DELEGAZIONI INTERNAZIONALI AL I° CONGRESSO DEL PCI AD ORVIETO. Gli interventi e i saluti dei partiti comunisti ed internazionalisti: il PCF

Intervento del compagno José Cordon, del Dipartimento Esteri del Partito Comunista Francese e Responsabile per gli Affari Europei (a cura di Fosco Giannini)

Cari compagni e care compagne,

Il vostro Congresso si tiene in un momento importante, non solo per il vostro Paese, ma per l’Europa intera. Le forze progressiste, e tra queste i comunisti, affrontano una situazione difficile e complicata, marcata dalla crescita nei nostri Paesi di forze reazionarie, della destra liberale ed autoritaria, dell’estrema destra nazionalista e del neofascismo più radicale e xenofobo. I dirigenti europei che hanno imposto per anni l’ortodossia neoliberista portano la responsabilità storica di questa situazione. Centrale è dunque il contributo dei comunisti volto a delineare le risposte sociali progressiste e democratiche più adeguate per costruire un’opposizione a questa nuova offensiva del capitale.

Per quanto concerne l’Europa in particolare, è importante per noi che cresca ovunque una resistenza diretta a rompere con le politiche ultraliberiste e militariste promosse dalla NATO, che caratterizzano l’attuale processo di integrazione europea. Infatti, le conseguenze di tali politiche sono particolarmente dure, specie per i popoli dell’Europa meridionale che tramite l’austerità sono stati spinti verso la disoccupazione, la povertà e la rimessa in discussione delle loro conquiste sociali e democratiche.

In Francia la situazione politica si è considerevolmente deteriorata negli ultimi anni: dieci anni di destra e cinque di socialisti hanno affondato il nostro Paese nell’austerità e nella regressione sociale. Con l’arrivo al potere di Emmanuel Macron, il progetto volge celermente verso una politica totalitaria a difesa del grande capitale francese. La messa in discussione dello stato sociale, dei servizi pubblici che costituiscono una delle maggiori conquiste dei lavoratori francesi, rappresenta bene la volontà dei capitalisti di riformare il nostro Paese a servizio completo dei grande capitale. Alcuni resistono a questa demolizione sociale, come dimostrano gli scioperi del settore ferroviario e del pubblico impiego. Tuttavia, malgrado la poca popolarità di Macron, siamo ancora lontani, in Francia, dal poter mettere in campo una seria alternativa di progresso sociale e democratico. Da qui la necessità di far convergere le nostre lotte, in Francia ed in Europa, su obiettivi di rottura radicale con le attuali politiche neoliberiste.

Allo stesso tempo, gli attuali dirigenti francesi portano la responsabilità della nuova offensiva neocoloniale nel Vicino Oriente ed in Africa, che porta a maggiore ineguaglianza e povertà attraverso la razzia sistematica delle risorse dei popoli di queste aree. Sono responsabili, attraverso questi conflitti, dell’esodo forzato ed in crescita di interi popoli. E la crisi politica europea, aggravata dalla questione migratoria, mette alla luce lo stallo in cui si trova l’attuale dirigenza dell’Unione europea. Nell’imporre ai popoli europei l’austerità estrema e la regressione sociale, nell’accentuare l’impegno militare e neoimperialista in Africa, possono solo condurre le persone a nuove battute d’arresto della civiltà.

Davanti a questa situazione disastrosa per i popoli europei e destabilizzante per i popoli ricolonizzati, avanziamo le seguenti richieste ai dirigenti dei nostri Paesi.

Per quanto riguarda l’Europa, in primis, rifiutiamo la sottomissione dei nostri Paesi ai diktat dell’Unione europea e ai suoi Trattati, che conducono ad arretramenti drammatici dei diritti sociali e democratici e persino della sovranità nazionale. In secondo luogo, rifiutiamo la sottomissione dei nostri Paesi alle logiche imperialiste euro-atlantiche. In particolare, il popolo ucraino ha subito le conseguenze nefaste dell’imperialismo euro-atlantico e vogliamo manifestare ancora una volta la nostra solidarietà con Partito Comunista d’Ucraina e tutte le vittime del regime nazista di Kiev. In terzo luogo, rifiutiamo la militarizzazione dell’Unione Europea. Noi pensiamo che, al contrario, un’Unione profondamente riformata debba diventare una forza per il negoziato internazionale, la sicurezza comune, la cooperazione paritaria con la Russia e l’abbandono delle missioni neocoloniali della NATO. Noi vogliamo dunque che la Francia esca dalla NATO e che tale alleanza si dissolva. Tutto ciò ci porta a lottare per una rottura con l’Unione europea come condizione indispensabile per la rinascita dell’Europa.

Cari compagni e care compagne,

le politiche neoliberiste e neocoloniali degli Stati Uniti e dell’Unione europea sono le prime responsabili dell’inasprimento delle crisi e dei conflitti attuali. Per questo è dunque necessario rafforzare le lotte contro la guerra, l’asservimento, lo sfruttamento e l’artificiale scontro tra i popoli. Per la pace, la giustizia, il disarmo e il rispetto del Diritto Internazionale, come è scritto nella Carta delle Nazioni Unite.

Quest’ esigenza di pace, davanti alla logica di guerra che si sviluppa ovunque a partire dall’11 Settembre, noi vogliamo condividerla qui, al vostro Congresso, con tutte le persone che lottano in condizioni difficili per la libertà e la sovranità nazionale. Per la rinnovata solidarietà con Cuba, il Venezuela e le forze progressiste sudamericane, col popolo cipriota, col popolo sahraui e con quello curdo. E tale solidarietà si deve esprimere soprattutto verso il popolo palestinese, che da decenni lotta per la pace e per il riconoscimento dello Stato di Palestina con Gerusalemme capitale e che è nuovamente vittima di una repressione israeliana brutale, una repressione che ha il beneplacito dell’Occidente.

L’obiettivo della pace è tra le maggiori sfide del movimento internazionalista per sconfiggere l’imperialismo. Noi abbiamo messo tale esigenza al centro del nostro progetto:

«Il comunismo del XX Secolo deve coniugare la democrazia più avanzata con l’orientamento rivoluzionario, per fuoriuscire dall’attuale società classista»(dalle tesi per il nostro congresso di Novembre).

Noi pensiamo che malgrado tutte le difficoltà incontrate dai comunisti e dalle forze progressiste nel mondo, difficoltà che non si possono né ignorare né minimizzare, ci sia la possibilità d’unirsi su battaglie comuni per avanzare verso la liberazione dell’umanità.

Auguriamo al PCI e alle forze di progresso del vostro Paese di contribuire a costruire un grande fronte in grado di sostenere queste sfide. Potete contare, in questo senso, sulla solidarietà del Partito Comunista Francese.

Saluti carissimi!

 

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