People Not Profit. Sciopero Globale per il Clima

Edoardo Castellucci 
Segreteria Nazionale – Responsabile Nazionale Ambiente e Territorio

Il conflitto tra Russia ed Ucraina ha assorbito tutte le comunicazioni dei media, e ha fatto passare in secondo piano la pandemia da covid-19 e la lotta ai cambiamenti climatici. 

In questo contesto c’è stato un evento che non ha ricevuto la dovuta attenzione e che invece ci riguarda molto da vicino perché, insieme alla guerra in atto e alla possibilità dell’insorgenza di nuove malattie pandemiche, mette in primo piano il futuro della Terra e dei Popoli che la abitano.

Il 28 febbraio, infatti, è stata pubblicata la seconda parte del Sesto Rapporto IPCC, Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, un rapporto che indica chiaramente quanto siano più diffusi e più negativi gli effetti del riscaldamento globale sull’ambiente rispetto a quanto previsto.

Effetti che colpiranno soprattutto il continente europeo ed in particolare l’area mediterranea che sarà sottoposta ad una serie di rischi che riguarderanno: l’aumento delle ondate di calore; la siccità; inondazioni più frequenti e più intense; l’innalzamento del livello del mare; la perdita di produzione agricola.

In questo scenario europeo sarà proprio il settore agricolo che nei prossimi decenni subirà conseguenze devastanti, nonostante le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici messe in atto.

Politiche di adattamento che, evidentemente, non bastano più, in quanto la maggior parte dei guasti provocati dall’uomo risultano irreversibili, soprattutto per i paesi in via di sviluppo, che risultano i più colpiti, che ad oggi non hanno ricevuto alcun risarcimento per i danni provocati dai paesi più ricchi e industrializzati, responsabili storicamente delle emissioni inquinanti.

Si tratta di intervenire non più sugli effetti ma sulle cause che originano i cambiamenti climatici, c’è la necessità ormai acclarata di superare il sistema economico imposto dal capitale e per invertire la rotta, impedendo il collasso del nostro pianeta, lo dobbiamo alle future generazioni, lavorando per una economia al servizio dell’uomo, della comunità, dell’ambiente, e non viceversa.

Per fare questo è necessario contrastare, anche e soprattutto, le politiche di “ambientalismo di facciata” che multinazionali del fossile e governi compiacenti mettono in campo per contrastare la lotta ai cambiamenti climatici.

Per queste ed altre motivazioni, che coinvolgono la difesa dell’ambiente e del nostro pianeta, il PCI aderirà a People Not Profit – Sciopero Globale del Clima del 25 marzo, indetto da Friday For Future, scendendo nelle piazze a fianco di ragazzi e ragazze, lavoratori e lavoratrici, per l’esigenza di un cambiamento profondo dei nostri orizzonti, e per far sentire forte la voce di chi è consapevole di avere un tempo limitato per evitare il collasso climatico e dare una prospettiva di vita per le future generazioni.

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