A cura del Dipartimento Esteri PCI
Mosca, 24 febbraio – “Con l’entrata in vigore della Legge sulla reintegrazione del Donbass, l’area orientale dell’Ucraina, il presidente Petro Poroshenko ha confermato l’intenzione di Kiev di risolvere il conflitto con la forza”. È quanto si legge in una nota del Ministero degli Esteri russo, che condanna la Legge entrata in vigore oggi. Nella nota il dicastero di Mosca sottolinea che la Legge, de facto, viola gli accordi di Minsk raggiunti nel 2015, che monitorano il cessate il fuoco e prevedono una serie di misure volte a garantire una soluzione pacifica al conflitto in corso nel Donbass. Secondo il Ministero russo, l’atto legislativo mostra che Kiev non sta cercando un dialogo diretto con le autorità delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, espressione delle milizie separatiste dell’area orientale ucraina. “La legge detta le condizioni per un’occupazione forzata dei territori delle regioni di Donetsk e Luhansk che non sono controllate da Kiev, legalizzando il dispiegamento delle forze armate ucraine contro i civili”, prosegue la nota del Ministero russo che infine esprime la speranza che la comunità occidentale riesca a persuadere Kiev a evitare l’attuazione di un piano che potrebbe distruggere “lo Stato ucraino” e avere conseguenze imprevedibili per la stabilità e la sicurezza in Europa.
fonte: Agenzia Nova