Oggi, 13 luglio 2016, sono due anni che i comunisti di Vicenza sono orfani del compagno Quirino Traforti.
Vogliamo ricordare il suo esempio, il suo essere incorruttibile, il suo essere Comunista senza tentennamenti. E ricordiamo le sue parole, la sua vita straordinaria che ci sapeva raccontare con semplicità, il suo spiegare con lucidità la storia e la cronaca, il mondo del lavoro e i conflitti che sono necessari per costruire una società migliore.
Quirino è un maestro. Non aveva scelto di esserlo, ma lo fu proprio perché rifuggiva ogni intellettualismo e qualsiasi forma di carrierismo. Lo fu perché ogni suo pensiero, ogni sua azione fu d’esempio a chi ebbe il privilegio di conoscerlo. Quirino era “l’uomo nuovo” che poteva forgiare una società di liberi e uguali. Un partigiano per tutta la vita, un vero rivoluzionario. Quirino sopravvisse alla fucilazione e al colpo di grazia durante il rastrellamento nazifascista della Piana di Valdagno. Finita la guerra continuò la lotta costruendo il PCI e il sindacato a Valdagno. Per fermare la sua azione politica il padrone e i dirigenti della Marzotto (dove lavorava) tentarono di corromperlo. Quirino rifiutò. Ai dirigenti che gli avevano offerto “tanti soldi che non si può immaginare” disse “ditegli al conte che lui si tenga i suoi soldi che io mi tengo le mie idee”. Fu licenziato in tronco e subì ogni tipo di angheria. Quirino non si arrese e continuò a lottare per un paese migliore e per il Partito Comunista. Il suo, il nostro partito. Lo fece fino a quando chiuse gli occhi per sempre due anni fa.
Di Quirino si possono dire tante cose, si possono ricordare mille episodi della sua vita straordinaria … ma una cosa è fondamentale: Quirino fu una persona talmente eccezionale da essere normale. Diceva spesso che non c’era nulla di eroico in quello che aveva fatto perché non aveva avuto scelta. Non avrebbe mai potuto fare altrimenti. Glielo impediva la sua grande onestà e la convinzione che la scelta di essere Comunista era definitiva. E che essere Comunista comporta una saldezza morale e una coscienza collettiva che non potevano essere messe in discussione da nessun privilegio individuale. Per questo non poteva sopportare i rinnegati e chi era uso cambiare di casacca per scopi personali. Per quello che fece (e fu tanto e di altissima qualità) per Partito e sindacato, non chiese mai nulla in cambio. Lo fece e basta.
Quirino era l’esempio vivente di cosa deve essere un Comunista.
Per questo sabato andremo a trovarlo al cimitero della Piana dove è sepolto assieme ai suoi compagni che furono fucilati nel settembre del 1944 dai nazifascisti. Per questo consegneremo simbolicamente al compagno Quirino Traforti, nome di battaglia “Carnera”, la prima tessera della federazione vicentina del PCI. La consegneremo alle figlie come auspicio che il PCI che stiamo costruendo sia formato da tante compagne e compagni che sappiano stringere quella bandiera rossa, che Quirino aveva alzato tante volte, con la stessa forza e la stessa convinzione che lui ebbe in ogni istante della sua vita.
Noi lotteremo per questo.