UNITA’ PACIFISTA! CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA TUTTE E TUTTI IN LOTTA!

di Fosco Giannini

L’imperialismo USA e la NATO progettano e promettono di nuovo la guerra. Non più una guerra “regionale”, in Medio Oriente, contro la Siria, ma – consapevolmente, scientemente e cinicamente- una guerra mondiale, poiché rivolta prioritariamente contro la Russia. A fianco degli USA e della NATO si sono già schierati, con forti e dichiarati intenti bellici, sia l’imperialismo francese, con alla testa Macron , sia l’imperialismo britannico, con alla testa Theresa May, sia L’Arabia Saudita filo-americana del principe Mohammed Bin Salman. La Francia e la Gran Bretagna non si sono limitate a condividere la dichiarazione di guerra di Trump contro Damasco, ma hanno già delineato un loro arsenale bellico da mettere in campo contro Assad: Macron ha già parlato di raid francesi contro le “postazioni chimiche” siriane, mentre l’esercito britannico ha rapidamente annunciato l’utilizzato di sottomarini e jet Tornado G4. Mentre, come rivela la Casa Bianca, l’Italia sarebbe già pronta a concedere l’utilizzo, per i bombardamenti contro la Siria, delle basi NATO collocate sul territorio delle Penisola, da Sigonella alle basi della Sardegna e della Campania.

 Oltre una flotta bellica, i sottomarini e i jet che Trump ha già inviato di fronte alle coste siriane, vi è il cacciatorpediniere “Donald Cook”,  con a bordo 60 missili Tomahawk, che  sta giungendo all’altezza di Tartus, sede della più importante base russa in Siria. Nell’invio a Tartus del cacciatorpediniere USA risiede tutto il significato simbolico e geopolitico della nuova guerra nordamericana: anche se la minaccia è rivolta contro Damasco e contro Assad è la Russia il nemico principale. Da qui il rischio altissimo, che l’imperialismo USA contempla, di una guerra mondiale.

In quest’ennesima crisi di guerra aperta dall’imperialismo USA s’addensano tutte le fasi che vanno dalla caduta dell’URSS ad oggi. La prima fase è stata segnata dall’euforia imperialista per la caduta del socialismo sovietico e la “fine della storia”; la seconda fase è stata contrassegnata dallo storicamente rapido insorgere, fino alla vittoria, delle lotte e  dei moti di carattere socialista e antimperialista in America Latina e in altre aree del mondo, lotte e vittorie che si sono congiunte, costruendo un vasto fronte mondiale antimperialista, col consolidarsi dello sviluppo socialista cinese, con la Russia di Putin, con il Sud Africa e altri Paesi e Stati in via di liberazione anticolonialista. La terza fase, che viviamo, è questa, caratterizzata dalla reazione violenta, di guerra, da parte degli USA, della NATO , dei Paesi imperialisti e dell’Unione europea contro l’intero, nuovo fronte antimperialista in costruzione.

Da qui, oggi, questa nuova guerra degli USA contro la Siria, o meglio contro la Russia in Siria, una guerra dalle potenzialità mondiali.

Il copione che oggi usa Trump per scatenare l’attacco contro Damasco (contro Mosca) è il solito, tradizionale: Assad, oggi, avrebbe usato gas chimici a Douma, contro i “ribelli” di Jaish al Islam, così come, nel 2013, avrebbe avuto un immenso arsenale chimico che solo i bombardamenti imperialisti avrebbero potuto distruggere . Scuse per la guerra, come “la pistola fumante” di Saddam Hussein.

Da molte parti è stato notato come i “ribelli” di Douma (filoamericani), benché già sonoramente sconfitti sul campo, non abbiamo mai dichiarato (su pressione USA e NATO) la resa e abbiano con ciò, sino all’ultimo, tenuto in ostaggio l’intera popolazione. Il motivo di questa scelta si fa ancora più chiaro alla luce dell’attuale dichiarazione di guerra di Trump contro la Siria: occorreva, da parte del fronte imperialista, trovare un nuovo “casus belli” per giustificare l’attacco. Di nuovo, i gas chimici dell’”animale” Assad. E minacce belliche contro Putin, il suo alleato. E a nulla vale, in queste ore così drammatiche, la richiesta di Assad rivolta all’Opac ( l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) di controllare minuziosamente sull’eventuale utilizzo di gas su Douma. Come a nulla valgono, agli occhi di quell’esercito USA che ha utilizzato a mani basse il napalm sul Vietnam, le bombe al fosforo sull’Iraq e l’uranio impoverito sulla Jugoslavia, la ferma dichiarazione di Mosca volta a smentire l’utilizzo dei gas chimici su Douma.

Gli USA e la NATO vogliono la guerra, indipendentemente da ogni ragione. Vogliono una nuova guerra contro Damasco poiché possono rispondere solo con la guerra al costituirsi di un nuovo asse Russia-Iran in grado di fronteggiare e battere l’asse tra Israele e l’Arabia Saudita; vogliono la guerra perché sin dall’inizio hanno avuto il progetto di balcanizzare (mettendo in campo e pagando forti “eserciti liberi” anti Assad) la Siria antimperialista, anti israeliana, laica, filo palestinese e filo iraniana; vogliono la guerra per riconsegnare a Tel Aviv il bastone del comando; vogliano la guerra per attaccare la Russia, indebolire la Cina e minacciare l’intero fronte dei BRICS. Vogliono la guerra per costruire un “golpe” mondiale, da Lula e Madero sino a Mosca, passando per la loro Kiev nazifascista.

Il PCI condanna con tutte le sue energie la nuova guerra imperialista contro la Siria e contro Mosca; rilancia con forza, rispetto ai tragici pericoli imminenti e al certo coinvolgimento dell’Italia nella guerra USA la parola d’ordine “ Fuori l’Italia dalla NATO” e chiama tutte le forze comuniste, di sinistra, democratiche, pacifiste a scendere in piazza nell’obiettivo strategico di ricostruire nel nostro Paese quell’ormai da tempo necessario movimento di massa contro la guerra imperialista, il terribile e principale pericolo di questa fase.

 

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