LE NUOVE PRIVATIZZAZIONI DEL GOVERNO MELONI


“Noi prevediamo nel documento economico di bilancio 20 miliardi in tre anni”. E ancora “…un lavoro che si può fare con serietà, come lo immagino io…” Queste due frasi sono estratte dall’intervista a Quarta Repubblica rilasciata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Di cosa sta parlando?

Sta parlando di un nuovo capitolo di privatizzazioni e svendita di patrimonio pubblico, che è ormai una prassi decennale che unisce ideologicamente PD, 5 Stelle, Lega e FdI: Schlein e Bonaccini a Meloni e Salvini.

Il primo patrimonio pubblico che vogliono mettere sul mercato è Poste Italiane; dal 10 al 20 per cento delle quote pubbliche attualmente detenute dal Tesoro (29,3%) e da Cdp (35%) saranno cedute, perseguendo il disegno che era stato messo in piedi dal governo Gentiloni quando aveva deciso la quotazione in borsa della società, in una perfetta continuità liberista.

Nella lista del governo ci sono anche ENI e le reti Terna e SNAM, ovvero di infrastrutture strategiche per il Paese.
Altro ulteriore capitolo è Trenitalia, per la quale servirà un progetto di più ampio respiro dice Meloni, ma intanto si prepara l’ulteriore cessione di quote ai privati.

Le lotte di popolo, le lotte dei comunisti per creare valore collettivo tramite le aziende di stato e garantire diritti e sovranità popolare, vengono tradite e umiliate sull’altare dell’ideologia liberista e dei dogmi della Commissione europea.
Il Partito Comunista Italiano denuncia i regali che i governi stanno facendo alle borse, alle oligarchie finanziarie e alle Multinazionali e sosterrà le lavoratrici e i lavoratori che si opporranno alle privatizzazioni, contro il liberismo imperante e per il benessere popolare.

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