LA TRAPPOLA DELLE TASSE

Leonardo Caponi

Io credo che un partito di sinistra e anche un sindacato, dovrebbe uscire dalla gabbia che il governo conservatore di Draghi impone alla discussione sulla cosiddetta riforma fiscale. Il problema non è soltanto quello di discutere dell’aumento o della diminuzione di pochi punti di riduzione delle aliquote a questo o a quello, ma di avere ben chiaro che, con questa pseudo riforma, il governo si propone di congelare e perpetuare un sistema fiscale che ha costituito il principale strumento di trasferimento di redditi e ricchezza dalle classi meno agiate a quelle ricche o più ricche. Anche il disegno di riduzione delle aliquote è funzionale a questo disegno. Il progetto governativo privilegia (con la diminuzione del 4%, mentre per gli altri è del 2) i redditi al di sopra dei 35mila euro anno e i lavoratori autonomi rispetto a quelli dipendenti, dopo che, in questi anni della pandemia, il governo ha riempito i colossi dell’industria e della finanza, ma anche le imprese medio grandi di una montagna di denaro che è all’origine del nuovo balzo del debito pubblico e che peggio sarà con i fondi del PNRR.
E ‘ sbagliato farsi ridurre alla pratica della diminuzione delle imposte dirette. Quest’ultima, ove anche fosse per i lavoratori a reddito fisso, sarà compensata, come recitano i manuali dell’economia liberale e come sta accadendo oggi nella realtà, dall’aumento della imposizione indiretta e dal taglio alla spesa sociale e produttiva dello Stato, tutte a danno del lavoro dipendente e degli stipendi fino a 1500, 2000 euro al mese. Non parliamo poi dei lavoratori precari. Quindi, insisto, vuol dire che i dipendenti, che coprono i due terzi del gettito fiscale dello Stato, si ripagano da soli con gli interessi le effimere diminuzioni dell’Irpef.
Credo che un partito di sinistra e un sindacato di popolo, non possano accettare una discussione nella quale la espressione lotta all’evasione fiscale, incredibilmente, nemmeno compare, in un impianto “riformatore” del governo che ha come obiettivo proprio quello della perpetuazione dell’elusione e dell’evasione fiscale.
Infine, si fa una discussione sul fisco in un Paese nel quale il 10% delle famiglie detiene il 50% della ricchezza nazionale. E invece di proporsi di ridurre questo gap, attraverso una imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze, si punta a far arricchire ancora di più quei pochi privilegiati nell’ambito della teoria liberale di provenienza Usa del “gocciolamento”, cioè che, a misura che si arricchiscono i ricchi, qualche goccia della loro ricchezza ricade sul resto della società e sui poveri. In nome di una finta modernità torna la cultura del Medio Evo.
Non sono massimalista, ma una forza che non dice queste cose, non è una forza di sinistra.

2 Comments

  1. Liliana Frascati

    Ottimo ma non è facile capirlo per chi sa poco o niente di economia. Anche un risparmio di qualche centinaio di euro all’anno sembra tanto a chi ha un reddito medio basso da lavoro dipendente o da pensione. Il problema vero riguarda il fatto delle risorse che sarebbero necessarie per migliorare la sanità, la scuola, l’abitazione, il lavoro, l’occupazione etc, risorse che possono saltare fuori solo facendo pagare i più ricchi ma in Parlamento non c’è quasi più nessuno che si preoccupi di questi aspetti, tranne qualche raro politico che non riesce ad avere seguito.

  2. igor

    Qualcuno può fare qualcosa a livello di “decreto legge” urgente contro i decreti ingiuntivi e i pignoramenti fatti dagli avvocati sulla prima casa di tantissimi italiani, che peraltro arrivano a razzo sui malcapitati con l’espediente ormai diffuso della comunicazione via PEC , rendendo la vita di moltissime persone un vero inferno!
    Bisognerebbe ricordare inoltre, se possibile, a quante più persone possibile tramite i media disponibili anche che “Il Tribunale ritiene preclusa al professionista (avvocato) la possibilità di sgire con il procedimento monitorio puro, ossia di ottenere un decreto ingiuntivo in assenza di puntuale prova scritta di ciascuna delle prestazioni e delle spese,ovvero dell’accordo scritto sul compenso”. altrimenti è una truffa ai danni dei cittadini e praticamente nessun avvocato ci si mette per recuperare le somme dovute ad un altro collega avvocato e se vai alla polizia finisce spessissimo che ti chiedono di fare denuncia e praticamente ti mandano da un avvocato (per affrontare ulteriori ingentissime spese e se non hai i soldi a sufficienza pure questultimo avvocato ti pignora avvisandoti a razzo a mezzo della ormai tristemente famosa PEC)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *