di Lucia Mango, Segreteria Nazionale PCI, resp. Lavoro e Oreste della Posta, Segretario Regionale PCI Lazio
Il Partito Comunista Italiano, nel Lazio, negli ultimi mesi ha densamente aumentato la propria attenzione e partecipazione diretta a fianco dei lavoratori nei vari momenti di lotta. Valgano la vicinanza e partecipazione attiva a Vertenza Frusinate, così come la presenza a fianco dei lavoratori di Mercatone Uno, dei dipendenti di Metro C, delle scuole, e così via. Ora in questa dovuta presenza per la nostra scelta di essere riferimento della classe lavoratrice, proprio come Partito Comunista Italiano, pure dopo vari incontri regionali, ultimo con l’assessore Di Berardino, abbiamo deciso di chiamare in causa il Governo tramite il proprio responsabile del settore. Per quanto possiamo non ci fermiamo e continuiamo a chiedere che siano risolti problemi drammatici e urgenti, così come quelli strutturali. Da qui nasce la lettera (di seguito riportata) .
La
situazione delle vertenze nel Lazio risulta drammatica da qualche
anno. E ogni anno, anziché individuare soluzioni siamo costretti a
chiedere che si trovino i soldi per finanziare gli
ammortizzatori
sociali. Da 16 aree di crisi complessa si è arrivati a 20 ed ogni
anno si aggiungono
chiusure aziendali e disoccupazione
crescente, in una regione che non riesce ad attrarre investimenti
aiutino a superare una crisi che si protrae da troppi anni e grava su
un tessuto sociale ormai in grave difficoltà. Nel 2017 un
emendamento una legge di bilancio permise di
allungare la
mobilita’ per i lavoratori di ben 16 aree di crisi complessa. Il
governo in quel periodo stanzio 117 milioni da suddividere tra le 16
aree Nel 2018 anno il governo giallo-verde nella legge di bilancio
conferma lo stanziamento di 117 milioni ma le aree di crisi complessa
aumentarono
siamo ora a 20. Il attesa che la Regione Lazio metta
in atto politiche attive di reinserimento di questi ex lavoratori nel
mondo del lavoro crediamo che sia doveroso che il Governo si faccia
carico di trovare un percorso di continuità alla mobilità per
questi lavoratori. E’ compito dello Stato attuare
politiche
del lavoro in grado di dare risposte che favoriscano
l’occupazione. LE risorse nel paese, così come nel
Lazio, non mancano. Dal riassetto idrogeologico, ai beni culturali,
alla capacità di attrarre investimenti produttivi, che creino lavoro
e mettano a valore il territorio. Il PCI chiede che il
governo e la Regione trovino le risorse che oggi sembrano essere
sparite dalla legge di bilancio, affinchè queste numerosissime
famiglie riescano a vivere. Lo stesso Governo dovrà fare sì che la
Regione Lazio attui quelle politiche attive per il lavoro di cui da
anni si parla ma che ancora non hanno visto alcuna attuazione. Si
parla di disoccupazione in calo e di nuovi occupati ma ciascuno di
noi conosce il metodo di composizione di queste statistiche. Si
conteggiano anche gli occupati per poche ore o pochi giorni e non è
questo il lavoro che garantisce sussistenza alle famiglie ed al
paese. Per questa ragione chiediamo direttamente al Ministro del
Lavoro e delle Politiche Sociali di attivarsi al fine di trovare una
soluzione occupazionale reale e duratura a questi, tantissimi,
lavoratori, che subiscono una crisi che non è stata provocata
certamente da loro. Nel frattempo è necessario trovare le risorse
affinché si rinnovi la mobilità, che, ad oggi, dopo molte parole
che non hanno trovato riscontro nella realtà, è l’unica garanzia
per queste famiglie di poter vivere con dignità.