Addio al compagno Musolino, internazionalista e uomo di partito

A soli 52 anni, poche ore fa, Il compagno Maurizio Musolino ci ha lasciato. Negli ultimi mesi aveva lottato contro la malattia, con la forza d’animo e la tenacia che lo caratterizzavano, circondato dall’affetto di tanti compagni e compagne, coi quali aveva condiviso momenti importanti della sua militanza politica – lotte, missioni di solidarietà, incontri internazionali, manifestazioni – e che si erano aggiunti a quella famiglia, a cui fu sempre molto legato.

Figlio di un dirigente comunista calabrese, Maurizio era nato a Roma nel 1964, e aveva iniziato la sua militanza iscrivendosi a 14 anni alla Fgci. Cresciuto nel Partito comunista italiano, affiancò presto l’impegno politico a una grande capacità professionale, che lo portò a diventare un bravissimo giornalista e a collaborare col “manifesto” prima, con “Avvenimenti” e “Liberazione” poi.

Dopo lo scioglimento del Pci, Maurizio aderì a Rifondazione comunista, nella quale proseguì il lavoro nel Dipartimento Esteri già iniziato nel Pci. Esperto conoscitore del Medio Oriente e del mondo arabo, ha dedicato la sua militanza e passione politica in particolare alla causa del popolo palestinese, e nel 2000 fu tra i fondatori del Comitato “Per non dimenticare Sabra e Chatila”, che con le sue missioni in Libano ha tenuto vivo il ricordo di quanto accadde ma anche l’impegno solidale verso i rifugiati palestinesi.

Nel 1998 Musolino aderì al Partito dei comunisti italiani, iniziando a collaborare al settimanale “La Rinascita della sinistra”, di cui divenne direttore nel 2007. Membro della Direzione del Pdci e responsabile Immigrazione, negli anni scorsi Maurizio ha continuato la sua instancabile attività nel Dipartimento Esteri e poi come responsabile Comunicazione, impegnandosi per il Partito anche nei momenti più difficili, sempre anteponendo la militanza alla carriera, sacrificando, anzi, all’impegno politico anche le legittime aspirazioni professionali, che un giornalista come lui, esperto di Medio Oriente e di questioni geopolitiche, avrebbe potuto legittimamente coltivare.

Convinto sostenitore dell’unità dei comunisti, Maurizio aveva trovato le forze per partecipare all’assemblea costituente del PCI svoltasi a luglio a Bologna, e fino all’ultimo ha continuato a impegnarsi per la causa palestinese, la giustizia e la pace in Medio Oriente, da internazionalista e uomo di partito quale è sempre stato.

Il PCI inchina le sue bandiere alla memoria del carissimo compagno scomparso, esempio per tutti di ciò che deve essere un militante e un dirigente di partito.

Caro Maurizio, porteremo sempre con noi il tuo ricordo, e anche in tuo nome proseguiremo il nostro impegno e la nostra lotta.

Il Partito comunista italiano

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