La Festa do Avante, una grande festa comunista

di Luca Cangemi

  1. Un appuntamento straordinario: una grande scommessa vinta.

La Festa do Avante che il Partito Comunista Portoghese organizza il primo fine settimana di settembre – in una grande area panoramica acquisita e recuperata ambientalmente dal Partito, nei pressi di Lisbona – rappresenta da tempo la più grande iniziativa politica in Portogallo e un grande appuntamento internazionale a cui partecipano delegazioni di ogni parte del mondo.
Quest’anno la Festa acquisiva un significato particolare per diversi motivi: nel 2021
anche i comunisti portoghesi festeggiano i 100 anni della fondazione del loro Partito, tra poche settimane si terrà un importante turno elettorale amministrativo che coinvolgerà tutto il paese – i comunisti saranno ancora una volta in campo con la Coligação Democrática Unitária insieme a Verdi, Iniziativa Democratica e migliaia di candidati indipendenti- e, soprattutto, quest’anno la festa tornava, nonostante il Covid alle sue grandi dimensioni tradizionali.


L’anno scorso la decisione del PCP di mantenere la Festa nonostante la pandemia e sia pur con rigidissime limitazioni aveva avuto il significato della resistenza e aveva scatenato una campagna forsennata da parte delle altre forze politiche.
Lo sforzo organizzativo è stato straordinario e straordinario è stato il risultato: una festa enorme articolata in settori regionali, curati da tutte le organizzazioni locali, uno spazio centrale caratterizzato dalla grande mostra per i 100 anni del PCP, una “città” della gioventù, spazi teatrali, musicali, per i libri, il grande spazio internazionale con gli stand di tutte le delegazioni. E poi la grande arena “25 di Aprile” dove si tengono i concerti maggiori (il primo giorno un concerto di musica classica) e il comizio finale.
Grande è la gioia delle migliaia di militanti del Partito impegnati in cento compiti diversi (e la nostra) nel vedere questa cittadella rossa invasa da un popolo allegro, entusiasta ma ordinato e rispettoso delle misure di sicurezza anticovid. Nel
pomeriggio di venerdì, quando il segretario generale Jeronimo de Sousa saluta le tante delegazioni estere, la scommessa è già vinta. E, sottolinea Jeronimo, la grande presenza internazionale è testimonianza di solidarietà e parte importante di questo successo.

Da quel momento e fino alla sera conclusiva di domenica è un susseguirsi senza posa di momenti di discussione, di mobilitazione, di aggregazione. Impossibile dar conto di tutti. Alcuni, però, sono di particolare intensità emotiva come quando viene letto il saluto alla festa di Ahmed Sa’adat, segretario del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (un messaggio che arriva dalle carceri israeliane) o come quando un compagno del Mozambico racconta come senta “suo” il PC portoghese sia per la storica scelta anticolonialista, sia per le lotte per i diritti dei migranti.
Il momento più alto, come sempre, più di sempre è il comizio finale. Davanti a migliaia di persone entusiaste, il segretario generale del PCP tiene un intervento di grande impegno politico, in cui passione, analisi, proposta si coniugano, come nella migliore tradizione comunista.


Viene analizzata la complessa situazione politica nazionale, le pesanti conseguenze delle politiche europee, dalla narrazione minuziosa delle diverse lotte sociali e sindacali emerge il profondo radicamento in ogni settore popolare del PCP, il suo sforzo di costruire risposte ad ogni problema che si pone. Grande è l’attenzione a far sì che la presenza del Partito si faccia sempre più forte, in particolare sviluppando e aumentando le cellule nei luoghi di lavoro. Infine la grande attenzione alla situazione del mondo, la netta indicazione delle minacce che vengono dalla politica degli USA,
la determinazione a costruire un fronte antimperialista mondiale.
Sulle note dell’internazionale e dell’inno del Partito la grande platea dei militanti e noi ospiti stranieri, completamente parte ormai di questo popolo, salutiamo questa forza che affronta con ammirevole fiducia ogni battaglia.

2. Il PCI alla festa.

In questo oceano di militanza anche l’esperienza del PCI (che rappresentava l’Italia insieme alla delegazione del PRC, guidata dal compagno Maurizio Acerbo) alla Festa do Avante è stata straordinaria.
Merito, innanzitutto, dei compagni e della compagne della sezione di Ancona che hanno una lunga tradizione di presenza alla festa e che quest’anno, superando preoccupazioni e difficoltà organizzative, sono tornati ad allestire il nostro stand. Ad essi si sono uniti altri compagni e altre compagne, soprattutto giovani, di altre regioni, formando una squadra efficacissima.
Lo spazio del PCI è diventato un punto di riferimento nel grande spazio internazionale della festa, tanto per l’attività gastronomica quanto per quella politico- culturale e ancor di più per la disponibilità e la cordialità dei compagni e delle compagne, capaci di dialogare con visitatori di tutte le età e tutti i paesi.
La festa è stata anche una grande occasione di relazioni internazionali per il nostro partito. Intanto, ovviamente, per approfondire ulteriormente i rapporti con il PCP.


Oltre alle occasioni dedicate all’insieme delle delegazioni abbiamo avuto occasione di un incontro bilaterale con Rui Fernandes, della commisione politica nazionale del PCP. In questo incontro ci siamo scambiate informazioni sulla situazione nei rispettivi partiti e paesi e sui principali problemi della scena internazionale, riscontrando una grande sintonia su tutti i temi trattati, in particolare sul ruolo di Nato e Unione Europea e si è quindi deciso di intensificare i contatti tra i due partiti, anche tra settori specifici di lavoro.


In seguito abbiamo avuto un importante incontro con la deputata Ana Mesquita che segue i problemi del sistema formativo e della ricerca nell’attività parlamentare. La discussione si è focalizzata sull’impatto che le politiche europee hanno sul comparto della conoscenza, colpendo i diritti sanciti dalle Costituzioni antifasciste tanto in Italia come in Portogallo. Preoccupazione condivisa anche sulle mistificazioni anticomuniste sempre più presenti nell’insegnamento della storia a tutti i livelli.
Anche qui l’impegno a uno scambio più continuo di informazioni e anche la disponibilità a organizzare iniziative comuni. Di grande rilievo il dibattito pubblico nell’area internazionale della festa, a cui abbiamo partecipato, sulle minacce alla pace in Europa coordinato da Angelo Alves della commissione politica del PCP e con l’intervento di compagni di Belgio, Cipro, Germania, Repubblica Ceca. Grande convergenza nel sottolineare il pericolo rappresentato dall’aggressività USA e Nato in molteplici direzioni, una particolare sintonia tra noi e i compagni portoghesi nell’indicare lo stretto nesso tra Nato e UE nelle politiche aggressive e in questo quadro abbiamo anche specificatamente analizzato il ruolo del governo Draghi.


Ovviamente un contesto così ricco di presenze è stato anche luogo naturale di molteplici contatti formali e informali, che hanno rafforzato legami già esistenti e posto premesse per nuove relazioni. Tra i tanti incontri quelli con i compagni cileni, che vivono una straordinaria stagione di speranza politica, con i compagni tedeschi del DKP a cui abbiamo rinnovato la solidarietà per l’attacco di cui sono stati oggetto con il tentativo (fallito) di impedirne la partecipazione elettorale, con i compagni svizzeri e tanti altri.
Torniamo in Italia, ad affrontare certamente problemi complessi, più forti non solo di entusiasmo ma anche di una straordinaria esperienza politica e di nuovi legami con presenze significative che quotidianamente in ogni parte del globo lottano per trasformazioni rivoluzionarie.

One Comment

  1. Marica

    L’ho vista prima del Covid e ho tradotto spesso il meraviglioso discorso del loro Segretario nazionale. Mai banale e sempre bravissimo. I compagni e le compagne portoghesi e gli ospiti stranieri bravi tutti! È bello essere comuniste/i.

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