Lettera aperta al quotidiano “La Stampa”

Egregio Direttore, Signori della Redazione,

la critica serrata, ripetuta, che il vostro quotidiano ha lanciato contro i
medici russi e l’intero e molto vasto gruppo di lavoro che il governo russo
ha inviato in Italia per combattere l’epidemia da coronavirus, ci ha molto
e sfavorevolmente colpiti.

Abbiamo assistito con crescente stupore al quotidiano innalzarsi della
vostra critica, che col passare dei giorni ha assunto toni da vera e propria
campagna antirussa degna dei tempi oscuri della Guerra Fredda, quando
in Italia si affiggevano manifesti in tutto il Paese raffiguranti soldati
sovietici che minacciavano i bambini.

La vostra campagna, sin dall’inizio, ha nell’essenza evocato, in modo
sempre più diretto, il fatto che la delegazione sanitaria russa non sarebbe
venuta in Italia per aiutare il popolo italiano nella lotta contro l’epidemia,
ma per azioni di spionaggio.

Immediatamente, quando avete iniziato a lanciare questa campagna, ci è
saltata agli occhi la prima, grande contraddizione, insita nelle vostre
insinuazioni, divenute poi terribili accuse: il gruppo di lavoro russo,
formato da più di 120 medici e tecnici militari specializzati nella lotta
contro le epidemie, arriva a Pratica di Mare il 22 di marzo e lo stesso
giorno dopo viene portato, dai medici e dagli ufficiali dell’esercito italiano,
nel cuore oscuro dell’epidemia, nell’inferno di Bergamo, dove anche per
loro sarà facile ammalarsi. Ed è rispetto a ciò che siamo rimasti
agghiacciati dai vostri articoli, che spargevano sospetti di ignobile
spionaggio su medici e tecnici che rischiavano, per aiutarci, per aiutare la
popolazione del bergamasco, così tanto colpita, di contagiarsi e morire.

Il grande atto solidale insito nel dispiegarsi dell’azione medica della
delegazione russa nell’area di Bergamo è stato completamente cancellato
dalle vostre assurde insinuazioni, dalle vostre trucide accuse, che non sono certamente inedite, ma ripercorrono un’intera e becera storia dell’occidente “maccartista “e pregiudizialmente russofobico.

Qualunque giudizio si nutra sulla Russia o sul suo governo è indubbio che
hanno deciso di darci una mano nella lotta al contagio. Invece di farci
arruolare nella nuova guerra fredda contro la Russia, non sarebbe
interesse del nostro Paese lavorare per la pace e la cooperazione tra i
popoli?  

Vogliamo solo ricordare, per finire, il grande lavoro diplomatico che il
governo italiano ha svolto con quello russo affinché giungessero in Italia,
nella fase più oscura e dolorosa dell’espansione del virus nel nostro
Paese, i medici e i tecnici russi. E le parole di profondo ringraziamento che
lo stesso Ministro Di Maio ha speso per la delegazione sanitaria russa al
suo arrivo a Pratica di Mare.

Volete forse accusare, lo diciamo alla luce della vostra campagna
denigratoria, di irresponsabilità il governo italiano e i militari italiani, che
hanno sempre lavorato fianco a fianco con i medici russi a Bergamo, per
aver fatto entrare così disinvoltamente le “spie russe” mascherate da
medici in Italia? Fatelo, dunque.

Noi crediamo che il delicatissimo lavoro del giornalista, specie in fasi così
tragiche come questa che stiamo vivendo dell’epidemia, dovrebbe
svolgersi solamente attorno all’idea della verità.

I sottoscritti:

Fosco GIANNINI, già Senatore della Repubblica e Capo Gruppo
Commissione Difesa al Senato
;
Salvatore TINE’, docente di Storia Moderna Università di Catania;
Manlio DINUCCI, giornalista e saggista;
Fabrizio VERDE, direttore de “L’Antidiplomatico”;
Adriana BERNARDESCHI, a nome del settimanale on-line “La Città
Futura”
;
Stojan SPETIC, giornalista, già Senatore della Repubblica;
Nunzia AUGERI, saggista;
Mauro ALBORESI, segretario nazionale PCI;
Maurizio ACERBO, segretario nazionale PRC;
Alessio ARENA, segretario di Fronte Popolare;
Andrea CATONE, direttore della Rivista “MarxVentuno”;
Bruno STERI, direttore del periodico on-line “Ragioni e Conflitti”;
Svetlana WILKE, presidente Global Rights of Peaceful People;
Luca CANGEMI, già deputato al Parlamento italiano;
Maurizio BELLIGONI, psichiatra;
Ruggero GIACOMINI, storico;
Enrico VIGNA, saggista;
Rolando GIAI-LEVRA, direttore della rivista on-line “Gramsci Oggi”;

One Comment

  1. Gianni Carrassi

    La Stampa ha scelto di avvalorare l’odio russofobico di un residuato tossico dello spionismo italico, estratto da quel produttore automatico e seriale di fascisti concentrato in alcuni corpi speciali ed in particolare dei paracadutisti della Folgore e di un suo ex ufficiale che obbedisce ai desiderata dei servizi inglesi, trovando in Jacopo Iacoboni l’obbediente megafono sempre pronto a firmare gli articoli dettati dai suoi ispiratori.

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