“Il decreto del ministro Bussetti con cui vengono determinati “i punti organico” rappresenta la perfetta continuità del cosiddetto governo del cambiamento con le peggiori politiche sull’università degli esecutivi precedenti, che anzi sono rese ulteriormente devastanti “- ha dichiarato Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola e Università del PCI.
“Gli atenei del mezzogiorno perdono 85 punti organico, mentre solo gli atenei milanesi ne guadagnano 84 (140 tutto il Nord), altri 55 vengono sottratti alle regioni del Centro Italia. Particolarmente colpite sono Napoli, Roma, la Sicilia.
Ciò significa, concretamente, che centinaia di posti di ricercatori vengono spostati da Nord a Sud, in un quadro nazionale complessivo di sottosviluppo e sottofinanziamento del sistema universitario. Significa accelerare un processo già in corso da tempo di concentrazione al Nord delle risorse disponibili e di desertificazione dell’alta formazione e della ricerca al Sud.
Fra i criteri decisivi per scalare la classifica degli atenei virtuosi spicca l’alto livello di tassazione. Favorendo una rincorsa devastante tra gli atenei, ad aumentare le tasse per gli studenti.
Siamo dunque di fronte ad un progetto preciso di rottura del sistema universitario nazionale, di inasprimento delle disuguaglianze, di feroce selezione di classe, di attacco al diritto allo studio. Come del resto dimostrano altre proposte leghiste dalla regionalizzazione delle competenze all’abolizione legale del titolo di studio. Non si può definire altro che imbarazzante il silenzio del M5S che, in un recentissimo passato, aveva posizioni opposte a quanto invece sta contribuendo a realizzare dal governo, al carro di Salvini.
È ora di dire basta, è ora che negli atenei si riapra un ciclo di lotte contro questa politica che sta distruggendo l’università pubblica nel nostro paese” – ha concluso Cangemi.