di PCI Genova
Con l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Genova in data 9/2/2021 si tenta in modo diffamatorio di equiparare i crimini nazifascisti alle lotte e alle conquiste dei comunisti in Italia: già perché di conquiste di diritti per i lavoratori e gli sfruttati si tratta, e non di stermini di persone indifese, che invece erano il pane quotidiano dei regimi nazifascisti.
Vorremmo ricordare alla maggioranza di centrodestra che ha votato questa delibera, nonché al Partito Democratico ed alla lista Crivello che si sono astenuti, che la Costituzione su cui giurano è stata scritta anche da Comunisti ed è stata ottenuta anche grazie al sacrificio di sangue di compagni Partigiani attivi nella lotta al fascismo.
Inoltre, vorremmo ricordare, se mai ce ne fosse il bisogno, che mentre diverse leggi Italiane vietano l’apologia del fascismo ed il tentativo di ricostituirlo in ogni sua forma, nessuna legge vieta a chicchessia di proclamarsi fieramente Comunista e di associarsi con altri Compagni per continuare le lotte di giustizia, libertà e progresso che ci caratterizzano da sempre.
Concludendo, non possiamo che affermare come l’istituzione di un’anagrafe che schedi i comunisti e le loro organizzazioni ed attività rappresenterebbe un vulnus tremendo alla libertà politica, alla democrazia e non ultimo alla privacy di coloro che al Comunismo aderiscono. Valuteremo perciò come tutelare nella maniera più efficace i nostri diritti e la difesa della nostra dignità e del nostro onore nelle sedi più appropriate.