a cura di Norberto Natali – Direzione Nazionale PCI
Già la scorsa settimana il nostro sito aveva scritto che erano iniziate le convulsioni del governo Draghi che potevano portare ad elezioni anticipate in autunno.
Spiegavamo che ciò era dovuto alla bancarotta politica e programmatica di questo governo ma le origini della crisi in corso vanno rintracciate nei summit di NATO e G7 di circa tre settimane fa.
Probabilmente da essi derivano anche i rivolgimenti in corso nel sistema di potere ucraino: la magistratura è stata decapitata e sono stati arrestati (o incriminati) quasi un migliaio di importanti funzionari dello stato, in particolare della sicurezza.
A fine giugno il consorzio delle potenze imperialiste ha rilanciato la sua azzardata politica di tensione e conflitto, un nuovo passo verso la guerra mondiale, dopo aver preso atto del suo isolamento dalla maggioranza dell’umanità e del sostanziale stallo (se non vogliamo parlare di insuccesso) della precedente fase di provocazione ed aggressione verso la Russia. In particolare, si è dovuto fare i conti con l’effetto “boomerang” delle sanzioni, dalle quali è derivata una grave crisi economica ed energetica con un’esplosione incontrollata dell’inflazione.
Ora, insomma, andiamo a fulminee elezioni anticipate (25 settembre) nonostante manchino i requisiti istituzionali e costituzionali che le rendano obbligatorie.
È dunque utile qualche esempio sulla credibilità e la moralità politica e culturale del sistema di potere che si esibirà nella campagna elettorale.
– Si mette in primo piano, drammatizzandola, una modesta perdita (1,5%, molto meno di altre circostanze) della borsa di Milano, come a dire: bisogna tenersi Draghi altrimenti i “mercati” ci puniscono. Già così è un clamoroso autogol degli strumenti di propaganda del capitalismo, ossia l’ammissione che i “mercati” sono incompatibili con la democrazia: il parlamento non deve realizzare gli interessi del popolo o della Repubblica o i principi della Costituzione, ma quelli dei “mercati”, ossia di un pugno (pochissime migliaia, al massimo) di privilegiati e sfruttatori. In ogni caso, c’è da chiedersi perché cali di borsa anche maggiori non siano stati altrettanto enfatizzati quando sono avvenuti, per esempio, in corrispondenza di avventate misure guerrafondaie anche recenti.
– Uno dei più rappresentativi “pargoli” di Draghi è il politicante fantozziano Di Maio. Aveva esordito -per lucrare voti di tanta gente onesta- come quello che era perfino contro l’euro ed ora fa scissioni in difesa della UE e della NATO. In questi giorni si è scagliato contro qualsiasi critica al governo, elencando tutte le cose positive che il parlamento potrebbe fare nei prossimi mesi. Neanche due anni fa, per sostenere il suo referendum per tagliare il numero dei parlamentari (ora si capirà meglio chi sono i mandanti e la vera funzione di quella campagna) dichiarava esattamente il contrario, cioè che questo parlamento era solo inutile e dannoso.
– Anche in queste ore emerge (confermato dagli stessi interessati) come il vero partito di Draghi (di ciò che egli rappresenta) è il PD o, se vogliamo, viceversa è Draghi la reale espressione di ciò che il PD rappresenta. Siccome il dimissionario capo del governo è un modesto funzionario della grande finanza angloamericana, uno dei più fedeli esecutori degli interessi USA e NATO in questi mesi, si conferma che il PD è, più di altri, il partito dell’imperialismo, della guerra, della grande finanza internazionale (europea ed atlantista) responsabile della distruzione del clima e della natura e della crescente miseria riservata alle masse lavoratrici e alla gioventù.
Tuttavia, non dimentichiamo che uno dei fatti più significativi di questi giorni sono le persecuzioni di sindacalisti di base e di lotte dei lavoratori del nord Emilia, sulle quali si è già espresso, con chiarezza e tempestività, il Dipartimento lavoro del nostro Partito. Indubbiamente ci troviamo di fronte ad una “sorpresa” (giova ribadirlo: non c’era nessun obbligo per farlo) senza precedenti nella storia della nostra Repubblica: la campagna elettorale, nonché i suoi preparativi, si svolgeranno a cavallo di ferragosto e nella fase finale dell’estate. Un espediente molto efficace per approfondire la separazione tra popolo ed istituzioni politiche, ridurre le elezioni e la democrazia ad una banalità giuridica (come temeva Togliatti), fare in modo che il prossimo parlamento -quello voluto da Grillo e Di Maio- scaturisca esclusivamente dal “Palazzo”.
Il quadro di quel che accadrà, comunque, non è ancora chiaro e definito, nonostante le apparenze. Non a caso, la scorsa settimana su questo sito abbiamo scritto di temere che ci aspettino mesi convulsi e torbidi.
Tutto lascia pensare che ai summit imperialisti di fine giugno sia stato deciso anche qualcos’altro, forse manca ancora una “sorpresa”, funzionale agli interessi di quella parte della grande finanza internazionale che considera il nostro paese una sorta di colonia di tipo nuovo.
Noi comunisti vogliamo essere pronti: nonostante tutto, lotteremo -senza temere l’impari rapporto di forze- e dimostreremo che siamo il più credibile e coerente Partito della pace e del proletariato al tempo stesso, perciò il più autentico difensore dei valori della Resistenza, della Costituzione, della Repubblica, dunque dell’Italia.
Penso fermamente che di socialismo ci sia ancora bisogno. Anzi, è proprio la perdita di questa visuale che sta causando tante tragedie. Il socialismo non risolve di per se stesso le varie contrapposizioni umane o i vari problemi, ma nel cammino umano rappresenta una “condizione sine qua non”. Magnifico è l’esempio che ci sta dando Cuba con la sua rivoluzione, nonostante i tentativi fatti dagli USA per soffocarla, arrivando persino nei nostri giorni alla soglia del genocidio verso quel popolo.
Penso che i comunisti, ancor prima di essere tali, appartengono alla specie Homo hominis, con tutto quello che ne consegue. Non si si chieda a un comunista, nemmeno a un comunista, quello che un Homo hominis non può dare. Già i comunisti hanno dato tanto, un contributo umano gigantesco, al progredire della storia umana. Ognuno di noi è anche portatore di una propria individualità di pensiero. Inoltre ognuno di noi, non dimentichiamolo mai, è anche prigioniero del contesto storico in cui si trova a vivere e ad operare. In ogni processo rivoluzionario di successo, la prima cosa a cui i protagonisti hanno dovuto provvedere è la difesa armata dalle aggressioni provenienti dall’estero.
La storia dell’URSS fa parte della storia umana, è storia, anche se l’esito di quella storia poteva e doveva essere diverso. Però i valori che questo paese e questa rivoluzione hanno espresso o che hanno inteso esprimere devono essere recuperati, recuperati in termini moderni, attuali. Ne hanno bisogno la Russia, l’Ucraina, l’Italia, l’Europa, il nostro pianeta. Senza questa prospettiva i comportamenti sociali di noi Homo sapiens determineranno solamente altra guerra, altra morte, altra sofferenza e distruzione. Ora, però, abbiamo tutti bisogno di passaggi condivisi e condivisibili per la nostra sopravvivenza collettiva e che vengono ancor prima del voler costruire il socialismo, ed impellenti. Il primo deve essere quello di spingere fuori dall’Europa la guerra: deve essere spinta fuori la NATO! Si tratta di una decisone diventata non opportuna, ma necessaria, e alla quale non c’è alternativa. In questo compito è possibile stare tutti assieme, comunisti e non comunisti, altri, tutti. Il proseguo lo si determinerà successivamente, parlando e discutendo assieme. Ognuno prenderà poi una propria strada nella politica del proprio paese e dell’Europa.
L’Ucraina viene descritta come un territorio pieno di armamenti di elevata tecnologia e di costo decisamente elevato, forniti soprattutto da USA e Inghilterra. Questi due paesi combattono la loro guerra coloniale e imperialistica contro la Russia standosene a grande distanza ed utilizzando gli ucraini come loro truppe cammellate da mandare al macello.
Diego Bigi – Parma
(prima parte)
(seconda parte)
Oggi l’evoluzione tecnologica in tutti i settori degli armamenti, iniziata con la comparsa dell’arma atomica (come avvertì già allora Palmiro Togliatti), condiziona fortemente il percorso storico dell’umanità. Quello che era possibile ieri, o poteva esserlo, non è più possibile oggi. La forza delle idee, per vincere, deve essere ormai sorretta da altri tipi di forza. Si pensi all’aggressione subita pochi anni fa dalla Libia da parte di vari paesi NATO. Mi pare che questa sia stata la prima volta che una guerra sia stata vinta solamente con la tecnologia allo stato puro, senza subire proprie perdite né in uomini né in mezzi militari.
L’Italia sta spendendo tanto, ma tanto, per inviare al tragicomico governo di Kiev armi di ogni tipo. Prendiamo invece come italiani una prima iniziativa di vita: apriamo i nostri ospedali ai bambini, ai bambini feriti e mutilati provenienti dall’Ucraina e dal Donbass, prendendo accordi con i rispettivi governi. Bambini feriti e mutilati da armi russe e da armi occidentali e della Nato. E poi si faccia vedere nelle nostre televisioni i loro occhi che ci guardano, i loro volti di bambini che sorridono, pieni di vita, e poi, subito dopo, si faccia vedere, qui sì indugiando, che manca loro un piede, una gamba, una mano, un braccio o mutilati in altro modo. Intenzionalmente si dica anche in televisione che non diciamo da che zona di guerra questi bambini provengono, si dica che sono soltanto bambini, bambini che volevano vivere la vita. Con un grido finale: PACE! – CHE SI ABBASSINO LE ARMI!! – Via la NATO dall’Italia!!.
Diego Bigi – Parma
E io vi voto!
(Diego Bigi – Parma) – Mi pare idoneo inserire qui una mia breve poesia scritta nel 2006, e che ha per titolo:
LA GUERRA.
Il sangue e la morte,
la tortura e il dolore,
gli occhi e davanti il vuoto.
Ho osservato che il mio scritto non è stato pubblicato, probabilmente perché considerato fuori tema. Non pensavo. Lo ritenevo e lo ritengo invece di sostegno “laterale” e quindi un valido rafforzativo dell’articolo. Infatti nell’articolo si parla convintamente di Nato, di Ucraina, di aggressione militare verso la Russia, del nostro partito come il Partito della Pace. Sono tutti argomenti espressi nel mio scritto. Non ho usato la parola PCI, ma quella più ampia e comprensiva di socialismo, che spesso manca. Non ho usato il triste nome di Draghi, questo sì. Forse ho sbagliato io, andando troppo di lato. Comunque un grazie convinto all’impegno di tutto il partito per la Pace e contro la guerra.
Diego Bigi – Parma
Aggiungo un’ultima cosa. Nel precedente mio scritto ho usato intenzionalmente la dicitura “Homo hominis” al posto di quella certamente più esatta di “Homo sapiens”. – Diego Bigi – Parma
purtroppo non sono in grado di poter firmare, lavorando fuori della mia regione, vi ringrazio di continuare a tenere falce e martello come simbolo, avrete il mio voto.