di PCI Liguria
Questo tragico momento storico di lotta alla pandemia evidenzia ogni giorno con più forza l’inadeguadezza di un sistema basato su deregolarizzazioni e privatizzazioni che privano di qualsiasi tutela effettiva la salute della popolazione, il lavoro e l’ambiente. Eppure neppure l’evidente disastro epocale riesce a far desistere gli alfieri del liberismo più cieco, sfrenato e feroce dal proseguire con le stesse politiche disastrose che ci hanno condotti alla situazione attuale, anzi li vede protagonisti nel dimostrare tutto il loro viscerale cinismo.
Ne è un esempio lampante il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che per superare la futura e prevedibile crisi economica, auspica l’adozione di misure che riteniamo assolutamente folli.
Toti dichiara che per ripartire serve libertà assoluta, quindi nessuna autorizzazione per aprire negozi e imprese di ogni genere, semplificazione massima di ogni contratto di lavoro, procedure urbanistiche ridotte all’osso, niente gare e appalti per opere pubbliche, ma assegnazioni dirette.
Sostanzialmente Toti prevede di rilanciare un nuovo boom economico abbattendo ogni regola e trasformando il tutto in un far west dove i più disparati approfittatori potranno agire indisturbati lucrando e speculando sopra gli interessi della collettività.
Un regalo sicuramente gradito alle enclavi mafiose che pullulano la Liguria e alle tante lobby che vedranno moltiplicato il loro potere e la loro ricchezza a discapito della popolazione e dell’ambiente.
Convinti che non è possibile risolvere il problema con la stessa mentalità che lo ha generato, rigettiamo con forza le parole del presidente Toti e ribadiamo con forza la necessità di ribaltare completamente la prospettiva socio-economica da lui auspicata. Si abbandonino definitivamente le folli logiche di dominio indiscusso del mercato senza regole e si restituisca allo Stato il suo ruolo di protagonista nelle scelte economiche e sociali del Paese: solo lo Stato può gestire al meglio i settori strategici dell’economia e tutti i servizi pubblici e sociali fondamentali per i lavoratori e tutti i cittadini nel loro insieme, partendo da una fiscalità fortemente progressiva che attinga risorse soprattutto dalle grandi rendite patrimoniali e finanziare, che dia quindi fiato alle fasce a basso reddito, che siano dipendenti o a partita iva, alzando i salari e abbattendo i costi del lavoro.
Si riconoscano diritti e giusta dignità al mondo del lavoro reintroducendo le tutele previste dallo Statuto dei lavoratori abolendo ogni forma di precariato, diminuendo le ore di lavoro a parità di retribuzione, ingaggiando una dura e spietata lotta al caporalato e allo sfruttamento del lavoro in nero.
Si garantisca una sanità pubblica gratuita, universale e di qualità che risponda alle esigenze della popolazione, offrendo strumenti diffusi e maggiormente efficaci per la tutela delle fasce più deboli. Si potenzi il Welfare investendo su un’istruzione pubblica all’avanguardia che valorizzi al massimo le eccellenze nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico.
Siano territorio e ambiente fulcri attorno ai quali articolare e pianificare politiche economiche e territoriali per la realizzazione di un necessario sviluppo sostenibile, dirigendo e progettando a lungo termine un’economia al servizio dell’ambiente e della vita degli esseri umani e non viceversa come è stato fino ad oggi.