A cura di Giusi Greta Di Cristina, CC, responsabile nazionale per i rapporti con l’America Latina
Lisbona. Alla “Festa do Avante”la delegazione del Partito Comunista Italiano incontra i compagni del Partito del Lavoratori della Corea del Nord, Paek Song Chol, console all’Ambasciata della Corea del Nord a Roma, Kim Kyong II, membro del Dipartimento Internazionale e So Kwang, responsabile delle relazioni coi Paesi Europei al Dipartimento Internazionale.
Il compagno Fosco Giannini apre la discussione illustrando il processo che ha reso possibile la ricostituzione del PCI, dall’associazione per la ricostruzione del Partito Comunista all’Assemblea Nazionale Costituente del 2016. Sono stati esplicati gli elementi ideologici fondanti il PCI: l’anticapitalista, l’antimperialismo, l’internazionalismo, l’opposizione rispetto alle politiche statunitensi, la critica radicale all’Unione Europea. Il compagno Giannini trasmette ai compagni nordcoreani l’analisi che il PCI sviluppa in relazione alla crisi USA – Corea del Nord: cresce una provocazione contro la Corea del Nord sulla base del minaccioso riarmo del Giappone diretto dalla stessa Casa Bianca; si rafforza la presenza della flotta militare statunitense nei mari del Sud della Cina; si innalza lo scudo spaziale sudcoreano; si estendono di anno in anno, con l’apice in questo 2017, le esercitazioni militari in senso anti Corea del Nord nella Corea del Sud, anch’esse guidate dagli USA. É in questo contesto che il PCI legge la reazione anche militare della Corea del Nord alla vasta minaccia USA-Giappone-Corea del Sud. Giannini dichiara ai compagni della Corea del Nord che il PCI non subisce le spinte mediatiche occidentali volte a demonizzare la Corea del Nord e renedere il suo governo una caricatura politica. Nel contempo, afferma Giannini, il PCI vede un’uscita dalla crisi attraverso due esigenze centrali: da una parte un sistema di sicurezza per tutti i Paesi in quella parte del mondo e, d’altra parte, l’avvio di una politica mondiale volta alla soluzione dei problemi attraverso la via diplomatica e la rinuncia razionale alla via della guerra.
Il compagno Giannini chiede al compagno So Kwang di metterci al corrente della situazione reale in Corea del Nord. Il compagno So Kwang fa un breve excursus dagli anni Quaranta circa ad oggi, affermando che il protramma nucleare di cui tanto si parla nei media italiani ha rappresentato per i nordcoreani l’unico possibile deterrente dinnanzi alle minacce di attacchi e all’accerchiamento creato dall’imperialismo USA ai danni cella Corea del Nord, con la complicità della Corea del Sud e del Giappone, oramai basi militari degli Stati Uniti. Il compagno coreano ha affermato che tentativi di stringere accordi con gli USA, rispettosi delle sovranità nazionali, sono stati tentati dalla Corea del Nord fin dagli anni Quaranta, ma non hanno dato alcun esito. Dunque, la scelta del riarmo è dovuta, dice ancora il compagno coreano, a una precisa scelta di salvaguardia, contemplata come completamento della grande crescita economica del Paese, innescata grazie alle politiche di Kim Jong-un. Di qui la decisione della costruzione degli ICBM(missili balistici intercontinentali), che possono colpire le città americane. Per il compagno So Kwang, dunque, l’immenso attacco mediatico proveniente dall’Occidemte contro la Corea del Nord è funzionale al progetto strategico di attacco militare che gli USA non hanno mai smesso di progettare contro Pyongyang. Nei suoi stessi deliberati congressuali, afferma il dirigente nordcoreano, il Partito comunista della Corea del Nord (Partito dei Lavoratori) definisce il riarmo nucleare nordcoreano come imprescindibile per la difesa del socialismo e del popolo della Corea del Nord.
Il compagno Giannini rivolge al compagno So Kwang una domanda relativa al rapporto tra Corea del Nord e Repubblica Popolare Cinese. “Nessuno può difenderci – afferma il compagno Kwang – se non noi stessi dall’aggressività imperilista nordamericana. La Corea del Nord persegue i propri interessi, volti alla difesa del proprio sviluppo e della propria autonomia. La Repubblica Popolare Cinese persegue i propri legittimi interessi.”.