Non “son solo canzonette”

a cura di Patrizio Andreoli – Segreteria Nazionale e Dipartimento Politiche dell’Organizzazione

Pochi giorni fa in una conferenza stampa il cantautore Francesco Guccini presentando il suo ultimo lavoro discografico segnalava come esso si chiuda con l’antifascismo del brano “21 aprile” scritto contro la dittatura dei colonnelli greci dall’amico di quel tempo Alexandros Devetzoglou, aprendosi -felicemente e non a caso con una versione della sempiterna “Bella ciao”, riveduta e corretta. “L’ho dedicata alle ragazze iraniane perseguitate dal regime”, ha detto. “Vi ho messo delle parti in farsi, la loro lingua, e l’ho declinata al femminile”, mentre l’invasore del brano si trasforma in oppressore. Gli oppressori sono anche da noi. E per sapere chi sono, basta chiederlo a Fazio e a quelli cacciati della Rai”, ha aggiunto con tono schietto riferendosi a quanto accaduto nel sistema informativo radio-tv pubblico, quello che paghiamo tutti, in piena epoca di occupazione meloniana. Una bella testimonianza di impegno civile di chi non ha dimenticato e dimentica, come in ogni tempo sia necessario scegliere di “non tacere” alzando alta la voce della propria denuncia e protesta contro ingiustizie vecchie e nuove; omicidi reali e stragi terribili dell’umanità, omicidi dell’anima, indifferenza, rimozione delle proprie responsabilità, rinuncia. Un piccolo grido nell’inverno che per tanti versi segna il nostro presente culturale e politico, ricordando come non vi sia mai autentica arte che in quanto espressione di una visione del mondo e del rapporto sociale tra gli uomini, non sia a suo modo sempre politica. Lo ricordiamo a chi ha scelto dietro copertine patinate e performance innocue, di scegliere di non scegliere, di non stare da una parte, di non disturbare il potere, quello che ti può dare visibilità e soldi. Nel settembre 2022, in Spagna, Laura Pausini durante il programma tv El Hormiguero, a questo sollecitata, si rifiutò di cantare “Bella ciao” dichiarando come “non intendesse cantare canzoni politiche” (!). La destra nostrana fascista e moderata, si spellò le mani sottolineando come ci si trovasse dinanzi all’alba di una nuova libertà di coscienza finalmente affrancata dalla dittatura culturale della sinistra e dei comunisti. Purtroppo, invece, si trattava di uno dei tanti segni tragici del tracollo di una coscienza democratica condivisa, tra ignoranza e opportunismo. Già, perché “Bella ciao era una tipica canzone comunista” fu detto, e non l’inno alla libertà di tutti e tutte, cantato in ogni valle e da ogni brigata partigiana in Italia, e poi nel mondo intero per anni e anni! Sì. Lo confermiamo agli immemori che non hanno vergogna, a coloro che sfruttando la libertà duramente riconquistata anche per loro da chi quella canzone cantava in anni bui, oggi si leva il lusso di assumere toni sufficienti e storcere il naso: “Bella ciao” è una canzone politica, una canzone di resistenza al fascismo, al nazismo, alla sopraffazione e all’oppressione, quelli di ieri e quelli (ancora troppi!) di oggi. Non è vero che tanto tutte “son solo canzonette” come canta Bennato. Ci sono canzoni cucite nel cuore e sulla pelle con cui abbiamo imparato a respirare la libertà. Parole e impegno che non invecchiano e rispetto a cui, a nessuno è dato scherzare. (13 novembre 2023)

One Comment

  1. Andrea Vannini

    Guccini: disse (alla veltroni) “non sono mai stato comunista”, vero, era anarchico, o lo faceva credere, e contestatore. Poi fa’ il prodiano. Ora si associa alla propaganda anti-iraniana dell’imperialismo U-ccidentale e spaccia per martire il prostituto fazio. E un dirigente comunista scrive questo schifo di articolo.

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