PER UNA AGRICOLTURA ECOLOGICA

La protesta degli agricoltori, scesi nelle strade delle Regioni italiane, contro le politiche agricole ed ambientali europee, contro il governo e contro le confederazioni agricole, è figlia del sistema economico capitalista e neoliberista, della crisi dell’agricoltura europea dovuta alla dipendenza dalle fonti fossili e degli eventi meteorologici, provocati dai cambiamenti climatici e dalla cattiva gestione del territorio, che ha causato ingenti danni economici alle aree agricole.

Da comunisti riteniamo che non è più rinviabile una necessaria riflessione circa le politiche agricole in questo nostro Paese, in quanto le attuali forme di agricoltura sono la causa principale della perdita di suolo e contribuiscono in modo significativo alle emissioni di gas serra. In particolare, l’agricoltura intensiva è responsabile della estinzione delle specie animali e di circa il 15% delle emissioni climatiche europee, con una diffusa contaminazione da pesticidi dei terreni agricoli e con la perdita del suolo fertile più velocemente di quanto esso riesca a rigenerarsi.

A fronte di questa situazione: la PAC (Politica Agricola Comune), continua a finanziare politiche di agricoltura intensiva mettendo ulteriormente in pericolo il territorio e le risorse naturali; le Istituzioni europee liberalizzano i nuovi OGM, la Commissione UE rinnova l’uso del glifosato per i prossimi dieci anni, Il Parlamento europeo vota contro il Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi, favorendo di fatto gli interessi economici delle lobby agroindustriali contro gli interessi degli agricoltori, dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Serve, invece, operare con decisione per dar vita ad una agricoltura ecologica in grado di garantire la sicurezza alimentare, restituendole il ruolo di cerniera tra città e campagna. Un’agricoltura che ristabilisca una vocazione produttiva “multifunzionale” incrementando il profilo biologico quale punto di riferimento per la gestione del territorio e delle sue risorse, spingendo verso il sostegno e la ridefinizione del ruolo stesso dell’agricoltore, inteso come operatore/gestore del territorio capace di garantire salvaguardia delle risorse agricole e salute dei consumatori. E’ necessario inoltre, attivare una coraggiosa politica di assegnazione di terre incolte ed abbandonate ai giovani contadini, alle cooperative agricole e ai piccoli imprenditori, aprendo la strada a nuove opportunità produttive e/o lavorative.

Siamo per un cambiamento radicale del modo di fare agricoltura, perché l’agricoltura industriale che ha sostituito quella contadina, è insostenibile per l’ambiente, in quanto consuma risorse non rinnovabili, peggiora la qualità degli ecosistemi e del paesaggio, perché produce spreco e ingiustizie sociali, guardando alla solita logica del profitto, ma soprattutto perché, come affermava Giorgio Nebbia in una intervista del 2015: “la coltivazione intensiva del suolo e l’abbandono delle terre meno produttive alterano il moto superficiale delle acque e provocano allagamenti e frane che colpiscono in primo luogo proprio l’agricoltura stessa.”

C’è quindi la necessità “di una economia agricola rinnovata, ecologica, appunto, capace di assicurare un reddito dignitoso, un lavoro soddisfacente, la sperimentazione di nuove forme di convivenza sociale e un rapporto consapevole con l’ambiente di vita e naturale.” (Manifesto di Brescia – 30 maggio 2015), ma , come scrive Piar Paolo Poggio nell’introduzione al volume Le tre agricolture: contadina, industriale, ecologica: “[…] l’agricoltura ecologica potrà essere tale solo se farà perno sui contadini, che dovranno appropriarsi del meglio della tecnologia attraverso il suo utilizzo selettivo e intelligente, senza dimenticare che fino a oggi l’agricoltura contadina è l’unica economia circolare che abbia funzionato.”

E’ da queste considerazioni che nasce la necessità di una Conferenza Nazionale su “Agricoltura e Ambiente: per la lotta al neoliberismo e ai cambiamenti climatici”, per contribuire al dibattito sulle politiche agricole, ed avviare una riflessione sui temi ambientali e territoriali, che come PCI svolgeremo a Perugia nel prossimo mese di febbraio.



Edoardo Castellucci, Segreteria Nazionale PCI

One Comment

  1. Concezio D'Amico

    Bla, bla, bla! hai mai messo piede in un campo di una qualsiasi coltivazione? rimboccati le maniche e vieni tu a produrre cibo cosiddetto bio ubriacati cosi’ come siete da tanta poesia!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *