Riceviamo dall’Ambasciata del Partito Comunista Cinese a Roma questa bella foto dell’incontro con il PCI, quindi ne ripubblichiamo la cronaca, a cura del Compagno Juri Carlucci del Dipartimento Esteri del PCI
Roma, 26 settembre. Una delegazione del Partito Comunista Cinese ha invitato e ricevuto presso l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese la delegazione del Partito Comunista Italiano. Presenti all’incontro: per il PCC il compagno Hu Guanghui , Segretario Generale della Provincia di Hainan; la compagna Chen Jianjiao vice direttore generale dell’Ufficio Affari Esteri ed Oltremare della Provincia di Hainan e Zhao Fei ,Direttore Generale per l’Ufficio degli Affari europei del Dipartimento Esteri, membro del Comitato Centrale; per il PCI il compagno Fosco Giannini, responsabile nazionale del Dipartimento Esteri e membro della Segreteria Nazionale e il compagno Juri Carlucci ,del Dipartimento Esteri.
La delegazione de PCC ci chiede di intervenire per presentare la nostra organizzazione politica. Il compagno Giannini apre con i saluti del nostro Partito al Partito Comunista Cinese portando, in particolare, i saluti del Segretario Generale del PCI, compagno Mauro Alboresi. Sottolineando la posizione internazionalista e antimperialista del PCI, Giannini espone la linea politica del Partito, volta, in Italia, a costruire un’alleanza tra forze comuniste, di sinistra e di popolo per costruire un’alternativa sociale e politica al Partito Democratico e alle sue scelte liberiste. Giannini riporta la linea del PCI, secondo la quale gli Stati Uniti e la NATO sono il pericolo principale per la pace mondiale e l’indipendenza degli Stati e dei popoli e come, invece, siano proprio la Repubblica Popolare Cinese e il Partito Comunista Cinese un argine all’imperialismo e alle sue pulsioni belliche. Il PCI, afferma di seguito Giannini, esprime una dura, radicale critica alle posizioni dell’Amministrazione Trump, volte alla destabilizzazione del Medioriente e dell’America Latina, a finanziare il governo nazifascista in Ucraina e al riarmo del Giappone e della Corea del Sud.
Giannini interviene poi sul progetto cinese relativo alla cooperazione internazionale e all’ avvio di nuovi rapporti di partenariato grazie alla iniziativa “Belt and Road”, la nuova Via della Seta cinese, un gigantesco investimento per la realizzazione di opere terrestri e marittime, lungo l’antico tragitto delle merci, dalla Cina all’Europa. Questa nuova politica di sviluppo, cardine della politica del Partito Comunista Cinese, secondo Giannini, è determinante per la pace nel mondo perché unisce e non divide i popoli, così come determinante è l’azione di Pechino nella crisi tra USA e Corea del Nord.
Mentre si rivolge alla delegazione del PCC, che lo ascolta attentamente prendendo appunti, il compagno Giannini rimette in luce due obiettivi di lavoro, di cui il PCI ha già discusso nelle settimane precedenti, presso l’Ambasciata Cinese: il primo, una pubblicazione degli scritti del Presidente Xi Jinping e degli atti del prossimo Congresso del Partito Comunista Cinese (il diciannovesimo, che avrà inizio il prossimo 18 ottobre); il secondo, un incontro ufficiale, a Pechino, tra il PCI e il PCC. Prima di cedere la parola afferma: “Siamo un piccolo Partito, ma con le idee chiare. Siamo molto onorati, cari compagni e care compagne, di incontrare la vostra delegazione”.
Il compagno Hu Guanghui, Segretario Generale del PCC della Provincia di Hainan, prende la parola, salutando la delegazione presente del PCI, tutto il Partito Comunista Italiano e il Segretario generale compagno Alboresi con il quale intende scambiare le sue idee su molte questioni.
Hu Guanghui si dice molto soddisfatto delle relazioni diplomatiche tra la Cina e l’Italia, relazioni concrete, iniziate nel 1947 e che si rafforzano oggi in molti campi, soprattutto ora che si avvia una partnership all’interno del “Belt and Road”.
Hu si rivolge al compagno Fosco Giannini: “Abbiamo idee comuni su molti dei punti che hai sollevato. Dopo la ricostruzione del PCI avete continuato ad intendere il nostro paese come “ una sola Cina” , così come condividiamo con voi la posizione sul nucleare. Siamo due partiti fratelli, due partiti comunisti, ma questi due partiti, in Cina e in Italia, hanno due diverse situazioni di fronte, due nazioni diverse”. E sulla volontà di intraprendere la traduzione delle opere di Xi Jinping, Hu esprime grande apprezzamento.
Hu Guanghui è sicuro che la visita del PCI a Pechino potrà aiutare le relazioni sia fra i due partiti che tra i due Paesi e per questo vuole assicurarci che rappresenterà questa richiesta al Partito Comunista Cinese sottolineando il grande rispetto che hanno per noi. Aggiunge che le forze di un partito, anche se piccolo, vanno riunite per raggiungere i migliori risultati.
Continuando la sua esposizione, Hu affronta temi di economia ed elenca le cinque costruzioni e i cinque sviluppi su cui si basa la teoria per una società benestante. Ci comunica che i dati del PIL cinese del primo trimestre del 2017 si attestano ad una crescita del 6,9%, ritoccando al rialzo il tasso di crescita medio del PIL degli ultimi 5 anni (6,7%) ovvero dal diciottesimo Congresso del PCC del 2012.
Passando al tema del prossimo Congresso del PCC, il Segretario Hu Guanghui cita il Presidente XI Jinping: “Per fare le cose bene in Cina la chiave è nel Partito”. Questo sarà lo spirito che animerà il prossimo Congresso, che inizierà il 18 ottobre p.v. a Pechino. Verranno gettate le basi per il programma dei prossimi 5-10 anni, un periodo determinante per la costruzione del Socialismo con caratteristiche cinesi. Un Congresso che riguarderà il futuro del PCC e della Cina intera con ripercussioni in tutto il mondo.
Fosco Giannini riprende la parola per stigmatizzare certi settori della sinistra che in Italia portano avanti una battaglia politica ed ideologica contro la Cina e il Partito Comunista Cinese, affermando che “in Cina è stato reintrodotto il capitalismo”, mentre il PCI è consapevole che solo lo sviluppo pieno delle forze produttive poteva garantire alla Cina e al suo popolo l’indipendenza e l’autonomia dalle forze imperialiste e che solo il pieno sviluppo delle forze produttive poteva trarre fuori dalla miseria centinaia di milioni di cinesi e trasformare la Cina in quel soggetto internazionale che oggi è: una colonna dei BRICS e delle politiche antimperialiste. Giannini cita Marx: ” Il comunismo è lo sviluppo delle forze produttive e anche Lenin aveva cercato, nella fase iniziale della Rivoluzione d’Ottobre, di porre rimedio alla mancanza di un’accumulazione capitalistica russa originaria in Russia attraverso la NEP, sempre in funzione della costruzione del socialsimo”. Giannini conclude affermando che le critiche che arrivano da settori della sinistra italiana alla Cina sono, dunque, sbagliate e risentono fortemente, sul piano ideologico, della pressione antiscientifica di certo marxismo occidentale, molto più incline ad assumere la filosofia esistenzialista piuttosto che quella materialista.
Il Segretario Hu Guanghui conclude l’incontro ringraziando la delegazione del PCI per il sostegno dimostrato alla politica cinese e sottolinea che “Lo sviluppo del Paese è figlio della Rivoluzione e dopo la caduta dell’URSS avevamo bisogno di sbloccare l’economia per non farci travolgere da questo sconvolgimento storico”. “Ora – aggiunge – teniamo alta la bandiera del socialismo, un socialismo con caratteristiche cinesi, dalla teoria alla pratica”. Infine ci esorta: ” Seguite il nostro Congresso, perché il Congresso darà tutte le risposte”.
Riceviamo dai dirigenti cinesi, al momento del congedo, un dono e ricambiamo, consegnando la bandiera del Partito Comunista Italiano.