di Luca Cangemi, Segreteria Nazionale PCI
Appare necessario e urgente che la campagna vaccinale contro il COVID19 individui tra le sue priorità le persone con disabilità e coloro che li assistono.
Le persone con disabilità complessa, in particolare, oltre ad essere evidentemente esposte a conseguenze gravissime in caso di contagio, richiedono interventi di assistenza che espongono gravemente operatori e familiari al virus. Siamo quindi di fronte non solo a un essenziale dovere civile e morale di solidarietà con le persone più deboli ma anche ad una elementare esigenza di efficacia della campagna di vaccinazione.
Le persone con disabilità soffrono in maniera assai particolare questa durissima fase segnata dalla pandemia, le limitazioni subite – in particolare quelle relazionali – hanno effetti devastanti su uomini e donne, ragazzi e ragazze che già si trovano in condizioni di socialità ristrette. Lo stesso si può dire per ciò che riguarda il diritto alla salute, con la difficoltà di dare continuità a terapie e percorsi riabilitativi, per ciò che riguarda il diritto allo studio, considerato che la didattica a distanza è assai penalizzante o addirittura impraticabile per studenti con disabilità complesse.
Non ci possono essere dubbi, quindi, sulla necessità di dare oggi un segnale di attenzione che rappresenti per questi cittadini e queste cittadine, per le loro famiglie, per gli operatori del settore la speranza di una vita migliore.
vaccinare il disabile , soggetti che non denunceranno nessun malessere qualora il vaccino dia complicazioni. una “cavia” perfetta. forse il comp. cangemi non conosce la situazione reale di decine di migliaia di disabili psichici e le loro famiglie, e nel periodo del confinamento, (lockdown) , separati per mesi, senza nessun contatto. una violenza di stato.
quei disabili , cosi considerati, che ricevono un a pensione per invalidita’ grave di circa 250 euro mensili.
avrei preferito l appello alla vaccinazione di persone consapevoli.
con affetto un genitore di un giovane autistico