MARX 201 Ripensare l’alternativa. Conferenza internazionale a Pisa sull’attualità del pensiero marxista

di Agnese Palma, Comitato centrale Pci

“Dio è morto, Marx pure e anche io non mi sento troppo bene”. La mitica battuta di Woody Allen(Ionesco) sembrava si fosse realizzata dopo l’implosione dell’URSS e del cosiddetto socialismo reale. Così l’aggressivo pensiero liberista si affrettò a decretarne la morte insieme alla fine delle ideologie. Hanno provato a seppellirlo ma niente da fare, non ci sono riusciti.
Dopo aver assistito a splendori e miserie del capitalismo, dagli anni novanta alla crisi profonda del 2008, il Time nel 2009 riscoprì il pensiero profetico e geniale di Marx sulle crisi del capitalismo. Furono proprio loro, i capitalisti, a riscoprirlo. Il capitalismo ha bisogno di nuove idee per superare la crisi, dissero. Quindi non avevamo assistito alla fine delle ideologie del novecento, ma delle idee! Nell’epoca di Wall Street i padroni decretarono che Marx aveva ragione, che la lotta di classe esiste, ma l’hanno vinta loro. E decretarono, inoltre, che il capitalismo esisterà per sempre perché non ha alternative.

Ma è veramente così? Il pensiero marxista può ancora nel ventunesimo secolo indicarci una strada, un’alternativa al capitalismo per la costruzione di una società senza disuguaglianze?

Per rispondere a questo, qualificati accademici e studiosi di 14 paesi hanno portato il loro contributo in una conferenza internazionale organizzata dall’Università di Pisa e dalla York University di Toronto (8-10 maggio 2019, tutti i dettagli qui http://www.marxcollegium.org/ ).
Una conferenza che non ha avuto nulla di rituale o celebrativo, a partire dal titolo “Marx201”, un anno dopo il duecentesimo della nascita. Come a dire: grandi citazioni e celebrazioni per il duecentesimo, ma già dal duecentounesimo si continuerà a studiare il pensiero marxista.

Secondo l’organizzatore professor Marcello Musto (docente di Sociologia teorica alla York University Canada, autore di molti libri sul pensiero marxista https://www.marcellomusto.org/), si sta procedendo ad una riscoperta del Marx politico attraverso una nuova esplorazione del suo pensiero e dei suoi metodi di analisi, fuori dalla gabbia economicista e dogmatica che gli attribuiscono i liberisti per decretarne il definitivo superamento.

Gli interventi hanno rielaborato e riscoperto, nella grande messe degli scritti di Marx, letture su temi di grande attualità. Oltre alla rilettura moderna dell’accumulazione del capitale, sono stati affrontati temi quali i nazionalismi, le migrazioni, la “razza”, il genere ed i movimenti femministi moderni, la democrazia, le religioni, l’ecologia ed il moderno proletariato.

Del proletariato moderno, ovvero dei lavoratori del terzo millennio, ha parlato tra gli invitati anche Maurizio Landini, che ha portato il saluto della CGIL e la testimonianza del sindacato che giorno per giorno si confronta con una classe lavoratrice sempre più frammentata e sfruttata nel mondo globalizzato.

Un tema che viene ripreso anche da Luciana Castellina nel suo intervento. Secondo Marx il capitalismo genera il suo “becchino”, ovvero la classe lavoratrice sfruttata che lo seppellirà, organizzandosi e rivoltandosi contro chi la sfrutta. Con le trasformazioni industriali e sociali il “becchino” del capitalismo oggi è frantumato, disperso nelle mille condizioni precarie di lavoro. Riuscirà a rovesciare le sue sorti attuali e ritrovare quell’unità che permetta di seppellire il capitalismo? Sì, se si riuscirà a costruire un blocco anticapitalista, rispettando le diverse soggettività. Unire senza omologare, costruendo un universalismo comune sotto il segno, però, della lotta al capitalismo. Mi viene da dire: Workers of all kinds, of all lands unite! La chiusura di una nuova edizione del Manifesto (quello di Marx, per chiarezza).
Questa unione dei soggetti anticapitalisti, se mai accadrà, sarà possibile solo con una mediazione politica alta, ma intorno ad un obiettivo chiaro, un progetto di società.

Un progetto di società, una “città futura”, è il sogno ripreso dal professor Mauro Buccheri (York University, Canada), che sviluppa nel suo intervento alto e poetico il valore attuale dell’umanesimo marxiano attorno alla metafora di Marx come figura salvifica del presente, così come Epimenide salvò Atene con la critica dei miti.

Ma la città futura non potrà esistere se non esisterà più il pianeta.

In questa mia personale quanto limitata raccolta di suggestioni ho estratto un tema non inedito ma trascurato, oggi ineludibile: l’ecologismo di Marx.
Lo ritroviamo negli scritti dell’ultimo Marx, quando si dedicò a studiare approfonditamente la matematica e le scienze.
Nel parla con grande chiarezza Kohei Saito (Osaka City University, Giappone): il capitalismo non è compatibile con la sostenibilità ambientale per il suo carattere di rapina e per la logica della massimizzazione del profitto, tale da riuscire a sfruttare anche i disastri ambientali. Per questa ragione ogni seria lotta ecologica non può che essere anche lotta contro il capitalismo.

Lo stesso si potrebbe affermare riguardo la lotta di liberazione delle donne. A volte tra movimenti femministi e marxismo c’è stato un rapporto difficile, ed Elvira Concheiro (Universidad Nacional Autonoma de Mexico) auspica una ripresa dello studio marxista del patriarcato.
E’ innegabile che razzismo e sessismo sono elementi insiti nel sistema capitalista e nelle sue disuguaglianze. Il capitale ha bisogno di controllare la riproduzione umana così come controlla la produzione di merci.

Viene quindi spontaneo citare in chiusura la grande pensatrice marxista Rosa Luxemburg: “Socialismo o barbarie”, ecco ciò che ci aspetta.

La registrazione di larga parte del convegno si trova su Radio Radicale (https://www.radioradicale.it)

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