Ieri, 30 marzo, all’età di 97 anni si è spento in ospedale di Atene, dove era stato ricoverato dal 18 marzo, per insufficienza cardiaca il compagno partigiano greco Manolis Glezos. Ricordiamo il suo atto eroico, allorché a soli 18 anni, assieme al compagno Apostolis Santas, si arrampicò di notte sulla collina dell’antica Acropoli di Atene strappando la bandiera nazista innalzata dai tedeschi del III Reich per segnare l’avvenuta conquista della terra greca. Quello di Manolis Glezos fu un atto che segnò, il 30 maggio del 1941, l’inizio della Resistenza Greca.
Arrestato più volte, riuscì a fuggire e a continuare la sua lotta nella Resistenza. Anche nel dopoguerra il compagno Glezos proseguì il suo impegno politico, pagando nuovamente con l’arresto e il carcere la sua militanza antifascista. Essendo fuorilegge il Partito Comunista greco, negli anni ’60 aderì all’Unione Democratica di Sinistra (Eda), divenendone poi presidente, per poi essere eletto deputato e parlamentare europeo col Partito socialista.
All’età di 91 anni, nel 2014, fu rieletto al Parlamento europeo in rappresentanza di Syriza, incarico da cui si dimise nel 2015, dopo la vittoria elettorale di Syriza in Grecia, avanzando forti critiche rispetto alle decisioni di politica economica del governo Tsipras.
Come comunisti italiani oggi lo ricordiamo, come un fiero e unitario militante della sinistra greca e dell’antifascismo europeo, esprimendo le nostre più sincere condoglianze alla famiglia e al popolo greco, e dando il nostro addio al compagno Manolis Glezos: “Sia lieve la terra greca che ti accoglie”.