Non chiederemo il permesso!

L’emergenza sanitaria ha imposto restrizioni necessarie. Ma con il finire dell’emergenza il governo francese cerca di mantenere quelle alla libertà di manifestazione per impedire che le proteste abbiano luogo.

Questo appello contro tali restrizioni democratiche unisce diversi sindacati dei lavoratori (Cgt, Fo, Sud, Fsu), i rappresentanti degli studenti (Unef), un’associazione per il diritto alla casa (DAL) e il sindacato degli avvocati e quello dei magistrati. Penso sia bene sottolineare l’esistenza di questi due sindacati che oltre a difendere gli interessi dei propri aderenti, lottano contro le restrizioni del diritto, contro la sua applicazione ineguale, per la possibilità di tutti di difendersi in egual modo nonostante la disparità di mezzi e in generale per una visione progressiva del diritto. In particolare il SAF, il Sindacato degli Avvocati di Francia è stato uno dei protagonisti più attivi degli scorsi scioperi contro la riforma delle pensioni, arrivando a bloccare, con una perfetta organizzazione, tutti i tribunali del paese grazie a espedienti legali, senza per questo nuocere agli imputati. Sarebbe bene che anche nel nostro paese nascessero organizzazioni come questa.

Traduzione a cura di Lorenzo Battisti, PCI Parigi

Il diritto di manifestare è una libertà fondamentale. E’ una condizione e una protezione per le altre libertà. Ci permette di dire insieme come vogliamo vivere.

Dal 1935, si esercita con una semplice dichiarazione. È così che ha attraversato il secolo e le crisi per giungerci intatta.

Negli ultimi mesi, lo stato di emergenza sanitaria ha portato il governo a vietare tutti gli incontri e le manifestazioni. Ma il miglioramento della situazione sanitaria non l’ha portato a far uscire dalla quarantena il diritto di manifestare.

Il 13 giugno è stato il Consiglio di Stato a ribadirne l’importanza. Ha sospeso il divieto del diritto di manifestare. Ha anche ricordato che le leggi esistenti hanno permesso di garantire la protezione della popolazione contro l’epidemia di Covid-19.

Meno di due giorni dopo, un nuovo decreto ha introdotto un nuovo regime di autorizzazione. In meno di due giorni, senza dibattito, senza voto, senza consultazione, il governo ha costruito da zero e imposto un regime che ha messo sottosopra decenni di libertà.

Queste disposizioni subordinano il diritto di riunione e di dimostrazione alla previa autorizzazione delle autorità.

Il governo da solo non può decidere il quadro entro il quale vengono esercitate le libertà fondamentali. La crisi attuale non permette di andare oltre quanto strettamente necessario per garantire la sicurezza sanitaria.

La libertà di manifestare non può essere sospesa per volontà dell’esecutivo.

Quindi non chiederemo il permesso di immaginare, pensare e volere un mondo più giusto. Non chiederemo il permesso di dimostrare le nostre idee, opinioni e richieste.

Per questo motivo il Sindacato degli avvocati francesi, il Sindacato dei magistrati, l’FSU, l’Union Syndicale Solidaires, la CGT, l’FO, il Diritto all’alloggio e l’UNEF hanno presentato insieme diverse richieste al Consiglio di Stato, al fine di preservare la libertà di manifestare.

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