di Dipartimento Esteri PCI
Pubblichiamo come utile approfondimento questo scambio tra il Dipartimento Editoriale di World Socialism Studies e MarxVentuno Edizioni (dirette da Andrea Catone), nel quadro di un’interlocuzione ed una riflessione di portata internazionale tra centri culturali e di studio, promossa dai compagni cinesi, in questa fase di pandemia internazionale.
Francesco Valerio della Croce, Segreteria Nazionale PCI e Responsabile Esteri
Lettera del Dipartimento Editoriale di “World Socialism Studies” alla redazione di Marx Ventuno Edizioni
Cari compagni e amici della Redazione di Marx Ventuno Edizioni
In questo momento in cui i Paesi di tutto il mondo soffrono per il Covid-19, auguriamo sinceramente a voi e alle vostre famiglie una buona salute e desideriamo anche esprimere il nostro massimo rispetto per tutto il lavoro produttivo che avete svolto.
Quando il 20 marzo il governo britannico ha annunciato ufficialmente le misure di blocco a Londra, il giornalista britannico Ed Conway ha commentato: “La vita normale come la conosciamo è stata sospesa nel Regno Unito. Il capitalismo come lo conosciamo è stato sospeso nel Regno Unito. Che momento straordinario!”. In realtà, non solo il Regno Unito, ma anche altri paesi in Europa e negli Stati Uniti e persino l’intero mondo capitalista hanno adottato misure simili a quelle del Regno Unito nell’affrontare l’epidemia e hanno sospeso il capitalismo per il momento. Tutto questo dimostra che il Covid-19 è un disastro naturale, ma il sistema capitalista non solo non può far fronte a tali disastri naturali, ma sta anche provocando ulteriori disastri causati dall’uomo, quindi anche i più convinti sostenitori del capitalismo devono “sospendere il capitalismo”.
Il Covid-19 è un disastro per l’umanità, in cui non ci sono vincitori.
Tuttavia, questa epidemia, questo disastro, fa sì che i popoli del mondo comincino a riflettere profondamente sul sistema capitalistico. Proprio come la peste nera che ha devastato l’Europa nel Medioevo ha avuto un forte impatto sulla fede della gente nella chiesa, la superstizione nel capitalismo sarà sicuramente sovvertita da questa epidemia oggi, e il sistema capitalista potrebbe essere buttato giù dal piedistallo. Al contrario, le persone cominceranno certamente ad osservare, comprendere e accettare il socialismo e la comunità di destino condiviso per tutta l’umanità in modo più inclusivo e positivo.
Noi crediamo che questa epidemia cambierà profondamente il modello e l’ordine del mondo, e che avrà un impatto e cambierà anche la mentalità delle persone.
Cari compagni, siamo militanti con un comune credo marxista e siamo impegnati a costruire il socialismo. Desideriamo rafforzare la nostra comunicazione in modo da poterci assumere le responsabilità e gli obblighi storici che ci sono stati affidati dai tempi e dal popolo e saremo capaci di lavorare insieme per affrontare questi problemi sociali.
I popoli del mondo elimineranno sicuramente questa epidemia. Ed è certo che raggiungeremo il nostro obiettivo finale, l’Internazionale.
Il Dipartimento Editoriale di “World Socialism Studies”
Pechino, 2 aprile 2020
La Risposta delle Edizioni Marx Ventuno
Carissimi compagni e amici
Siamo onorati e felici di ricevere il vostro caloroso messaggio, che non è semplicemente formale e di cortesia, ma ha per noi e per tutti i popoli del mondo un grandissimo significato umano e politico.
Concordiamo pienamente con l’essenza storica e politica del vostro messaggio: l’epidemia del Covid-19 getta luce tragicamente sui limiti del sistema capitalistico che mette al primo posto il profitto e non la vita e la salute delle persone.
Nel nostro paese, in Italia, la grande conquista del Servizio Sanitario Nazionale ottenuta nel 1978 grazie alle lotte dei lavoratori, dei sindacati, del partito comunista italiano, del partito socialista e delle forze democratiche e progressiste, è stata sempre più mutilata nel trentennio successivo al 1989-91, quando la caduta dell’URSS e del campo socialista europeo favorì la piena affermazione in Occidente delle forze politiche espressione del capitalismo e dell’imperialismo più sfrenati. Le condizioni della sanità pubblica sono peggiorate di anno in anno, sono stati chiusi centinaia di ospedali pubblici, sono diminuiti sensibilmente nel settore pubblico i posti letto, i medici e tutto il personale di infermieri e operatori sanitari, mentre è stata ampiamente favorita la sanità privata. Si veda, in particolare, il caso della regione più ricca e popolosa di Italia, la Lombardia, con il suo capoluogo Milano, regione che oggi soffre il maggior numero di contagi e di morti per Covid-19. Una situazione analoga è presente negli altri paesi capitalistici europei come il Regno Unito, che nel trentennio post bellico avevano avviato – sulla spinta dei partiti laburisti e socialdemocratici – forme di welfare state. L’affermarsi del capitalismo più duro nella forma del neoliberismo ha prodotto pesanti tagli nella sanità pubblica, nella scuola e università pubbliche, peggiorando sensibilmente la condizione della popolazione. La Covid-19 colpisce più duramente e miete più vittime lì dove è debole e poco sviluppato il sistema di sanità pubblica. Nel paese chiave dell’imperialismo mondiale, gli USA, dove la classe capitalistica riuscì, sin dai primi anni del XX secolo, a stroncare il movimento operaio e ad affermare una ideologia violentemente anticomunista, non è mai stato costruito un sistema sanitario pubblico. Oggi la popolazione americana sta pagando un prezzo altissimo all’epidemia e ha scalato la vetta della nera classifica mondiale di contagiati e morti di Covid-19. Un amaro primato per il presidente Trump, che ha fatto dello slogan “America first” la bussola della sua politica interna ed estera.
Compagni e amici del World Socialism Research Center,
Concordiamo pienamente con la prospettiva che indicate. Cogliete bene il momento di svolta nella storia mondiale che la pandemia di Covid-19 comporta. Questa pandemia, con le misure adottate per contenerla, col temporaneo ma radicale mutamento dello stile e del modo di vita di miliardi di persone costrette a stare in isolamento fisico per alcuni mesi, col blocco quasi totale delle attività produttive e commerciali, dei viaggi e dei trasporti, può portare a profondi e rapidi mutamenti nella coscienza delle masse. Come ci insegna un grande maestro del socialismo, Vladimir Lenin, vi sono momenti, situazioni nella storia in cui la coscienza delle masse può cambiare in un brevissimo lasso di tempo, come non era avvenuto in decenni precedenti, in cui era rimasta addormentata. Nel nostro Paese abbiamo avuto esperienze simili quando nel 1943 una generazione di giovani che erano stati educati sotto il fascismo prese coscienza del disastro in cui esso aveva portato il paese e decise di raggiungere le formazioni partigiane per combattere nella Resistenza antifascista e antinazista. Oggi la Covid-19 può rivelarsi il detonatore di una presa di coscienza di massa critica del capitalismo e propensa al socialismo.
Ma, come per la gioventù italiana educata sotto il fascismo fu determinante per la sua conversione all’antifascismo e alla Resistenza la presenza attiva di avanguardie politiche antifasciste – il partito comunista in primo luogo – così, per favorire una presa di coscienza anticapitalista e filo socialista è necessaria la presenza attiva e militante dei comunisti e delle forze di ispirazione socialista in tutto il mondo.
Per questo consideriamo il vostro messaggio di altissimo valore.
Il vostro Centro studi sul socialismo mondiale, con la vostra rivista, la vostra costante attività, i forum annuali che organizzate in autunno con la presenza di centinaia di studiosi di tutto il mondo sulle prospettive del socialismo mondiale, sono parte integrante e organica del sistema del socialismo con caratteristiche cinesi, diretto dal PCC, il più grande partito comunista del mondo – di cui celebreremo l’anno prossimo i cento anni di vita. L’impegno dei comunisti cinesi a favorire tra i popoli di tutto il mondo la presa di coscienza critica del capitalismo e di aspirazione al socialismo è estremamente importante.
Questo contributo non è fatto solo di rilevanti e impegnative dichiarazioni nei forum mondiali, nei congressi, nelle accademie e centri-studio. Questo contributo viene apportato con fatti concreti. Il più recente e rilevante dei quali è stata la capacità dimostrata dalla RPC, dal socialismo con caratteristiche cinesi, dal PCC, di saper contenere e isolare l’epidemia, grazie alla piena adesione attiva, disciplinata, consapevole, di una popolazione di un miliardo e 400 milioni di persone alle direttive del governo cinese che richiedeva ad essa di sopportare enormi sacrifici personali, sociali, economici per contenere l’aggressione del virus. Senza questo fortissimo legame – di mente e di cuore, di ragione e passione – tra dirigenti e popolo, tra partito comunista e masse, non si sarebbe potuto contenere il virus. Ben lungi dal trattarsi di una “dittatura” che imponeva i suoi diktat alla popolazione – come hanno spesso affermato alcuni media occidentali, purtroppo anche in Italia – si è trattato di una delle più luminose affermazioni della democrazia socialista cinese. Non la coercizione esterna, la repressione di una “dittatura”, ma la partecipazione attiva e consapevole di un intero popolo unito nella lotta per contenere la Covid-19, è stata la chiave di volta del grande risultato ottenuto. Un popolo consapevole del fatto che il socialismo cinese mette – come ha giustamente sottolineato il presidente Xi Jinping al G20 Extraordinary Virtual Leaders’ Summit on Covid-19 G20 del 26 marzo – la vita e la salute delle persone al primo posto:
Fin dal primo giorno della nostra lotta contro l’epidemia, abbiamo messo la vita e la salute delle persone al primo posto[1].
La RPC, col suo socialismo con caratteri cinesi, sta diventando agli occhi di molte persone – nonostante la vergognosa campagna di calunnie anticinesi dei reazionari e filo imperialisti, che non potendo negare l’efficacia e il successo cinese nel contenimento della Covid-19 attaccano la Cina come “paese dittatoriale”, “antidemocratico”, che “censura e oscura l’informazione” – un modello, un esempio da seguire.
In questi mesi la RPC si sta guadagnando l’ammirazione e il rispetto di molti cittadini del nostro Paese: per il successo ottenuto nel contenimento dell’epidemia; per i consistenti aiuti inviati: medici, ventilatori polmonari, mascherine e materiale sanitario; e anche per il comportamento esemplare dei numerosi cittadini cinesi che lavorano in Italia, i quali hanno seguito rigorosamente le prescrizioni del loro governo per contenere il contagio di Covid-19, dimostrandosi bravi patrioti cinesi e cittadini rispettosi del paese che li ospita.
Ma vi è anche e forse soprattutto un’altra cosa che può mettere in luce agli occhi delle masse i valori del socialismo. Ed è il confronto tra l’atteggiamento della RPC e quello degli USA e di alcuni paesi europei di fronte alla tempesta di questa epidemia tragica per il mondo. Il leader del paese leader del campo capitalistico occidentale, Donald Trump, al pari del leader del Regno Unito Boris Johnson, si sono mossi inizialmente lungo la linea di mettere al primo posto non la vita e la salute delle persone – come ha fatto la RPC – ma il profitto, gli interessi economici della classe capitalistica del loro paese.
Inoltre, Trump – e con lui alcuni governi dei Paesi della UE – si sono mossi nell’ottica miope ed egoistica di cercare di proteggere dall’epidemia il proprio paese a danno di altri paesi, si sono mossi non nello spirito di una “comunità di futuro condiviso per tutta l’umanità”, come chiede Xi Jinping, non nello spirito della solidarietà del genere umano – quella che un grande poeta-filosofo italiano del XIX secolo, Giacomo Leopardi, chiamò, nell’ultima sua opera-testamento, “La ginestra o il fiore del deserto”, riflettendo sulla distruzione delle antiche città di Ercolano e Pompei provocata dall’eruzione del vulcano Vesuvio, la “social catena” – ma in quello di un gretto interesse di parte. Così ha destato indignazione a metà marzo la notizia (pubblicata nell’edizione domenicale del giornale “Die Welt”) secondo cui Trump avrebbe offerto alla casa biofarmaceutica tedesca CureVac, che sta effettuando ricerche avanzate sul Covid-19, molti milioni di dollari per assicurare che il potenziale vaccino vada “in esclusiva” solo agli Usa. O ancora che siano state sequestrate dal governo della repubblica ceca 101.600 mascherine e respiratori destinati dalla città di Qingtian all’Italia. E questi sono solo alcuni casi di una tendenza negativa e reazionaria che può prendere piede.
In Italia, come in altri paesi dell’Occidente, ci troviamo di fronte a due opposte tendenze mondiali: da un lato il primato della vita e della salute delle persone; dall’altro il primato del profitto capitalistico in dispregio della vita umana. Da un lato la solidarietà tra i popoli secondo quella concezione di una comunità di destino condiviso per tutta l’umanità che i comunisti cinesi stanno ampiamente sviluppando ed elaborando (ci piacerebbe poter pubblicare in italiano l’ampio libro di Xi Jinping On Building a Human Community with a Shared Future, pubblicato in inglese lo scorso anno dalla Central Compilation& Translation Press); dall’altro la chiusura in un nazionalismo gretto e meschino che pensa di costruire le proprie fortune a detrimento di altri popoli. Da un lato l’ideale socialista dell’Internazionale e del “Proletari e popoli di tutto il mondo unitevi”; dall’altro il fomentare la contrapposizione e l’odio tra i popoli. Da un lato la proposta di un nuovo ordine mondiale basato sul riconoscimento della molteplicità concreta di diversi “poli”, di diversi “centri” e la cooperazione su una base di reciproco vantaggio, win-win, che può avere nella Nuova Via della Seta una prima grande realizzazione; dall’altro il tentativo anacronistico di affermare l’unipolarismo americano, il primato assoluto degli USA, esemplificato nello slogan di Trump “America first”. Da un lato la proposta cinese di una globalizzazione antimperialista, di un mercato mondiale aperto e libero dai diktat dell’imperialismo USA e dei grandi monopoli; dall’altro un’anacronistica chiusura protezionistica, chiaramente stigmatizzata dal portavoce del Ministero degli Esteri della RPC Geng Shuang, nella conferenza stampa del 25 marzo:
Nella nostra era di globalizzazione, gli interessi di tutti i Paesi sono strettamente correlati, con una accresciuta interdipendenza. La formazione e lo sviluppo di catene industriali e di fornitura globali sono determinati dalle forze di mercato e dalle scelte aziendali. Alcune persone da parte americana stanno cercando di tagliare artificialmente le catene industriali e di fornitura globali, o addirittura di chiedere la loro “dissociazione” e il loro “spostamento”, cosa che va contro la tendenza dei nostri tempi e le leggi dell’economia. Questo atteggiamento è irrazionale e irrealistico[2].
La pandemia di Covid-19 è intervenuta nel bel mezzo di un grande sommovimento del quadro mondiale, di tutte le relazioni internazionali, in cui si scontrano la tendenza progressiva rappresentata dalla RPC e dai Paesi che rigettano l’unipolarismo USA, e la tendenza regressiva che punta a mantenere il vecchio ordine imperialista, il dominio sfrenato del capitale.
Nel corso della pandemia la posizione internazionalista e solidaristica della RPC si è manifestata sempre più chiaramente e decisamente. A Trump che in ripetute occasioni ha calunniato e disprezzato la RPC, finché il dilagare dell’epidemia negli USA non lo ha spinto a chiedere l’aiuto della Cina, la RPC ha risposto con fermezza e dignità, e con molto concrete e importanti manifestazioni di solidarietà al popolo americano, al quale ha inviato consistenti aiuti di medicine e materiale sanitario. La Cina percorre concretamente il cammino verso una comunità di destino condiviso per tutta l’umanità. L’importante discorso di Xi Jinping al G20 del 26 marzo, la lettera di cento studiosi cinesi al popolo americano (pubblicata sul “the Diplomat”[3]), la lettera aperta del 2 aprile, promossa dal PCC e condivisa da 230 partiti del mondo – tra cui anche il Partito Comunista Italiano – invitano a mettere la vita e la salute delle persone – di tutte le persone del mondo – al primo posto, invitano ad un coordinamento e una cooperazione globali per contenere e debellare il virus e per sviluppare strutture sanitarie che aiutino a prevenire e contrastare in futuro altre epidemie. E Xi Jinping:
Guidata dalla visione di costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità, la Cina sarà più che pronta a condividere le nostre buone pratiche, a condurre ricerche e sviluppo comuni di farmaci e vaccini e a fornire assistenza laddove possibile ai Paesi colpiti dalla crescente epidemia[4].
La posizione della RPC è politicamente, culturalmente e moralmente la più giusta in questo momento. Essa può favorire concretamente un grande mutamento di mentalità di miliardi di persone, le può avvicinare agli ideali del socialismo. Essa è di grande aiuto alla causa comune del socialismo.
È interesse di tutte le forze socialiste e autenticamente democratiche farla conoscere correttamente al maggior numero di persone. Ci sentiamo impegnati – pur nei limiti delle nostre piccole forze di marxisti e comunisti italiani – a promuovere nel nostro paese la conoscenza e lo studio della strategia cinese. Consapevoli del grande contributo politico e culturale che oggi i comunisti cinesi ci danno, cercheremo di intensificare gli scambi reciproci e le traduzioni e pubblicazioni di articoli e libri del socialismo cinesi. Farà bene alla causa del socialismo nel nostro paese. Farà bene all’amicizia tra i nostri popoli.
La redazione di Marx Ventuno edizioni
Bari, 7 aprile 2020
NOTE
[1] Full text of Xi’s remarks at Extraordinary G20 Leaders’ Summit, Source: Xinhua, 2020-03-26, http://www.xinhuanet.com/english/2020-03/26/c_138920685.htm
[2] https://www.fmprc.gov.cn/mfa_eng/xwfw_665399/s2510_665401/t1761102.shtml
[4] Full text of Xi’s remarks at Extraordinary G20 Leaders’ Summit, op. cit.