CRONACHE DALLA FESTA DO “AVANTE!”:IL PCI INCONTRA IL SEGRETARIO GENERALE DEL PARTITO COMUNISTA D’UCRAINA, COMPAGNO PETRO SYMONENKO

a cura del Dipartimento Esteri PCI

Lisbona, 3 settembre. Lungo e caloroso incontro tra la delegazione del PCI e quella del PC di Ucraina, della quale fanno parte il segretario generale, Petro Symonenko, la responsabile Esteri, Viktoriia Georgiievska e Yevgen Gerasymenko, della Direzione Nazionale.

Il compagno Fosco Giannini, a nome di tutto il PCI, esprime l’enorme soddisfazione nell’incontrare la delegazione del PC d’Ucraina e il piacere e l’orgoglio di poter parlare con il compagno Symonenko, “un eroe della lotta antifascista e della liberazione dei popoli”.

Giannini esprime la più sentita e totale solidarietà al compagno Symonenko, all’intero Partito Comunista d’Ucraina e allo stesso popolo ucraino, “oggi sotto il tallone di ferro del nazifascismo e dell’imperialismo nordamericano”. Giannini riferisce della grande solidarietà che tutto il PCI – e personalmente il suo Segretario Nazionale, il compagno Mauro Alboresi – esprimono nei confronti dei compagni e delle compagne dell’Ucraina e riferisce delle tante iniziative che il PCI ha organizzato in tutta Italia a favore del popolo e del Partito Comunista dell’Ucraina e contro il regime golpista di Poroshenko, contro la NATO, l’UE e l’imperialismo USA.

Dopo l’introduzione di Giannini prende la parola il compagno Symonenko: “Purtroppo- inizia il segretario generale del PC d’Ucraina – sia il popolo ucraino che quello italiano sanno bene di che cosa si parla quando si parla di nazifascismo. In Ucraina lo Stato capitalista e filoimperialista ha ulteriormente rafforzato le misure di polizia, le minacce e le persecuzioni violente e tutto ciò per intimidire e paralizzare la protesta del popolo. La terribile violenza sociale e politica con la quale si muove il regime di Poroshenko, guidato come un burattino dagli USA e dalla NATO, non ha solo terrorizzato le parti più avanzate e combattive della società, ma ha anche riaperto l’odio tra le parti diverse del popolo e delle aree sociali, rievocando anche le antiche divisioni etniche. Il regime ucraino al potere è segnato da tre grandi particolarità: è potere delle oligarchie reazionarie; è potere della criminalità organizzata; è potere fascista. Dobbiamo dirlo chiaramente, senza indugi, anche perché l’intero Occidente capitalistico lo nega e ancor prima di negarlo, lo rimuove: il brutale regime di Poroshenko non starebbe in piedi un giorno senza l’appoggio totale e spudorato degli USA e della NATO; non starebbe in piedi senza la complicità dell’UE e del grande silenzio occidentale. La dittatura coglie, con la sua spietatezza, molti obiettivi: non solo quello del silenzio terrorizzato del popolo, ma anche quello – decisivo – dell’offuscamento delle coscienze, specie delle coscienze dei giovani. Nel terrore seminato a piene mani si liquefà la coscienza sociale, civile e politica di massa. La stessa Storia (quella del socialismo, delle lotte antifasciste) viene dissolta, cancellata dalla brutalità della repressione. Ora, a Kiev, c’è un’oligarchia nuova al potere, un’oligarchia che ha sostituito quella precedente e che si caratterizza sia per la ferocia antipopolare e antioperaia che per il servilismo agli USA e alla NATO. Dobbiamo dire le cose come stanno: questa nuova è un’oligarchia nazifascista e criminale. Vogliamo disperatamente urlare la verità, in quest’Occidente troppo spesso sordo: l’Ucraina è divenuta un protettorato USA, una grande base militare nordamericana e imperialista! Anche se ancora l’Ucraina non fa parte della NATO, essa è già – a tutti gli effetti – un’unica, sterminata base NATO. Una base militare americana con un chiaro, esplicito progetto: minacciare la Russia e preparare minuziosamente contro di essa un eventuale e per nulla inverosimile attacco militare. Nella prima fase della dittatura nazifascista contro le violente politiche antirusse (che giungevano anche a dure persecuzioni e punizioni per il semplice uso della lingua russa) si levarono contestazioni e lotte organizzate. Lotte che poi si sono man mano spente sotto la ferocia della repressione. A dimostrazione di quanto sia vero che l’Ucraina sia ormai solamente un protettorato USA, rileviamo il fatto che alcuni ministri del governo Poroshenko, senza vergogna alcuna e ritrosia, siano georgiani od ucraini di cittadinanza USA. E cioè: funzionari americani direttamente al governo, a controllare Poroshenko senza più nemmeno le remore formali! Buona parte dei Paesi dell’UE sono complici degli USA o tacciono sugli orrori che il governo nazifascista di Kiev va perpetrando; tuttavia sarebbe bene che per gli stessi loro interessi – innanzitutto economici – questi Paesi dell’UE si svegliassero e comprendessero che gli USA tendono ad impedire che si stabiliscano relazioni (politiche ed economiche) tra Ucraina e UE, nell’obiettivo di portare a sé, all’imperialismo USA, l’intera sfera economica e politica ucraina. La dittatura di Poroshenko ha anche disseminato a piene mani una dura politica liberista, in Ucraina; una politica che ha già prodotto vastissime aree sociali di povertà, di sottoproletarizzazione e – conseguentemente – di fenomeni massicci di fuga dal Paese, di immigrazione sotto il segno della miseria e della disperazione sociale”.

“Ho recentemente incontrato – ha proseguito il compagno Symonenko – l’ambasciatore italiano. E ho a lui riferito di un fatto particolarmente grave: la mafia italiana opera in modo esteso in Ucraina, è solidale con la dittatura ed utilizza la dittatura (che riceve poi dai boss italiani grandi compensi) per i suoi loschi affari. Vi è un grande pericolo: i porti ucraini possono diventare – se già non lo sono – i vettori per i più odiosi traffici: di armi, di droga, ma anche di esseri umani. Il traffico di armi è già immenso, sotto la dittatura sorretta dagli USA: si parla di uno spaventoso numero di armi entrato e passato – in questi anni – in Ucraina: tra i 14 e i 16 milioni di armi, tra fucili, mitra, bombe, mitragliatrici ecc… Un chiaro segnale di come la variegata industria bellica USA trovi nell’Ucraina un nuovo e sterminato mercato”.

“Il potere militare nazifascista si rafforza e si organizza sempre più – ha continuato il segretario generale del PC d’Ucraina -: i “battaglioni” neri sono sempre più forti e i soldati che li compongono sono addestrati dalla NATO e pagati direttamente dagli USA. I loro compiti sono chiarissimi: intimidire e reprimere ogni possibile rivolta sociale e politica; controllare e tenere la testa bassa al popolo di Kiev e al popolo del Donbass. Con un compito in più, preciso e particolare: perseguitare i comunisti, imprigionarli, torturarli, assassinarli. Ma, oltre, ai “battaglioni” nazifascisti, anche l’esercito è ormai preparato ad un compito precipuo: colpire i lavoratori e il Partito Comunista. E, per noi, importante, decisivo, che tutto ciò sia fatto sapere; è importante che la verità filtri dal muro di cemento armato che il regime ha innalzato su ciò che accade in Ucraina. Il Partito Comunista cerca – tra grandi difficoltà – di raccontare l’orrore in Rete, attraverso Internet, attraverso il megafono dei comunisti e delle forze antifasciste europee ed internazionali e chiediamo a tutte le forze democratiche di aiutarci nel far sapere la verità. Il Partito Comunista è – tuttora- il nemico principale del regime nazifascista e, dunque, si vogliono colpire innanzitutto i comunisti per spegnere ogni resistenza, per dissuadere il popolo dalla lotta. Ma tutti possono starne certi, anche Poroshenko, anche gli USA e la NATO: noi non ci arrenderemo!”.

Il compagno Giannini chiede poi notizie relative allo stesso compagno Symonenko, che così risponde, sorridendo: “In questo momento ho sulla testa ben cinque procedimenti penali, tra i quali le accuse di organizzazione armata, separatismo e terrorismo. Se non fosse tutto così tragico, sarebbe persino comico!”.

Giannini chiede poi al segretario generale del PC d’Ucraina notizie sul Partito Comunista. “Innanzitutto – risponde Symonenko – cerchiamo di mantenere in vita, difendere e salvaguardare le strutture del Partito, i suoi gruppi dirigenti e i suoi militanti. Poi cerchiamo continuamente protezioni legali, attraverso le quali non solo difenderci, ma anche fra conoscere pubblicamente il livello della persecuzione nazifascista. Dei nostri giornali ne è rimasto in vita uno solo: “Il giornale dei Lavoratori”. Questo giornale lo difendiamo con le unghie e con i denti”.

Alla fine dell’incontro il compagno Giannini esprime di nuovo, alla luce del lungo e drammatico racconto del compagno Symonenko, la più profonda solidarietà, da parte del PCI, al Partito Comunista d’Ucraina, garantendo un impegno su scala nazionale volto a denunciare il regime nazifascista e “americano” di Kiev. Chiedendo, altresì, e ottenendo risposta positiva, che il compagno Piotr Symonenko venga presto in Italia, ospite del PCI, a denunciare l’orrore nazifascista che dilaga in Ucraina.

 

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