Come convenuto, il Partito Comunista Italiano, Fronte Popolare e La Città Futura si sono riuniti a Bologna, presso la federazione provinciale del PCI, per dare seguito al dialogo unitario iniziato con la riunione del 30 luglio scorso.
Affermiamo la necessità di costruire un’opposizione politica e sociale al governo Conte bis, nato da una crisi sviluppatasi all’interno dei meccanismi di compatibilità con l’Unione Europea e che sarà caratterizzato inevitabilmente dalla continuità con le politiche antipopolari che hanno contraddistinto il centrodestra e centrosinistra negli ultimi decenni. Il patto M5S-PD nasce rilanciando la collocazione atlantica dell’Italia ed è pertanto incompatibile con le profonde aspirazioni del popolo italiano, che s’identificano con la necessità di costruire una pace giusta e duratura nel Mediterraneo e nel mondo e con l’affermazione del principio irrinunciabile della cooperazione tra le nazioni e i popoli.
L’opposizione di cui hanno bisogno le classi lavoratrici italiane parte dalla costruzione di un nuovo internazionalismo proletario e dunque dalla lotta contro l’Unione Europea, le politiche neoliberiste che essa impone alle classi subalterne e contro il consolidamento del polo imperialista europeo. Essa vive se è in grado di prospettare un’alternativa radicale allo stato di cose presente, articolata in proposte concrete che vadano incontro ai bisogni materiali della classe di riferimento e che sappiano interpretare le istanze progressiste che maturano all’interno della società.
La pratica dell’opposizione deve fornire la base per la progettazione di un’alternativa di sistema che sia la prospettiva entro la quale costruire la convergenza di forze diverse impegnate nella lotta per la trasformazione socialista.
Entro questo quadro strategico si collocano per noi le mobilitazioni dell’autunno. Ci impegneremo insieme perché esse siano caratterizzate da apertura, inclusività e da un profilo propositivo condiviso tra tutte le forze interessate alla costruzione della mobilitazione contro il nuovo governo e la nuova Commissione Europea.
La ripresa d’iniziativa delle organizzazioni politiche e sociali di classe avrà uno snodo rilevante nello sciopero generale del sindacalismo di base indetto per il 25 ottobre, che ci impegniamo a sostenere insieme.
In una fase caratterizzata da un salto di qualità nell’attacco delle classi dominanti contro il mondo del lavoro a livello nazionale e internazionale, riteniamo sia necessario contribuire a un corrispondente salto di qualità nella costruzione del partito comunista e nell’offrire insieme un contributo alla costruzione di un nuovo internazionalismo.
Nell’immediato futuro daremo luogo a un calendario d’incontri per costruire insieme, sul piano politico, un percorso unitario concreto che possa contribuire a restituire alle forze comuniste una posizione d’avanguardia nell’organizzazione della lotta sociale nel nostro paese.
Il confronto unitario a cui stiamo dando luogo non può che essere aperto, inclusivo, offerto come contributo generale all’unità dei comunisti e alla ricostruzione della sinistra di classe nel nostro paese. Siamo dunque impegnati a mettere a disposizione di tutti i soggetti organizzati, le compagne e i compagni la riflessione comune riguardo la necessità di arrivare ad un programma minimo di lotta su cui costruire proposte concrete che vadano incontro ai bisogni materiali della classe di riferimento e l’opposizione a questo nuovo governo e alla nuova Commissione Europea.
Se non includete il P.a.P non siete credibili!
invito a leggere il manifesto-quaderno 2- classe, consigli, partito – 1974
Il rimanere su discorsi astratti, non porta da nessuna parte, è la storia già vista dei dirigenti e della classe subalterna due volte sottomessa dai padroni e dalle gerarchie di partito, ci vogliono obiettivi concreti a cui le masse possano aderire: fuori dai processi produttivi una pensione uguale per tutti, un solo mandato parlamentare affinché la democrazia non sia proprietà dei soliti, un loculo gratis uguale per tutti, una scuola per tutta la vita per un uomo politecnico, non un reddito di cittadinanza ma la riduzione della giornata lavorativa per lavorare meno e tutti, creare l’intellettuale collettivo e impedire che vi siano caste “culturali”-politiche-dirigenziali, i sono migliaia di morti e feriti sulle strade di cui molti lavoratori, anziché campagne repressive bisogna imporre alle case costruttrici auto da 90 orari con strutture non distruttibili e mezzi pubblici efficienti, ecc.……