Il PCI alla “Piattaforma Mondiale Antimperialista” in Venezuela

Sandro Scardigli – Comitato Centrale e Dipartimento Esteri PCI

Dal 3 al 6 marzo si è tenuta a Caracas la terza riunione della “Piattaforma Mondiale Antimperialista”, che ha visto la partecipazione del nostro partito e di organizzazioni comuniste, socialiste e antimperialiste di ventotto Paesi.

La Piattaforma si propone di coordinare l’impegno delle forze antimperialiste mondiali sulla base di tre obiettivi principali: condurre un’efficace lotta antimperialista; proporre una linea corretta alle forze in lotta e rafforzare il movimento comunista internazionale, che dev’essere al centro di questa lotta.

La Piattaforma si propone di conseguire questi obiettivi organizzando conferenze internazionali e lotte antimperialiste simultanee in tutto il mondo.

La Prima Conferenza Internazionale si è svolta a Parigi nell’ottobre del 2022 e la Seconda nel dicembre dello stesso anno a Belgrado.

La Terza, svoltasi dal 3 al 6 marzo scorso a Caracas, ha coinciso con le celebrazioni del 10° Anniversario della scomparsa fisica del Comandante Hugo Chavez Frias, alle quali il nostro Partito e tutti quelli della Piattaforma Mondiale Antimperialista hanno partecipato.

La bandiera del Partito Comunista Italiano è sventolata assieme alle altre in Piazza 4F, dedicata all’insurrezione militare del 4 febbraio 1992, capeggiata da Hugo Chavez e dal movimento militare bolivariano che si proponeva di rovesciare il regime neoliberista. Questa insurrezione, sconfitta in quel momento, fu l’origine dell’accumulazione di forze popolari che portò alla vittoria elettorale del 1998 e all’inizio della costruzione del “Socialismo del XXI Secolo” in Venezuela.

Al Teatro Teresa Carrenno di Caracas si è svolto l’atto centrale del 10° Anniversario, alla presenza di Nicolas Maduro, Raul Castro, Daniel Ortega, Capi di Stato e di Governo, esponenti di movimenti sociali e politici di tutto il continente.

Il nostro Partito ha partecipato anche alla celebrazione del 92° Anniversario della fondazione del Partito Comunista Venezuelano, svoltasi negli stessi giorni presso la sede del Partito.

Numerosi e proficui sono stati gli incontri con i Partiti partecipanti alla Piattaforma e con quelli presenti alle celebrazioni in ricordo del Comandante Chavez. Citiamo fra tutti quello con il vertice del Partito Democratico del Popolo di Corea, organizzatore principale della Conferenza e con il Partito Socialista Unito del Venezuela, altro asse portante dell’organizzazione logistica delle nostre quattro giornate.

La prossima Conferenza della Piattaforma Mondiale Antimperialista si svolgerà nel mese di maggio a Seul, in Corea del Sud.

Riportiamo il testo dell’intervento del compagno Sandro Scardigli, componente del Comitato Centrale e del Dipartimento Esteri del PCI.
 

INTERVENTO 

Il mondo si trova di fronte alla situazione di crisi geo politica più grave da diversi decenni a questa parte.

Il rischio che questa crisi precipiti in uno scontro militare diretto fra NATO e Russia, fino ad una guerra nucleare, è concreto.

L’Ucraina è il terreno di scontro che vede come posta in gioco il futuro assetto degli equilibri globali.

Gli USA puntano ad una sconfitta militare della Federazione Russa, che ne elimini il carattere di potenza mondiale. Il passo successivo sarebbe l’accerchiamento politico-militare della Cina, principale pericolo per l’unipolarismo statunitense.

Le provocazioni anti cinesi su Taiwan, sui cosiddetti palloni spia, sulle presunte persecuzioni delle minoranze etniche, vanno viste come parte della preparazione dell’opinione pubblica nordamericana ed europea allo scontro con la Repubblica Popolare.

Come ammette lo stesso Stoltenberg, Segretario Generale della NATO, la guerra è in realtà iniziata nel 2014, quando il governo ucraino liberamente eletto è stato rovesciato dalla “rivoluzione colorata” di Piazza Maidan e l’instaurazione di un regime filo occidentale e nostalgico del collaborazionismo filo nazista di Stepan Bandera.

L’abolizione dei diritti delle minoranze ucraine russofone e la sanguinosa repressione hanno portato ad una guerra civile che, secondo l’ONU, ha provocato l’uccisione di 13.000 ucraini russofoni, per lo più civili. Per non parlare della messa fuorilegge di 11 partiti d’opposizione, primo fra tutti il Partito Comunista Ucraino, che raccoglieva più del 13% dei consensi elettorali.

Il Partito Comunista Italiano chiede un immediato cessate il fuoco; la cessazione dell’invio di armi all’Ucraina da parte del governo italiano e degli altri governi europei; l’inizio di colloqui di pace nel più breve tempo possibile.

Noi comunisti lottiamo per l’uscita dell’Italia dalla NATO e per lo scioglimento di questo blocco politico militare imperialista.

Noi comunisti siamo vicini ai fratelli Mikhail e Alexander Kononovich, giovani comunisti ucraini arrestati, picchiati, minacciati quotidianamente di morte dagli scagnozzi del regime di Zelensky e che rischiano una lunga condanna detentiva o la vita. Sono il simbolo di centinaia di altri comunisti e democratici perseguitati.

Siamo con la famiglia di Andrea Rocchelli, fotoreporter italiano ucciso dall’esercito ucraino nel 2014, assieme al suo interprete, mentre documentava gli attacchi contro la popolazione russofona del Donbass.

Chiediamo la liberazione immediata del giornalista Julian Assange, la cui sola colpa è di aver reso pubblici i crimini di guerra USA in Iraq e che per questo, se estradato negli Stati Uniti, rischia fino a 175 anni di carcere.

Non ci potrà essere una vera pace se non si affermerà un nuovo equilibrio mondiale multipolare. Gli USA e la NATO, al contrario, puntano, attraverso il sangue dei popoli ucraino e russo, di riaffermarsi per i prossimi decenni come prima e dominante superpotenza globale.

In questo quadro è fondamentale il rilancio e potenziamento del ruolo dei BRICS (Brasile, Russia, Cina, Sudafrica) e il loro allargamento ad altri Paesi, nella prospettiva di un nuovo equilibrio multipolare.

La vittoria elettorale di Lula in Brasile costituisce un passo fondamentale in questa direzione.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una ripresa dei movimenti di sinistra e popolari che hanno riportato o portato per la prima volta al governo coalizioni progressiste in  Messico, Honduras, Colombia, Argentina, Cile, Bolivia, Perù.

L’imperialismo statunitense non è stato a guardare.

Il sanguinoso colpo di Stato del 2019 contro il legittimo governo di Evo Morales in Bolivia ha dimostrato una volta di più quanto gli USA siano sempre disposti a giocare tutte le loro carte pur di non perdere il controllo del loro “cortile di casa” ed il ruolo di lunga mano politica nordamericana che l’OEA (Organizzazione degli Stati Americani) continua a svolgere.

La persecuzione politico giudiziaria contro la Vice Presidente argentina Cristina Kirchner è un esempio eclatante di “lawfare”, cioè di uso politico della Magistratura da parte dell’oligarchia interna e dell’imperialismo al fine di ostacolare e destabilizzare i governi non graditi.

Lo abbiamo visto con la persecuzione giudiziaria nei confronti di Lula e, negli ultimi mesi, con quella contro il legittimo Presidente del Perù Pedro Castillo, che ha spianato la strada alla congiura che ha portato alla sua destituzione.

Il popolo peruviano sta affrontando coraggiosamente la repressione di esercito e polizia, che ha causato finora quasi un centinaio di vittime. L’oligarchia bianca non accetta che le classi popolari e i contadini vengano considerati cittadini con diritti sociali e politici. L’esercito peruviano, come quelli di altri paesi latinoamericani, è da sempre il braccio armato di questa minoranza privilegiata e razzista.

La mafia parlamentare, erede del dittatore Fujimori, non accetta lo scioglimento anticipato del Parlamento e nuove Elezioni, difendendo a spada tratta la continuazione del suo regime neoliberista, sancito da una “Costituzione” che la grande maggioranza della popolazione intende sostituire tramite l’elezione democratica di un’assemblea costituente.

Il governo boliviano del MAS, che è riuscito a vincere di nuovo le Elezioni nonostante i tentativi del governo golpista di impedirne la partecipazione, sta ristabilendo le riforme sociali ed il “buen vivir” introdotti da Evo Morales, ma quella stessa destra fascista e razzista che ha provocato il golpe del 2019 continua a svolgere la sua attività sediziosa.

Il Cile è stato scosso nel 2019 da una massiccia protesta popolare, antiliberista e per la sostituzione della “Costituzione” ereditata dalla dittatura di Pinochet. I Carabinieri e la Polizia si sono comportati una volta di più come forza d’occupazione, reprimendo nel sangue le proteste, con morti e accecati con scariche di pallini sparati a distanza ravvicinata.

I principali risultati politici della protesta sono stati l’elezione di una convenzione costituzionale a suffragio universale, chiamata a redarre una nuova Magna Carta e l’elezione di un Presidente di Sinistra, Gabriel Boric, con al governo due coalizioni di Sinistra e Centrosinistra, con tre ministri comunisti.

Ma il riflusso del movimento popolare, che già dal suo inizio era caratterizzato da una forte sfiducia verso tutti i partiti, ha favorito una ripresa politica della destra che, forte degli equilibri parlamentari ma soprattutto dalla bocciatura della nuova Carta Costituzionale da parte del 62% degli elettori, sta cercando di bloccare le riforme economiche e sociali del Governo.

Noi, il Partito Comunista Italiano, seguiamo con attenzione quanto avviene in America Latina. Riteniamo di grande interesse anche per il movimento dei lavoratori e popolare europeo le esperienze che, dal 1998 con la vittoria elettorale del compagno Hugo Chavez in Venezuela, hanno aperto una nuova stagione di lotta contro l’imperialismo, per l’autodeterminazione dei popoli e per la costruzione del Socialismo del XXI Secolo.

Queste esperienze sono diverse fra loro e ognuna risponde alle condizioni e ai rapporti di forza fra le classi di ogni Paese.

Le accomuna la consapevolezza che per emanciparsi dal ruolo di “cortile di casa” degli USA devono unire i loro sforzi economici e politici, creando e rafforzando istituzioni economiche, politiche, informative comunitarie. Il Comandante Hugo Chavez Frias e la Repubblica Bolivariana del Venezuela, al cui Presidente Nicolas Maduro va il nostro sostegno, hanno iniziato un’opera fondamentale in questo senso.

L’esempio di Cuba, primo territorio libero d’America, è stato e resta fondamentale non solo per i popoli latinoamericani ma per tutti i popoli che nel mondo lottano per la libertà, la giustizia, l’uguaglianza, il socialismo.

Il Venezuela bolivariano, con le sue risorse, la sua alleanza civica-militare e la sua Costituzione è all’avanguardia in questo processo continentale.

L’esperienza di Cuba e del Venezuela sono da sempre nel mirino dello Zio Sam. Sono due tasselli fondamentali non solo per l’America Latina ma per la lotta mondiale contro l’imperialismo.

Il Partito Comunista Italiano lotta contro il blocco illegale imposto dagli USA a Cuba ed è al fianco dei compagni e delle compagne di tutta l’America Latina.

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