Contro le minacce di Trump

di Giusi Greta Di Cristina, CC, responsabile nazionale per i rapporti con l’America Latina

Il Partito Comunista Italiano denuncia con fermezza gli attacchi alla libertà e alla sovranità del popolo bolivariano del Venezuela operati con tenacia negli ultimi giorni da parte del governo degli Stati Uniti d’America.

L’11 agosto scorso, il presidente Donald Trump ha infatti minacciato di ricorrere a un intervento militare per bloccare il risultato delle votazioni che hanno dato vita all’installazione dell’Assemblea Nazionale Costituente, un risultato voluto dal popolo venezuelano che conferma la volontà – popolare, appunto – di perseguire nella linea del Socialismo del Siglo XXI e che riconosce in Nicolás Maduro il proprio legittimo presidente.

Alla minaccia di Trump, che va contro ogni logica di rispetto delle decisioni assunte liberamente da un popolo, contro ogni principio di autodeterminazione, contro ogni forma di rispetto dei parametri di non ingerenza negli affari interni di uno Stato, un gruppo di Paesi latinoamericani, orbita degli Stati Uniti, il cosiddetto “gruppo di Lima” (o meglio “congiura di Lima”) si è unito alle considerazioni nordamericane per le quali il Venezuela non ha promosso votazioni democratiche e starebbe violando i diritti umani, specie attraverso la detenzione di dissidenti politici.

Dall’altro lato, molti altri Paesi nel mondo, compresa la Cina, hanno riconosciuto immediatamente l’ANC e hanno ribadito la contrarietà rispetto agli attacchi degli Stati Uniti, che giorno 18 agosto hanno rincarato con un vero e proprio appello contro il Venezuela.

Il PCI, vicino al Paese bolivariano e alle sue istituzioni in Italia, denuncia l’attacco continuo e pianificato operato dagli USA ai danni di un Paese il cui governo è stato regolarmente eletto e riconosciuto. Un Paese che ha subito mesi di violenza per le strade, una violenza organizzata dalla destra filogolpista che ha tentato in ogni modo di mettere in atto una destabilizzazione alla “maniera cilena” che avrebbe dovuto trascinare il Venezuela nel caos più totale. Una violenza che si è scatenata, tra l’altro, anche il giorno della votazione dell’Assemblea Nazionale Costituente, con migliaia di cittadini venezuelani minacciati e fisicamente bloccati dal poter esercitare il proprio diritto. All’indomani dell’ANC la pace è ritornata nelle città venezuelane, indice che gli atti violenti servivano esclusivamente a destabilizzare il Paese.

Ma i tentativi di screditare l’operato del governo bolivariano e sovvertire il legittimo potere non tendono a terminare. Ed è per questo che ci schieriamo, senza dubbio alcuno, dalla parte di Maduro, del governo, dell’ANC e ci uniamo all’appello del governo bolivariano dinnanzi agli Stati di tutto il mondo affinché la denuncia di quanto sta accadendo nei confronti del Venezuela – l’ingerenza nei suoi affari interni, le sanzioni imposte unilateralmente al Paese dagli Stati Uniti, l’utilizzo delle organizzazioni politiche (come l’OEA) per dirigere lo scacchiere delle forze contro Maduro, gli appelli per scatenare un conflitto contro il Paese e la minaccia di un intervento armato per esportare per l’ennesima volta democrazia – venga percepita da tutti gli Stati del mondo come la prova di un vizio antico, che in Nord America viene perpetrato senza soluzione di continuità, repubblicano o democratico che sia il presidente.

La comunità internazionale tutta deve rispondere con fermezza a quest’atto di forza intollerabile dinnanzi a un Paese rispettoso delle proprie leggi e modello di dignità e valore in tutto il mondo.

 

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