di Partito Comunista Italiano – Toscana
Il 31 dicembre sarà l’ultimo giorno nello stabilimento per i dipendenti della “Bekaert” di Figline Valdarno. Poi comincerà la cassa integrazione per cessata attività. La prolungata interruzione della vita di fabbrica comporterà per le maestranze una nuova sfida: rimanere unite nella lotta per raggiungere l’obiettivo della reindustrializzazione del sito di Figline, del loro luogo di lavoro.
Ma le diciassette lavoratrici e lavoratori dell’indotto, impegnati nella pulizia, cucina e sicurezza, non sono compresi nell’accordo che ha portato al ripristino della cassa integrazione per cessata attività (a suo tempo abolita dal Governo Renzi). La normativa stabilisce infatti che, qualora l’appaltatore richieda l’attivazione della cassa integrazione, la stessa spetti anche ai lavoratori delle ditte appaltanti. Ma questi sono però rimasti esclusi in quanto la multinazionale belga ha interrotto i contratti con le ditte appaltatrici.
Si tratta di lavoratori e lavoratrici ammirevoli e coraggiose, sempre a fianco dei dipendenti “Bekaert” durante le settimane di presidi, manifestazioni e iniziative. Persone che non possono essere messe da parte e lasciate al loro destino. Le lavoratrici e i lavoratori della “Bekaert” e dell’indotto si sentono e sono una cosa sola.
Il nostro Partito ha a suo tempo salutato l’ipotesi di accordo raggiunta (e votata dalla grande maggioranza dei lavoratori e le lavoratrici dell’azienda) come un primo successo di una tenace ed eroica lotta condotta in una situazione del tutto avversa.
Affermiamo con forza il diritto delle persone lavoratrici dell’indotto e delle loro famiglie ad avere un futuro a fianco dei loro compagni di lavoro di sempre. La cassa integrazione per cessata attività dev’essere estesa ai diciassette lavoratori dell’indotto “Bekaert”.
Il decreto che ha reintrodotto la cassa integrazione per cessata attività dev’essere modificato, e comprendere le lavoratrici e lavoratori dell’indotto.
La lotta alla “Bekaert” è un simbolo e l’esito della vertenza sarà di grande importanza per tutti i lavoratori italiani che vedono calpestati diritti e dignità in decine di altre fabbriche e luoghi di lavoro.
La nostra è una solidarietà espressa da lavoratori ad altri lavoratori, nella consapevolezza che soltanto se torneremo ad essere una classe unita, consapevole del suo ruolo nella società e portatrice di valori e progetti di trasformazione sociale e politica, riusciremo a migliorare le condizioni di vita nostre e di tutti gli altri ceti popolari, dando forma ad una società che la mai attuata Costituzione Italiana ha tratteggiato con l’inchiostro rosso del sangue dei partigiani.
Una Costituzione che subordina la cosiddetta libertà d’impresa all’interesse collettivo e che, quando questo venga leso, prevede la possibilità della nazionalizzazione e della gestione da parte della comunità dei lavoratori che vi presta la sua opera.
Per il 21 dicembre è previsto un incontro al Ministero per l’Industria e lo Sviluppo Economico (MISE) per dare il via alla cassa integrazione dei 318 dipendenti della “Bekaert” di Figline Valdarno. Deve essere estesa anche ai lavoratori dell’indotto!
Non sappiamo cosa farà il Governo giallo-verde in proposito. Ma è certo che noi comunisti staremo sempre dalla stessa parte: quella dell’unità e dignità della classe lavoratrice, che emancipando se stessa libera tutta la società dalla prepotenza e sopraffazione.