Dichiarazione di Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola del Partito Comunista Italiano.
Il PCI sostiene lo sciopero della scuola del 10 dicembre e parteciperà alle iniziative previste in tutto il paese, a partire dalla manifestazione di Roma. È necessario dare un segnale di lotta determinato anche per rafforzare lo sciopero generale previsto per il 16 dicembre – ha dichiarato Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola del PCI.
Dopo mesi di incertezze -e di aperture immotivate- di credito al governo Draghi da parte delle organizzazioni sindacali confederali, lo sciopero rappresenta un’occasione grande di costruire un’opposizione a scelte devastanti contro la scuola, nel quadro di una politica antipopolare di cui è espressione inequivocabile la legge di bilancio. La convergenza di settori importanti del sindacalismo di base sulla data del dieci è un ulteriore elemento da sottolineare positivamente, ed è molto importante la mobilitazione studentesca di queste settimane.
Lavoriamo perché questo sciopero diventi un passaggio importante verso una nuova stagione di lotta per difendere l’istruzione pubblica del nostro paese, le condizioni e i diritti di chi in essa lavora e studia.
Sin dall’insediamento del governo abbiamo denunciato la volontà del ministro Bianchi di imporre alla scuola una logica aziendalista e di umiliare il lavoro di docenti e ATA. Con il PNRR e la Legge del Bilancio abbiamo una avuto chiare conferme: nessun investimento reale per adeguare retribuzioni tra le più basse d’Europa e per gli organici, nessuna soluzione per il dilagante precariato e per la mobilità. Invece si ripresenta il mortale pericolo del regionalismo differenziato, si accelerano sperimentazioni assurde come gli istituti superiori quadriennali.
Una propaganda ministeriale intensa quanto bugiarda nasconde questi dati di fatto così come cerca di deviare l’attenzione dagli effetti di una delirante gestione della fase pandemica, dalle cattedre ancora scoperte, dalle strutture fatiscenti.
È necessario aprire con lo sciopero una fase di lotta prolungata capace di contrastare le controriforme, di strappare un contratto positivo, di resistere all’autoritarismo, riaffermando diritti e libertà di insegnamento – ha concluso Cangemi.