Il 25 aprile del 1945 l’Italia veniva liberata dai partigiani dall’orrore di venti anni di fascismo, culminati nelle tragiche guerre di dominio coloniale.
Con l’apporto essenziale dei comunisti e delle altre formazioni combattenti antifasciste, veniva così posto fine a un regime che si era fatto custode e guardiano feroce degli interessi di una spietata borghesia capitalista, in nome della quale era stato sottomesso un intero popolo e portato alla miseria e alle guerre imperialiste.
In che cosa è diverso oggi, fatte le debite proporzioni, il neo fascismo che, dopo anni di fallimento della sinistra, è arrivato al governo, anzi al potere, del Paese? E quali nuove e più moderne forme ha oggi assunto, tali da non essere riconosciuto dalla maggior parte della popolazione che li ha votati?
Nella ricorrenza della Liberazione dobbiamo, allora, chiederci perché le speranze di giustizia e libertà che costarono la vita a tanti partigiani e a tanti antifascisti, mai come in questo momento, possono essere rimesse in discussione? I primi provvedimenti di questo Governo contro i rave party, o per il reintegro degli operatori sanitari no vax; la revoca del taglio delle accise, che ha portato la benzina a prezzi insostenibili per i lavoratori più deboli; le nostalgiche denominazioni dei Ministeri (manca solo il MInculpop); le allucinanti dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione (contro docenti insorti per l’indifferenza alla violenza squadrista); l’atteggiamento disumano verso gli immigrati dei Ministri degli Interni e delle Infrastrutture; l’aumento dell’invio di armi all’Ucraina – sbandierato con arroganza, nonostante la contrarietà della maggior parte degli italiani – con i convogli di carri armati in pieno giorno e sulle tratte normali, durante lo sciopero dei treni; l’asservimento pressoché totale dell’informazione, al sistema dato; l’accelerazione imposta dal DDL Calderoli all’A.D., che compromette la stessa unità della Repubblica; la concordata contropartita del presidenzialismo e, da ultimo ma sicuramente non ultime, le incredibili dichiarazioni, storicamente false, dell’attuale Presidente del Senato, sono altrettanti campanelli d’allarme della instaurazione di un vero e proprio regime autoritario, che assume forme di un moderno, strisciante fascismo.
Il 25 aprile sia quest’anno l’occasione per tutti i sinceri democratici e per i comunisti per primi, di mostrare a questo regime che c’è chi dice NO, c’è chi si batte ancora per l’attuazione della Costituzione, per la Repubblica parlamentare, per il lavoro, per la pace e per la libertà.
W IL 25 APRILE DELLA DEMOCRAZIA E DELL’ANTIFASCISMO!
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