Conte è tornato, ma serve ben altro!

Il cosiddetto governo Conte bis, espressione dell’accordo intercorso tra Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali, è realtà.
La nuova compagine governativa, composta da 21 Ministri, si accinge a governare il Paese, dichiaratamente per la restante parte della legislatura, sulla base di un programma articolato in 29 punti.
Il giudizio del PCI sulla genesi di questo nuovo governo è noto.
I fatti dimostreranno la veridicità o meno della dichiarata discontinuità nell’azione dello stesso rispetto al precedente, sia sul piano formale che sostanziale.
Se relativamente alla forma, intendendo per essa, ad esempio, il rispetto delle regole che attengono all’esercizio della democrazia ed alla relazione tra le diverse articolazioni dello Stato, al rapporto tra
l’Italia e gli altri paesi e le diverse istituzioni sovranazionali, si colgono primi segnali ( difficile del resto fare peggio) relativamente alla sostanza, come abbiamo avuto modo di sottolineare a più riprese non è lecito attendersi granché.
Pesa al riguardo la natura propria dei principali contraenti l’accordo di governo, la loro storia: quella del PD, fattosi garante nel tempo dei vincoli imposti dall’Unione Europea e quindi largamente corresponsabile della situazione data, quella del M5S, novello europeista ed atlantista, che ha così completato la propria mutazione, sancendo la fine di quella presunta “carica anti sistema” che più d’uno, a torto, nel tempo gli ha attribuito.
Le prime dichiarazioni degli esponenti delle forze di governo, infatti, rivelano il segno della sostanziale “mano invisibile” dell’UE sull’azione dello stesso.
Ciò che connota queste forze di governo e per tanta parte il loro programma, è nella sostanza una sorta di neo centrismo ( altro che il governo più a sinistra della storia repubblicana, come sostenuto strumentalmente da più d’uno) che per sua natura, muovendosi entro il quadro di compatibilità dato, non può garantire quel cambio di rotta che è assolutamente necessario, e le prime affermazioni di questo o quel ministro chiamato a declinare più nel dettaglio il programma del governo sono eloquenti, ad esempio: il jobs act non si tocca, i decreti sicurezza saranno semplicemente armonizzati in relazione alle osservazioni dello stesso Presidente della Repubblica circa un presunto profilo di incostituzionalità, etc.
Noi, i comunisti, non possiamo che confermare che saremo all’opposizione di questo governo, impegnati a costruire un’alternativa alle politiche dallo stesso perseguite, a sostegno di un progetto di reale cambiamento per il Paese che, come abbiamo più volte ribadito, rompe con la cultura liberista imperante, con la centralità del mercato, si propone il rilancio del ruolo dello Stato nella finanza e nell’economia, persegue un modello di sviluppo sostenibile, fa della tutela e della valorizzazione del lavoro una discriminante, dice basta alla sudditanza euro atlantica dell’Italia, ai diktat dell’UE.
Noi, il PCI, proseguiremo nei prossimi giorni nell’azione volta all’affermazione della massima unità possibile, senza pregiudiziali, fuori dalla logica della primogenitura, tra tutti i soggetti politici e sociali che si oppongono in tale ottica all’attuale governo, proponendo di dare vita ad iniziative di carattere generale e particolare atte a sostanziarla.
Serve una diffusa campagna di informazione e di mobilitazione, serve quella manifestazione nazionale unitaria proposta dal PCI nelle settimane scorse.
Contrariamente a quello che in tanti dichiarano, con sprezzo del ridicolo, i comunisti non sono al governo, sono fuori, sono all’opposizione!

Roma, 11 Settembre 2019
La Segreteria Nazionale del PCI

One Comment

  1. Toti

    Ovviamente condivido la linea che vuole il PCI all’opposizione di questo governo per le ragioni espresse nel comunicato. Tuttavia mi permetto di suggerire : la costituzione di una delegazione del Partito che inizi un dialogo con chi governa per chiedere due cose chiare: il ripristino dell’articolo 18 e il ritorno alla legge proporzionale. Il PCI nel quale sono cresciuto aveva contezza della necessita’ del dialogo anche con i diversi.
    P.S. Sono intervenuto il altre occasioni con un commento . Non capisco le ragioni per cui non ho mai avuto una risposta.

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