La riapertura della scuola in Sicilia: un rischioso gioco propagandistico

di Luca Cangemi (Responsabile Nazionale Scuola e Università PCI)
e Roberto Bauccio (Segretario PCI Sicilia)

Il mondo della scuola, di ora in ora, assiste sbigottito a una commedia in cui tutte le parti – dal Ministero dell’Istruzione a quello dei trasporti, dal Governo nazionale a quelli regionali – offrono il peggio di sé. Sulla scuola superiore si gioca una partita propagandistica che non tiene conto delle vere questioni in gioco: il diritto alla salute, il diritto allo studio, le concrete condizioni della didattica.

In Sicilia la questione è particolarmente grave e ovviamente coinvolge tutte gli ordini della scuola, anche quelli di cui si discute meno.
Dall’inizio dell’anno scolastico denunciamo una situazione grave, frutto di scelte irresponsabili di Ministero, Regione, Enti Locali. Organici, spazi, trasporti – solo per citare alcuni problemi – sono sin da settembre assolutamente insufficienti anche per realizzare le (inadeguate) misure di sicurezza previste dai protocolli. E lo sono tuttora. In un quadro regionale, inoltre, in cui qualunque forma decente di tracciamento del contagio è saltata da mesi, il rapporto scuola-strutture sanitarie è stato e continua a essere semplicemente inesistente. Queste condizioni e i dati sempre più preoccupanti della diffusione del COVID-19 nell’Isola dovrebbero indurre il governo regionale e il suo assessore all’istruzione a un atteggiamento di cautela e di operosità di cui finora non vi è traccia.

Il mondo della scuola dell’Isola ha espresso in molteplici forme una forte preoccupazione, a cui va data una risposta coerente: è necessario evitare una riapertura propagandistica e caotica e invece operare per risolvere i problemi che impediscono una riapertura in condizioni di sicurezza accettabili, oggi inesistenti.

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