IL 1° MAGGIO È LA FESTA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

Dal Dipartimento Lavoro PCI

Il 1° maggio è la festa delle lavoratrici e dei lavoratori. Una giornata che non può essere il semplice ribadire di qualche concetto ma deve essere uno dei momenti nei quali si prenda coscienza che è necessario lottare per la riconquista dei diritti progressivamente cancellati.

Il periodo storico attuale mostra in maniera ineludibile che è in atto un attacco da parte dei padroni contro chi vive del proprio lavoro.

Da tempo il pensiero unico che ci viene imposto vuole farci credere che sia indispensabile finanziare le imprese private perché “sono loro a garantire il lavoro”. Si afferma che “siamo tutti nella stessa barca”. Si chiede ai lavoratori di capire che i padroni (in carne e ossa o le multinazionali) sono dei benefattori. Si promettono alcune elemosine sotto forma di bonus temporanei che non risolveranno nulla se non ad accrescere la rassegnazione.

Il 1° maggio si parlerà di questo e si mostreranno alcune manifestazioni, il concertone, alcuni comizi … di lavoratrici e di lavoratori ai quali sono stati cancellati i diritti, delle retribuzioni insufficienti a vivere, delle sopportare condizioni di lavoro disumane, dei ricatti occupazionali, della mancanza di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro si dirà poco.

Dopo, chi ha un posto di lavoro, tornerà a lavorare senza sicurezze, privo di garanzie e di diritti, in piena precarietà per pochi euro all’ora.

Riprendiamo le piazze e non solo oggi ma “da oggi”. Sosteniamo i referendum promossi dalla CGIL perché il lavoro sia tutelato, sicuro, ben retribuito, stabile. E non basta una firma, bisogna lottare lasciando da parte la concertazione che ha prodotto innumerevoli danni. Torniamo al conflitto e facciamolo uniti evitando le disquisizioni teoriche. Pretendiamo, come lavoratrici e lavoratori di essere ben rappresentati. E ricostruiamo la solidarietà tra chi lavora, la coscienza di classe. Dipende da ognuno di noi

Lavorare meglio, meno, in sicurezza e giustamente retribuiti non è solo uno slogan, è un obiettivo concreto che si può raggiungere con la consapevolezza e la lotta.

2 Comments

  1. Mauro Di Fabrizio

    Bisogna riportare la consapevolezza che il lavoro è un diritto e non un ringraziare solamente, abbassando la testa come se si è fatto un piacere al lavoratore.
    P.S. Articolo molto incisivo. Mi è piaciuto molto.

  2. Mauro

    Buongiorno, articolo molto esaustivo e completo.
    L’obiettivo da perseguire citato nell’articolo deve essere spunto di riflessione, per continuare a progredire e vivere in modo dignitoso.

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