Bielorussia: liberali e sovranisti europei uniti nell’ipocrisia

E’ di queste giornate il susseguirsi di notizie che riguardano la situazione al confine tra Bielorussia e Polonia dove viene descritta una situazione, tutta imputata dalla nostra stampa e informazione alle responsabilità dello Stato Bielorusso e del Presidente Aleksandr Lukashenko, riguardante centinaia di migranti dal medio oriente e dall’Africa che fanno pressioni per passare in Polonia e quindi nel cuore dell’Europa, in Germania e negli stati del nord europeo.

Da troppo tempo l’Unione Europea, al seguito di Nato e Stati Uniti, ritiene di ergersi moralmente al di sopra delle altre nazioni del mondo, imponendo sanzioni, dichiarando a piacimento legittime o illegittime elezioni in altri paesi solo sulla base delle proprie convenienze geopolitiche; con la scusa dei diritti umani l’Europa ha sostenuto assieme alla NATO il colpo di stato in Ucraina nel 2014, mentre la Bielorussia, che non ha mai invaso nessun paese straniero e che si è sempre attivata per una politica di cooperazione e mediazione nell’area, si è vista attaccata ininterrottamente dal 2006 con le prime “rivoluzioni colorate”, che a Minsk si tingono di bianco-rosso col profilo nero del Bisonte degli ultranazionalisti filoatlantisti, e con una raffica infinita di sanzioni.

Oggi, che vengono poste tutte le contraddizioni di un’Europa imperialista davanti alle sue stesse frontiere, con quei migranti provenienti da quei paesi devastati dalla stessa Alleanza Atlantica, il coro unanime dei liberali e dei sovranisti nel trovare un comune capro espiatorio in Lukashenko disvela tutta l’ipocrisia dell’occidente e del suo imperialismo umanitario alternato ad un sovranismo fintamente popolare e di mera convenienza piccolo borghese.

Un’Europa che non vuole accogliere quelle persone, comprese donne e bambini, in fuga da un inferno che la stessa Europa ha creato, è la riconferma della doppia faccia ipocrita di questo sistema politico.

Dip. Esteri PCI

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