Operai abbandonati da tutti

di PCI Pesaro

Un’emergenza sull’emergenza quella che stanno vivendo i lavoratori della Berloni Group. Da quando a dicembre 2019 la società Berloni è stata messa in liquidazione, i lavoratori della fabbrica si sono sentiti ancora più abbandonati, sia dalle Istituzioni nazionali e locali, che dalla proprietà.

Nel mese di dicembre è subentrato a gestire questa fase un liquidatore, il quale avrebbe dovuto operare la vendita del marchio in breve tempo. Come segnalato al PCI dagli operai dell’Azienda, tutto ciò non è avvenuto, e i lavoratori, che hanno ricevuto solo una parte della tredicesima, si trovano a tutt’oggi a non aver percepito gli stipendi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo, senza al contempo alcun ammortizzatore sociale.

Un’azione assolutamente insufficiente da parte del MISE, dalla Regione Marche e dal Comune di Pesaro, cioè da parte di tutte le Istituzioni che sostenevano di essere vicine ai lavoratori, ma che alle belle parole iniziali e alle passerelle davanti ai cancelli non hanno fatto seguire nessun fatto concreto. Non c’è stato alcun intervento istituzionale atto a promuovere un’azione di salvataggio dell’Azienda con una partnership tra Pubblico e Privato, o incentivando la formazione di una Cooperativa di dipendenti. Al contrario gli stessi sono stati lasciati completamente soli, senza alcun ammortizzatore sociale, con i TFR bloccati e nessuna forma di sostentamento immediato.

Il Partito Comunista Italiano di Pesaro ribadisce la sua totale vicinanza ai lavoratori (la fascia più debole della società), e condanna in maniera risoluta lo sciagurato metodo liberista di affrontare le crisi aziendali ed economiche, peraltro iniziate ben prima dell’emergenza Coronavirus. E’ inaccettabile che a pagare e ad essere presi per i fondelli siano sempre i lavoratori, e che si permetta alla classe padronale la libertà di poter agire in maniera disinvolta alle loro spalle. E’ sconcertante che le forze politiche pesaresi, presenti in Consiglio Comunale, continuino a rimanere silenti su una vicenda gravissima come questa, emblema della sempre più evidente desertificazione industriale del territorio pesarese, tanto che, a detta degli stessi operai, solo il PCI li ha ad oggi incontrati e sostenuti.

Il PCI di Pesaro chiede un impegno immediato da parte di tutte le Istituzioni, nazionali e locali, per aiutare in maniera urgente e concreta i lavoratori della Berloni e di tutte le aziende in crisi del nostro territorio, costretti ancora una volta ad affrontare da soli il dramma occupazionale, a cui si aggiungerà ben presto quello derivante dalla crisi economica conseguente a questa emergenza sanitaria. In considerazione del fatto che Italia non esiste neppure un piano nazionale governativo di politica industriale (si naviga a vista, con una totale sudditanza della politica ai diktat del capitalismo finanziario), si ribadisce da parte del PCI la richiesta di un’attenta vigilanza della Stato volta ad impedire che aziende italiane vengono cedute, quasi sempre svendute, a multinazionali straniere, come dimostra quanto successo per la Berloni Group, gestita da una asset proprietario con sede nel paradiso fiscale di Taiwan.

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