COLPEVOLI DI RIVENDICARE I DIRITTI?

di PCI Emilia-Romagna

Siamo tutti coinvolti

Sabato 3 ottobre 2020 alle  ore 14:30, a Modena, ci sarà una Manifestazione nazionale indetta dal Sindacato S.I. Cobas per protestare contro le accuse rivolte dalla Procura nei confronti di operai e sindacalisti.

Sono almeno 477 gli imputati per gli scioperi nel modenese, i processi riguarderanno due vertenze importanti, quella consumatasi ai cancelli dell’azienda Alcar Uno di Castelnuovo Rangone, e quella relativa alla rinomata Italpizza di Modena – vertenze assurte agli onori della cronaca nazionale, in tempi diversi e per ragioni diverse.

Sembra una vecchia storia della Spagna franchista, invece succede a Modena.

I lavoratori sono sostanzialmente accusati di aver picchettato i cancelli di aziende  in cui hanno speso anni e anni della loro vita per protestare contro l’abuso di contratti penalizzanti, la precarietà e per difendere la loro dignità di lavoratori, cose che negli ultimi anni sono state denunciate anche da altre sigle sindacali

Un numero di procedimenti penali per gli scioperi nel modenese così alto ha dell’incredibile, il sospetto che viene è che ci sia la volontà di fermare le lotte operaie in un territorio dove istituzioni, malavita e affari sono talmente intrecciati da sembrare indistinguibili. A Modena sono per caso in corso le prove generali di una repressione che poi verrà replicata nel resto del paese?

Come Partito Comunista italiano questi dubbi ce li poniamo

Ognuno di questi lavoratori dovrà rispondere dei consueti reati di piazza aggravati dal sovraccarico penale dei noti decreti Salvini, che avevano come scopo proprio la riduzione del diritto costituzionale di scioperare.

La colpa di quei “reprobi” è stata quella di aver dato visibilità alla condizione operaia oggi; l’aver reso pubblico quello che tutti – ispettorati, sindacati complici, amministratori, magistrati, economisti – sapevano e fingevano di ignorare. Con la loro iniziativa, hanno rivelato che nei primi vent’anni del Ventunesimo secolo, il miracolo del manifatturiero emiliano – arrembante ed esportatore – ha prodotto dipendenti precari, poveri, ricattati, nell’illusione che la “competitività” si potesse fare ormai solo giocando sulla condizione e i costi della forza lavoro. Con i loro scioperi, questi lavoratori lanciavano delle denunce assai precise e dettagliate: 

 Parliamoci chiaro il vero elemento disturbante per i padroni è il blocco dei cancelli, il fluire delle merci in entrata e in uscita non va interrotto per nessuna ragione. Non si scherza con i fatturati: la merce è tutto, la vita umana poco, la Costituzione niente, i contratti meno di niente.

Vogliamo ricordare a costoro che i lavoratori non scioperano  per diletto, è l’oggettiva asprezza della condizione attuale a imporre il conflitto, se i lavoratori, talvolta , sono stati costretti a fare dei blocchi ai cancelli per evitare, soprattutto da parte di alcune multinazionali, di abbandonare il territorio smontando e traslocando gli impianti non possono essere denunciati, non si può denunciare chi difende il proprio lavoro, la propria sopravvivenza e quella dei propri figli.

Pertanto noi del PCI saremo sempre vicino ai lavoratori e a chi li rappresenta nel momento che questi scendono in piazza per rivendicare i propri DIRITTI.

La locandina.

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