubbliche formative, in qualità e quantità, e renderne gratuito l’accesso oggi scandalosamente costoso. È necessario anche rafforzare i servizi di assistenza igienico-sanitaria e assistenza alla comunicazione per gli studenti con disabilità.

– una costante attenzione per cure e assistenza. È necessario battersi per adeguare e estendere i servizi, per formare le figure professionali per le molteplici necessità (dalla fisioterapia al sostegno psicologico della persona e della famiglia). Un grande capitolo da aprire è quello dei fondi per la ricerca scientifica e quella ingegneristica (per nuove protesi, esoscheletri, ausili elettronici per domotizzare un ambiente con assistente vocale ecc.) In questo contesto va affrontata anche la questione, drammatica, dei familiari di persone con disabilità gravissime, per le quali le agevolazioni previste dalla legge 104 non sono sufficienti. In questi casi è necessario pensare a forme articolate che permettano l’assistenza al familiare non autosufficiente garantendo reddito e copertura pensionistica.

-promuovere, a partire dagli enti locali, forme di rappresentanza del mondo della disabilità e sostenere l’associazionismo.

Davanti a noi, al Partito Comunista Italiano, sta un impegno di lungo periodo, su questo terreno di lotta significativo non solo perché riguarda milioni di uomini e donne nel nostro paese ma anche perché ben fa comprendere la nostra idea di società.

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